e che è molto importante. Ricorda sempre le mie parole ogni
volta che avrai paura del buio, ogni volta che avrai paura di stare da solo e
penserai che ci sia qualcun altro, accanto a te. Qualcuno che non vedi, ma di
cui senti la presenza.
Tu devi sapere che non dobbiamo temere Loro fino a quando
non commettiamo degli errori noi. Perché vedi, non siamo noi a non poter raggiungere Loro, gli Altri. Sono Loro a non
poter raggiungere noi, a meno che non siamo noi a permetterglielo! Se noi
non li cerchiamo, se non li evochiamo, Loro non possono comparire, non possono entrare
veramente nella nostra vita. Non possono farci niente. Possono solo far sentire
la loro presenza, ma niente di più! Devi solo continuare a pensare che non li
vuoi vedere e non li vuoi conoscere. Capisci, Loraisan? Quindi, meno sai di
Loro e meglio è! Se tu continui ad avere paura di Loro e non li vuoi conoscere,
non li vedrai mai! Non ti raggiungeranno mai, anche se possono osservarti e farti
sentire la loro presenza. Ricordatene, ogni volta che avrai paura di Loro! Ma
ora, e fino a quando non sarai un ragazzo grande, non ne dovremo più parlare!».
Staccò la mano improvvisamente come gliel’aveva afferrata, e
riprese a sgranare i piselli come se niente fosse. Gli disse solo di riprendere
il lavoro e cominciò a parlare d’altro.
Loraisan non ebbe bisogno di altro.
Quella stessa sera, si aggrappò con tutta l’anima alle
parole di Ravinthi. Non sapeva perché la monaca gli aveva detto quelle parole,
non sapeva come lei potesse sapere quello che gli aveva detto. In qualche modo,
aveva ammesso di sapere qualcosa su Quelli Dalle Ali Nere.
E gli aveva detto qualcosa che poteva usare come un’arma di
difesa. Se non li si cercava, se si continuava a temerli, a volerli evitare,
Loro, le Ignote Presenze, non avrebbero potuto avvicinarsi in nessun modo.
Potevano osservarti, potevano far sentire la loro vicinanza, ma non potevano
mai veramente apparire né interferire nella tua esistenza. Non aveva nessuna
certezza che fosse così, ma si aggrappò a quella fede con tutta la propria
anima.
Quella sera Loraisan si addormentò continuando a ripetere
sotto voce: «Non vi voglio, non potete raggiungermi! Non vi voglio, non mi
potete raggiungere!».
Però, nello stesso tempo, sentì che mentre ripeteva quella
sorta di mantra, di preghiera alla propria anima e alle leggi mistiche
dell’universo mondo, lui nel profondo non era del tutto sincero, perché
nascosta tra le pieghe del terrore, c’era una parte di lui che era curiosa, che
voleva vedere Loro, i Totalmente Altri, i mostri senza nome e senza volto della
notte, e vederne svelato il mistero.
C’era una parte di lui che, mentre era terrorizzato
dall’Ignoto, nello stesso tempo ne era affascinato, attratto invincibilmente. E
lui lo sapeva, lo sentiva, a tal punto che alla fine si sentì più spaventato da
se stesso, che da Loro.
In qualche modo, sentiva che quella sarebbe stata un’attrazione
che sarebbe aumentata di giorno in giorno, di anno in anno, fino alla sua
maturità.
Un’attrazione che alla fine avrebbe vinto e conquistato il
suo terrore.
Un paio di giorni dopo era usiltin, giorno di riposo, e
Loraisan, come al solito, era dalla sua famiglia.
Ogni sera di turantin, il giorno precedente a usiltin, sua
sorella Eukeni lo accompagnava giù, lungo l’ampio sentiero sassoso che
conduceva dalla cima di Monte Leccio alla grande strada lastricata della
pianura.
La gatta Ashtair li accompagnava ogni volta. Sembrava sapere
sempre quando Loraisan stava per andarsene e quando sarebbe tornato. Ogni
mattina di larantin, si metteva di fronte alla porta dell’eremo, in attesa che
comparisse dal bosco assieme a sua sorella.
Eukeni lo accompagnava all’andata e al ritorno solo lungo il
sentiero, poi sulla strada lui tornava a casa da solo.
I figli dei contadini, in genere, non erano certo
iperprotetti, almeno quando andavano fuori di casa.
Gli si diceva di stare lontano dai boschi, dai burroni,
dalle rive dei fiumi e per il resto li si lasciava andare dovunque volessero.
Certo, Loraisan faceva eccezione, ma non fino al punto di
non lasciarlo andare da solo per vie conosciute.
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