domenica 11 giugno 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan. 389° pagina.


passaggio da un’area del cielo all’altra nel giorno dell’equinozio di primavera, ognuna presieduta da una particolare costellazione.

Tale misurazione era basata sul fatto che per i Thyrsenna, così come per i popoli dell’Oriente, l’equinozio di primavera era il primo giorno dell’anno. Il giorno in cui Sil, la Madre della Luce, trionfava sulle tenebre, e i giorni divenivano più lunghi della notte.

Dopo ogni 2016 anni, la precessione degli equinozi risultava spostata di ben 28 giorni, cioè un intero mese zodiacale, che corrispondeva a una delle tredici aree del cielo in cui il sole sorgeva nel corso dell’anno.

Se per esempio ci si trovava all’inizio dell’Era del Leone, cioè nell’era in cui il sole all’equinozio sorgeva nella costellazione del Leone, dopo 2016 anni esso sorgeva invece nella costellazione del Granchio, cioè la costellazione precedente nel ciclo annuale.

Con sorpresa ed estremo interesse, Loraisan scoprì dai libri di astronomia della biblioteca dell’eremo, che ci si trovava proprio alla fine dell’Era dei Gemelli, e stava per cominciare l’Era del Toro.

Prima dell’Era dei Gemelli c’era stata l’Era del Granchio, in cui era sorto il regno del Veltyan, e prima ancora c’era stata l’Era del Leone, che era finita poco prima del Diluvio.

I Giganti avevano dominato durante quattro Ere Astrali: quella dell’Aquila, della Bilancia, della Fanciulla e infine quella del Leone.

Dopo 26.226 anni, cioè dopo tredici Ere Astrali più diciotto anni di intermezzo per colmare il disavanzo bisestile, si compiva il Grande Anno. Tale fine del ciclo avveniva al concludersi dell’Era dei Pesci e all’inizio dell’Era del Tritone. Questo perché i Tritoni erano la Stirpe Primeva, quella che per prima aveva abitato Kellur, la Madre Terra. E quindi, il loro segno celeste veniva considerato il più antico di tutti.

Secondo questo computo, l’Era del Toro sarebbe dovuta cominciare nell’anno 3112 d.F.R.A. e finire nel 5127.  Poi ci sarebbe stata l’Era dell’Ariete dal 5128 al 7143, l’Era dei Pesci dal 7144 al 9159,  poi ci sarebbe stato l’intermezzo di diciotto anni, e nel remotissimo 9176 sarebbe cominciato il nuovo Grande Anno.

Ma c’era qualcosa di strano in tutto quel computo: perché se adesso ci si trovava alla fine dell’Era dei Gemelli e all’inizio di quella del Toro, allora l’equinozio avrebbe dovuto cadere appunto nel primo giorno del mese dei Gemelli e fra poco avrebbe dovuto cominciare nell’ultimo giorno del Toro. Perché invece cadeva il primo giorno del mese dell’Ariete?

La risposta venne a Loraisan dal proseguire nella lettura. Scoprì che in realtà il computo dei mesi e degli anni, e la suddivisione del cielo in costellazioni derivavano dal sapere dei Nani, che ricorrentemente nel corso dei millenni erano stati spesso i maestri degli Uomini, non solo quando avevano insegnato loro le prime arti dell’alchimia, ma anche nelle epoche precedenti, anche molto tempo prima del Diluvio.

Erano stati loro, in un passato remotissimo e dimenticato, anche prima della comparsa degli Uomini, a stabilire quella divisione del tempo.

Non si sapeva bene quando i Nani avessero insegnato agli Uomini il computo del tempo, ma doveva essere successo in un’epoca remotissima, proprio alle origini della comparsa dell’umanità sulla Madre Terra. E doveva essere stata appunto durante l’ultima Era dell’Ariete, cioè circa venticinquemila anni prima, in un’epoca di cui non si sapeva più nulla e non si aveva nessuna reliquia. Un’era precedente alla stessa comparsa dei Giganti.

Da allora, gli Uomini, nella loro ignoranza e nel loro pressapochismo, avevano imparato la suddivisione del tempo dai Nani e la divisione del cielo in costellazioni, ma non avevano capito la precessione degli equinozi, e non avevano adottato la consuetudine dei Nani di spostare l’equinozio di primavera di un giorno prima ogni settantadue anni, come sarebbe stato giusto, e quindi il calendario delle stagioni era rimasto sempre quello da migliaia e migliaia di anni. Semplicemente, dovevano aver spostato tutto il calendario anziché solo gli equinozi ed i solstizi ricorrentemente nel corso delle epoche.

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