«Non sappiamo bene cosa è successo, fatto sta che abbiamo
cominciato a spaventarci….. cioè, proprio a sentire un’angoscia inspiegabile.
Ci sembrava di essere osservati, e cominciammo a pensare che forse era una
buona idea riprendere la strada verso casa.
Poi, mentre ci guardavamo intorno impauriti, abbiamo sentito
che qualcosa stava cambiando, là in cima….. il coro di voci, le urla di
allegria non si sentivano più, si erano bruscamente interrotte, poi sentimmo un
urlo che ci fece gelare il sangue. Un urlo lungo, terribile, come se stessero
uccidendo una donna…. a quel punto abbiamo cominciato a correre. Non capivamo
cosa stesse succedendo, ma non ci piaceva affatto, anche perché le urla
continuavano, e non erano più di una persona sola, ma di molte voci assieme,
non so quante, ma tante.
Il vento, che prima ci portava canti e risa, adesso ci
portava grida terrificanti, grida di terrore, sofferenza e morte. E noi
correvamo giù per il monte. Poi, quando avevamo riguadagnato la strada per
Arethyan, nella campagna aperta, vedemmo…. quello! Quella cosa!».
Knevin mandò un gemito che finì in un singhiozzo.
«Dove l’avete vista?».
«Sopra di noi. Volava. Ed era enorme. Nero ed enorme. Aveva
enormi ali nere».
Velthur guardò verso il basso.
«Sicuro di non aver visto un grosso uccello?».
«Era enorme, dottore. Era più grande di un uomo, e molto più
grande di qualsiasi uccello conosciuto. E aveva una forma che pareva umana, ma
con le ali. Era completamente nero. Scendeva dal Monte Leccio, come se avesse
spiccato il volo dalla cima, e planava lentamente verso la pianura, verso di
noi.
All’inizio non capivamo neanche cosa stavamo vedendo, anche
noi abbiamo pensato all’inizio a un grande uccello, anche se non avevamo la
minima idea di che razza di bestia fosse. Ma poi ci siamo resi conto che non
era un uccello, quando l’abbiamo visto volare sopra di noi, in ampi cerchi. Ed
è sceso così in basso che abbiamo potuto vedere che aspetto aveva….. era un
gigante!».
«I suoi occhi!» urlò Knevin «Digli dei suoi occhi!».
«Rimani calmo, se puoi! Quando quell’essere è sceso su di
noi, abbiamo visto che il suo corpo aveva braccia e gambe come noi, e una
testa…. ma non sembrava avere un volto, a parte due occhi.
Sil Benedetta, non ho mai visto due occhi così. Erano due
fanali rossi, rotondi…. emanavano una luce rossa come braci ardenti, ma non ho
mai visto un rosso come quello. Ha cominciato a ruotare sopra di noi, e noi
siamo impazziti dal terrore. Abbiamo corso come dei matti, mentre quell’essere
continuava a volarci sopra, avanti e indietro…. Si vedeva bene che ci seguiva,
e continuavamo a sentire in lontananza le urla che venivano dalla cima del
monte e le luci dei fuochi fatui sembravano diventare più luminosi, come se il
colle stesse per incendiarsi….. il vento sembrava aumentare, come se quello lo
rafforzasse con le sue ali…. Noi correvamo e correvamo, e cercavamo di vedere
le luci di una casa abitata, da qualche parte.... Dei, non ho mai corso così
tanto in vita mia, mi domando come ha fatto a non scoppiarmi il cuore.
Poi a un certo punto abbiamo visto una casa non tanto
lontano dalla strada, allora siamo corsi per il sentiero nei campi che portava
fin là…. E sa cosa ha fatto quel maledetto essere? Si è messo a volare davanti
a noi, ci ha preceduti, e si è posato proprio di fronte a noi, di fronte alla
casa con le finestre illuminate.
E allora l’abbiamo potuto vedere bene.
Sarà stato alto due metri e mezzo, forse di più. Un gigante
nero, con le ali ripiegate dietro…. Erano ali strane, non erano quelle di un
pipistrello, e nemmeno quelle di una farfalla…. Sembravano più una via di mezzo
fra l’una e l’altra cosa… come dei ventagli membranosi, neri come lui. Sembrava
quasi sfidarci».
«Emetteva qualche suono?».
«Io…. credo di aver sentito una sorta di squittìo, molto
stridulo, acutissimo. Ti penetrava nelle orecchie».
«E quando ve lo siete trovati di fronte, cosa avete fatto?».
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