Dopo pochi minuti, una colonna di lampade perenni illuminò
la galleria che era rimasta chiusa e immota per almeno più di quattro millenni.
I due sacerdoti avevano già cominciato a salmodiare le loro
litanie di invocazione agli Dei, stringendo con la mano sinistra le loro croci
ansate di oro alchemico appese al collo, perché li proteggessero entrando in
quel luogo nascosto.
«Ho sempre pensato che questa collina fosse in realtà un
tumulo artificiale» disse Velthur. «Ci sono molte altre formazioni in giro per
il Veltyan e, da quel che ne so, anche aldilà del Veltyan, secondo i resoconti
di alcuni viaggiatori».
«E anche quegli altri tumuli hanno templi o tombe al loro
interno?» chiese l’alkati, interessata.
«Alcuni sono stati scavati al loro interno, e si sono
scoperte delle cavità in cui effettivamente c’erano tombe, con ricchi corredi
funerari. In alcuni casi però sembra che i ladri di tombe fossero arrivati
prima. Questo ritrovamento sarebbe eccezionale anche per questo motivo, se
davvero non è venuto mai più nessuno, dal momento della chiusura del tempio».
Ovviamente un coro di esclamazioni scoppiò quando il gruppo
si trovò dall’altra parte della galleria. Rimasero tutti senza parole,
guardandosi attorno increduli.
Maxtran fece un gesto con la mano mostrando con orgoglio la
magnificenza del luogo, sentendo un senso di trionfo incredibile.
«Ora penso che mi crediate, no?»
Atar cadde in ginocchio, guardando la statua della divinità
taurina che troneggiava sopra di loro, oltre i gradini che salivano dietro
l’altare.
«Silen! Il Grande Toro dei Cieli! O Signore Benedetto,
grazie per accoglierci nella Tua casa magnificente!».
E si gettò a terra lungo disteso, con le braccia stese in
avanti.
Uno dei gendarmi, quasi credendo che fosse inciampato per
terra, fece per sollevarlo.
Ebbe una buona idea, perché non gli fu facile risollevare la
sua mole da solo.
«Chi è Silen?» chiese l’alkati.
«Era il Dio che veniva adorato dagli Uomini e dai Giganti
antidiluviani, secondo il Tinsina Entinaga, il libro che narra dei tempi
di prima del Diluvio, Silen dominava Kellur in quel tempo lontano. Il Suo culto
è quasi dimenticato, ma ogni tanto noi
sacerdoti lo ricordiamo nelle nostre preghiere e nei nostri riti. Questo è
davvero un tempio di prima del Diluvio, perché è chiaramente stato consacrato a
Lui!».
Il più ammirato era Velthur, perché era quello che più
comprendeva la grandezza e la magnificenza di ciò che stavano guardando.
«Ambra alchemica! Tutto questo luogo è interamente fatto o
rivestito di ambra alchemica! Una delle sostanze più pregiate che esistano,
perché nessuno, nel Veltyan, conosce il segreto per fabbricarla! Questo luogo
ha un valore incalcolabile!».
«Dice davvero, dottore? Intende dire che ci troviamo di
fronte a uno dei più grandi tesori del Regno Verde?».
«Direi di sì. A parte il fatto poi che il valore storico di
questo luogo lo rende già prezioso oltre misura. Di fatto, questo luogo è così
importante che…. praticamente è intoccabile! Per proteggerlo non basteranno i
gendarmi! Maxtran non avrebbe potuto rendersi conto dell’importanza di ciò che
ha scoperto. Forse non riuscirò a capirlo nemmeno io!».
«Va avvertito e convocato qui l’alkati e gli Shepenna di Enkar, e bisognerà inviare un messaggio
alla Regina in persona, allora!».
«Dottore, ma davvero l’ambra alchemica vale così tanto?»
chiese uno dei gendarmi.
«Sì, perché il suo segreto è andato perduto nel tempo. Solo
alcuni dei Mastri Nani delle Montagne della Luna, a quanto ne so, ne conoscono
e ne conservano gelosamente il segreto. Nessun alchimista del Veltyan è mai
riuscito a scoprire il procedimento per produrre questa sostanza pregiata.
Invano gli Uomini del Veltyan hanno cercato di carpire il segreto dai
Mastri Nani, perciò l’ambra alchemica è rara e preziosa nel nostro paese. Evidentemente,
prima del Diluvio era un segreto ben
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