All’inizio anche Eukeni dovette ammettere che in presenza di
Loraisan i gatti valgiglini si comportavano in un modo davvero insolito persino
per la loro strana razza.
Tutti, senza eccezione, che fossero dentro l’eremo, o fuori
nei grandi orti e nei vigneti che si stendevano sulla cima piatta del grande
colle, quando vedevano Loraisan si mettevano prima in allarme, poi
sgattaiolavano via, ma poi risbucavano seguendolo con lo sguarda da lontano,
pronti a nascondersi di nuovo. Loraisan li chiamava e li richiamava, ma loro
rimanevano lontani, diffidenti.
La cosa sconcertava le Spose di Sin, che dichiaravano che i
gatti valgiglini, una volta addomesticati, erano molto socievoli e affettuosi
con i padroni e con i loro bambini.
Poi, però, col passare dei giorni, man mano che i gatti si
abituavano alla sua presenza, impararono a tollerarne la presenza, anche se
continuavano a guardarlo da una certa distanza e non volevano lasciarsi
accarezzare.
Poi un giorno Ashtair gli si parò di fronte e fece un
fievole miagolio, e lui in risposta allungò la mano per accarezzarla. Lei
rispose leccandogliela affettuosamente.
Da allora i gatti non ebbero più alcuna diffidenza, e anzi,
quando era in cortile, o fuori nell’orto ad aiutare le monache, molti di loro
gli si riunivano attorno, seduti sull’erba o arrampicati sugli alberi da
frutto, come se sorvegliassero sulla sua sicurezza, o semplicemente
controllassero tutto quello che faceva
Le monache sacerdotesse invece furono quasi tutte
contentissime di avere Loraisan nell’eremo. In effetti, era una situazione
insolita, per loro. Anche se ufficialmente i bambini maschi potevano entrare
nei monasteri femminili se avevano meno di dieci o, al massimo, dodici anni, di
fatto lui era il primo e l’unico bambino che finora aveva convissuto con loro.
La Reverenda Madre Fondatrice si era sempre occupata solo
delle figlie degli etarna, per farle
diventare monache permanenti o perlomeno delle donne colte ed istruite e delle
abili alchimiste. Non si era mai interessata ai maschi, né nessuno si era mai
aspettato che lo facesse. Anzi, se avesse dimostrato troppo interesse per il
genere maschile, anche se infante, non sarebbe stata considerata una sacerdotessa
monaca molto seria, ovviamente.
Di fatto, Loraisan non vedeva molto spesso Harali, se non
durante i quotidiani riti nel tempietto dell’eremo in onore a Sin. Per il
resto, la Reverenda Madre Fondatrice era sempre occupata a lavorare e studiare
nel laboratorio o nella sua stanza. Il fatto di essere il capo dell’eremo la
esentava dai lavori nella cucina e nell’orto o nella lavanderia, mentre invece
tutto il suo tempo, se non era occupato dal culto o dai rapporti con gli altri kametheina della regione, era dedicato
allo studio di testi e alla ricerca alchemica.
Tra l’altro, in quel periodo sembrava essere particolarmente
impegnata nello studio. Le indiscrezioni delle sacerdotesse monache dicevano
che avesse ritrovato il diario del Reverendo Padre Aralar Alpan, dove vi erano
scritti alcuni segreti alchemici che prima non conosceva ancora.
Le giornate di Loraisan si scandivano sullo stesso ritmo
delle monache, in un certo senso era diventato un piccolo monaco anche lui.
Gli avevano rasato a zero i capelli, e dopo qualche giorno
una delle monache gli aveva fatto una corta tunica bianca e azzurra che in
qualche modo ricordava quelle, molto più lunghe, delle Spose di Sin.
La mattina si doveva alzare presto anche lui per onorare il
Bianco Toro dei Cieli nel tempio, poi arrivava la colazione, che era anche più
abbondante e variata di quella che mangiava a casa. Poi tutte le monache, sia
le più giovani, sia quelle poche che avevano un’età più matura, gli ripetevano
sempre la stessa litania: «Sei così magro e gracile, devi mangiare! Mangia,
mangia!». Così andava a finire che lo riempivano di cibo dalla mattina alla
sera. Era costretto a mangiare anche quando non ne aveva nessuna voglia.
Da buone contadine, subìvano tutte lo stesso preconcetto,
cioè d’identificare la grassezza e il mangiare in abbondanza con la salute e la
bellezza, e la malattia con la denutrizione.
Dopo la colazione cominciava il lavoro per le monache, e lo
studio per lui, fino all’ora di pranzo.
Dopo il pranzo c’era un periodo di pausa in cui le monache
si ritiravano nelle loro stanze e Loraisan giocava con i gatti in cortile, poi
c’era di nuovo il lavoro fino all’ora dei riti serali.
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