Solo una settimana dopo la morte di Maxtran, Eukeni Ferstran
disse a sua madre che la Reverenda Madre Fondatrice delle Spose di Sin voleva
occuparsi dell’istruzione e dell’educazione del piccolo Loraisan.
Syndrieli rimase allibita.
«E perché? Perché? Le hai parlato di lui? Le hai detto che
ha imparato a leggere e scrivere dal dottor Laran?».
«No, lo sapeva già per conto suo! L’ha visto dal dottor
Laran una settimana fa e lui le ha detto che gli stava insegnando a leggere e
scrivere, e la Reverenda Madre è rimasta molto colpita…. ha detto che non le
sembrava giusto che un così bel bambino, figlio di una famiglia devota, venisse
istruito da un infedele, un nemico di Sil e degli Dei. Così mi ha detto di
chiederti se puoi affidare Loraisan a lei. Non ti piacerebbe, la cosa?».
«Ma… come? Vorrebbe che Loraisan venisse a studiare
nell’eremo delle Spose di Sin?».
«Sì…. con il tuo permesso….».
«Ma Loraisan è un maschio! I maschi non possono entrare
nell’eremo, no?».
«Sì, ma solo dopo i dodici anni di età. Loraisan ne ha
sette. Potrà vivere e studiare là per cinque anni. La Reverenda Madre Fondatrice
sta pensando di creare una scuola nell’eremo per l’istruzione dei figli degli etarna, maschi e femmine. Starebbe
nell’eremo sei giorni alla settimana, e ogni usiltin verrebbe a casa».
«Ne devo parlare con la nonna, la capofamiglia è ancora lei,
qui».
E infatti poco dopo ne aveva parlato con Aranthi, la quale
non aveva avuto nessuna opposizione, anche se gli dispiaceva un po’ di non
poter vedere più ogni giorno il suo amato nipote.
Quando invece lo seppe Loraisan, non poté fare a meno di
piangere. La cosa lo terrorizzava.
Troppo attaccato alla madre e alla famiglia, troppo
spaventato dal mondo esterno. L’idea di andare a vivere in una dimora
sconosciuta, in mezzo ai boschi, lo riempiva di terrore, in un modo che neanche
lui sapeva spiegare. L’idea di affrontare persone sconosciute lo spaventava
troppo, e basta.
Larsin, invece, non sapeva cosa fosse meglio. Non gli andava
per niente l’idea di separarsi dal figlio. Ma sapeva bene che il suo parere non
aveva peso. Per le tradizioni dei Thyrsenna, i padri non avevano mai contato
molto, dai tempi della fondazione delle Sette Città. Solo nel caso in cui un
uomo era legato alla sua donna da un matrimonio consacrato da un sacerdote, lui
poteva essere considerato compartecipe delle decisioni sui figli, e non era
certo il suo caso. Lui era solo il convivente di Syndrieli, e non poteva
avanzare nessun diritto sui figli, né legalmente, né secondo le antiche
tradizioni. Gli unici maschi che avevano voce in capitolo, erano i fratelli di
Syndrieli.
Ma i suoi sentimenti personali non gli impedivano di pensare
a ciò che era meglio per il figlio prediletto. E quindi si preparò un discorso
da fare a Loraisan, che lo ascoltava sempre.
«Non devi essere triste, non devi piangere per il fatto di
dover andare a studiare nell’eremo. Non vai a stare tanto lontano da noi. Solo
qualche chilometro di distanza, e ad ogni usiltin potrai fare un salto a casa,
e poi vai a stare con persone che ti insegneranno moltissime cose che, sono
sicuro, a te piaceranno.
A te interessa l’alchimia, lo so. Me l’ha detto il dottor
Laran di quanto ti piace. Le sacerdotesse dell’eremo sono alchimiste, e la
Reverenda Madre Fondatrice è una grande donna, che ha scoperto il segreto delle
corde d’ambra inventato dal suo maestro, e che conosce molti segreti.
Se sarai un buon allievo, potrai conoscerli anche tu.
Potrebbe insegnarti a diventare un grande alchimista. Non ti piacerebbe,
questo?».
Loraisan avrebbe voluto dirgli che l’idea di diventare un
alchimista lo affascinava senz’altro, ma allo stesso tempo lo terrorizzava,
perché il suo farthankar poteva
essere malefico, e che aveva forse evocato il demone Bekigor dai neri abissi
dell’Orkhun.
Ma sapeva che il padre non gli avrebbe creduto, e magari lo
avrebbe deriso per le sue paure infantili.
E nello stesso tempo, non voleva deluderlo. Anche perché, di
fatto, l’idea di imparare cose sull’alchimia lo affascinava. Il dottor Laran
gli diceva che doveva aspettare, che doveva imparare la storia, la geografia,
la poesia, la letteratura e tante altre cose, prima di affrontare l’alchimia.