ventaglio, come una sorta di mostruoso incrocio fra quelle
di un pipistrello e quelle di una farfalla, e due enormi, terribili occhi
rossi, come due monete incandescenti, o come due braci ardenti, che splendevano
nel buio. Esseri che volavano silenziosamente ma che emettevano un grido
stridulo, acutissimo, simile allo squittìo di un topo, ma più sinistro e del
tutto innaturale.
Non poteva farne a meno, di vederli perfettamente delineati
sullo schermo buio del suo sguardo sulla notte e sul silenzio, e alla fine si
arrendeva. E allora si metteva ad ansimare sommessamente nel suo letto, in
attesa che uno di quei mostri comparisse. Era convinto che se avesse aperto gli
occhi, ne avrebbe visto uno nella sua camera.
Cosa facessero quegli esseri, non lo si sapeva. Alcuni
dicevano che rapivano le loro vittime per divorarle nelle loro tane oscure, in
alto sulle cime. Altri dicevano che rubavano l’anima a chiunque li avesse
visti, che dopo di allora sarebbero impazziti e si sarebbero ammalati e spenti
poco per volta, fino a morire.
Ma alla fine il sonno arrivava nonostante la paura, e per
fortuna non sognava mai i mostri che temeva da sveglio. Non che non facesse
incubi, ma stranamente i suoi brutti sogni non avevano niente a che fare con
esseri mostruosi o demoniaci, o quasi mai.
Sognava invece di trovarsi a vagare in case buie e
disabitate, o in lande deserte costellate da case in rovina, oppure di
percorrere una strada deserta, e di trovarsi di fronte a dei cadaveri in
decomposizione, a volte di animali, a volte di esseri umani. Una volta si era
sognato di trovarsi chiuso in una grande tomba, assieme a un cadavere che vi
era stato sepolto da poco. Cercava di uscirne, ma non ci riusciva, e temeva
che, da un momento all’altro, il morto si sarebbe rianimato.
Spesso sognava di trovarsi in bilico sul tetto di un edificio,
o in cima a una parete rocciosa, o in cima a una rapidissima scala, e di
precipitare o di rischiare di farlo.
In genere, si svegliava quando il terrore e l’orrore
diventavano così intensi da non sopportare il proseguimento dell’incubo. Per
fortuna, questi sogni li faceva sempre verso il mattino, e quando si svegliava
vedeva il sottile spiraglio di luce solare che rendeva la stanza abbastanza visibile
e priva di ombre che potessero essere scambiate per forme mostruose e ignote.
Ma la notte, quando non riusciva a dormire, ascoltava il
silenzio del bosco fuori, aspettando di sentire un suono misterioso che si
avvicinava, o una voce sussurrante, o un urlo lacerante nel buio, che
annunciavano l’arrivo di Loro, le Presenze dell’Ignoto.
Ma anche allora, come sempre, non emerse mai niente dalle
ombre della notte. Nessuna orrenda visione, nessun essere demoniaco che spiava
dalla finestra, né che attendeva oltre la porta, né che faceva udire la sua
sinistra voce dal bosco. Mai. Eppure i suoi terrori, per quanto smentiti
dall’esperienza, si riprensentavano sempre ogni notte. Ugualmene irrazionali,
ugualmene implacabili, senza ragione, senza motivo, senza causa. Assurdi e
ossessivi.
Il nuovo ambiente, però, alla fine l’aveva spinto ad aprirsi
un poco di più. Prima, non aveva mai cercato di parlare delle sue paure
ossessive, perché i fratelli e le sorelle maggiori lo prendevano in giro per il
fatto di essere sempre spaventato da tutto.
Così aveva cominciato a chiedere alle monache dei Demoni
Oscuri, degli spiriti dei defunti e altre amenità del genere.
Le monache, ovviamente, si limitavano a ripetere i dogmi e
le dottrine del culto di Sil.
Dicevano che le anime pure non dovevano temere i Demoni
Oscuri, perché essi esistevano solo per punire i malvagi, perché Sil li aveva
creati solo per questo scopo, e non per nuocere ad altri. Poi dicevano che le
preghiere proteggevano dagli spiriti inquieti dei defunti e le solite storie
rassicuranti dei sacerdoti, per cui l’unico male che bisognava temere era
quello che potevano fare gli altri viventi.
Discorsi che per Loraisan non avevano nessun valore.
Infatti chiedeva sempre: ma esistono altri demoni, oltre ai
Demoni Oscuri?
Allora la monaca interrogata di turno rispondeva: cosa
intendi dire?
Loraisan, timidamente, chiedeva allora se esistevano Quelli
dalle Ali Nere, o se esistevano i demoni evocati dalle streghe, o che vivevano
in compagnia dei Nani nel sottosuolo, come i Basilischi Bianchi, e altri esseri
mitologici.
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