domenica 4 giugno 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 387° pagina.


lui, e non avete temprato a sufficienza le sue qualità, che indubbiamente ha, ma che non sono sostenute dalla buona volontà».

Le disse dopo breve tempo. Naturalmente, Eukeni non provò neanche a difendere i suoi. Non avrebbe mai osato. Tra l’altro, le sembrava che la Reverenda Madre un po’ di ragione ce l’avesse senz’altro.

In fin dei conti, non era neanche colpa di Harali, se non capiva i problemi di Loraisan. I Thyrsenna non sapevano ancora nulla di problemi come i disturbi dell’attenzione, non conoscevano alcuna scienza psicologica vera e propria, non sapevano ancora nulla di chiaro sull’inconscio e sui disturbi della personalità, e la loro pedagogia era poco evoluta. Per loro la follia era una malattia fisica e, nel peggiore dei casi, una punizione divina o la possessione di uno spirito maligno, e perciò non sapevano distinguere fra le varie patologie della mente.

Tantomeno riuscivano a capire cosa era una personalità disturbata, come era quella di Loraisan.

Solo qualche alchimista esoterista, particolarmente interessato ai processi della mente, aveva intuito qualcosa dei misteri dell’inconscio, ma non sapeva ancora nulla delle loro applicazioni terapeutiche.

In pratica, per Harali, se un bambino intelligente non imparava, era solo colpa della sua mancanza di buona volontà. Né poteva anche solo sospettare che potesse essere diverso da così.

Cosa ne poteva capire lei di una mente così terrorizzata o annoiata dalla realtà, così chiusa nel proprio mondo interiore,  da non essere capace di rimanere ancorata alla realtà circostante, costretta a evadere continuamente verso mondi e regni immaginari e favolosi?

Perciò Harali cominciò a sciorinare i peccatucci di Loraisan alla sorella.

«L’ho sorpreso ieri pomeriggio a leggere Il Viaggio Favoloso ad Occidente di Hulxas Meliakh, anziché studiare il libro di storia che gli avevo dato. Di nascosto, legge libri di storie avventurose e favolose, anziché pensare a fare i propri compiti!».

«È un bambino…. Avrà pure diritto anche lui di svagarsi….»

Non l’avesse mai detto, la povera Eukeni. Fu il pretesto buono per la Reverenda Madre Fondatrice per fare una maternale accesa e pedante, sul fatto che lei da bambina non aveva avuto la possibilità di studiare, che aveva imparato a malapena a leggere e che aveva dovuto imparare tutto solo una volta diventata adulta, e che era piena di rimpianto per non aver avuto nessuno quando era bambina che le desse una cultura e così via, infervorandosi sempre più. Perché Eukeni aveva toccato un tasto dolente e ora doveva subirne le conseguenze. Lei e suo fratello.

I mesi seguenti furono forse i più difficili nell’infanzia di Loraisan. Si sentiva sbattuto contro un muro che non poteva attraversare, con alle spalle un nemico, un tiranno che gli chiedeva di valicarlo, anche se non sapeva come. Gli dicevano che doveva arrampicarsi su quel muro, ma nessuno voleva dargli una scala per farlo. Sentiva una profonda rabbia e frustrazione, e questo servì a chiuderlo ancora di più in se stesso.

Mentre all’inizio quello strano eremo l’aveva incuriosito e l’aveva fatto sentire accolto e accettato, adesso invece lo percepiva come un ambiente ostile.

Per fortuna, questo non gli impedì di finire di leggere Il Viaggio Favoloso ad Occidente di Hulxas Meliakh che, assieme ad altri libri di resoconti di paesi ed epoche lontane, lo aiutava a dimenticare le angosce della sua triste e malinconica infanzia solitaria.

Con quel libro, Loraisan scoprì che non c’erano solo paesi favolosi ad Oriente, ma anche ad Occidente. Scoprì l’esistenza del misterioso continente di Thyli, detto anche l’Ultima Terra, posto nel remoto Nord-Ovest, oltre l’Oceano Occidentale. Alcuni la chiamavano anche Silenkel, Terra dei Sileni, perché pareva essere popolata soprattutto da Sileni, di una razza particolare e diversa da quelli del Veltyan, perché erano tutti molto alti di statura, quasi quanto i Giganti.

In quella fredda terra di grandi laghi, montagne sepolte da ghiacciai, sconfinate foreste di pini e selvagge tundre, erano provenuti anche gli antenati degli Uomini del Nord, che si erano salvati in cima ai monti ghiacciati dalle acque del Diluvio assieme ai Sileni dell’Ovest.

Hulxas Meliakh, che aveva raccolto i resoconti di un viaggiatore che si era spinto in quella terra lontana, aveva narrato molti strani e misteriosi particolari di quel viaggio, che avevano stimolato la fantasia di Loraisan anche di più delle storie sui paesi del favoloso Oriente.

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