mercoledì 11 maggio 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 93° pagina.


Dopo pochi minuti, una colonna di lampade perenni illuminò la galleria che era rimasta chiusa e immota per almeno più di quattro millenni.

I due sacerdoti avevano già cominciato a salmodiare le loro litanie di invocazione agli Dei, stringendo con la mano sinistra le loro croci ansate di oro alchemico appese al collo, perché li proteggessero entrando in quel luogo nascosto.

«Ho sempre pensato che questa collina fosse in realtà un tumulo artificiale» disse Velthur. «Ci sono molte altre formazioni in giro per il Veltyan e, da quel che ne so, anche aldilà del Veltyan, secondo i resoconti di alcuni viaggiatori».

«E anche quegli altri tumuli hanno templi o tombe al loro interno?» chiese l’alkati, interessata.

«Alcuni sono stati scavati al loro interno, e si sono scoperte delle cavità in cui effettivamente c’erano tombe, con ricchi corredi funerari. In alcuni casi però sembra che i ladri di tombe fossero arrivati prima. Questo ritrovamento sarebbe eccezionale anche per questo motivo, se davvero non è venuto mai più nessuno, dal momento della chiusura del tempio».

Ovviamente un coro di esclamazioni scoppiò quando il gruppo si trovò dall’altra parte della galleria. Rimasero tutti senza parole, guardandosi attorno increduli.

Maxtran fece un gesto con la mano mostrando con orgoglio la magnificenza del luogo, sentendo un senso di trionfo incredibile.

«Ora penso che mi crediate, no?»

Atar cadde in ginocchio, guardando la statua della divinità taurina che troneggiava sopra di loro, oltre i gradini che salivano dietro l’altare.

«Silen! Il Grande Toro dei Cieli! O Signore Benedetto, grazie per accoglierci nella Tua casa magnificente!».

E si gettò a terra lungo disteso, con le braccia stese in avanti.

Uno dei gendarmi, quasi credendo che fosse inciampato per terra, fece per sollevarlo.

Ebbe una buona idea, perché non gli fu facile risollevare la sua mole da solo.

«Chi è Silen?» chiese l’alkati.

«Era il Dio che veniva adorato dagli Uomini e dai Giganti antidiluviani, secondo il Tinsina Entinaga, il libro che narra dei tempi di prima del Diluvio, Silen dominava Kellur in quel tempo lontano. Il Suo culto è quasi dimenticato,  ma ogni tanto noi sacerdoti lo ricordiamo nelle nostre preghiere e nei nostri riti. Questo è davvero un tempio di prima del Diluvio, perché è chiaramente stato consacrato a Lui!».

Il più ammirato era Velthur, perché era quello che più comprendeva la grandezza e la magnificenza di ciò che stavano guardando.

«Ambra alchemica! Tutto questo luogo è interamente fatto o rivestito di ambra alchemica! Una delle sostanze più pregiate che esistano, perché nessuno, nel Veltyan, conosce il segreto per fabbricarla! Questo luogo ha un valore incalcolabile!».

«Dice davvero, dottore? Intende dire che ci troviamo di fronte a uno dei più grandi tesori del Regno Verde?».

«Direi di sì. A parte il fatto poi che il valore storico di questo luogo lo rende già prezioso oltre misura. Di fatto, questo luogo è così importante che…. praticamente è intoccabile! Per proteggerlo non basteranno i gendarmi! Maxtran non avrebbe potuto rendersi conto dell’importanza di ciò che ha scoperto. Forse non riuscirò a capirlo nemmeno io!».

«Va avvertito e convocato qui l’alkati e gli Shepenna di Enkar, e bisognerà inviare un messaggio alla Regina in persona, allora!».

«Dottore, ma davvero l’ambra alchemica vale così tanto?» chiese uno dei gendarmi.

«Sì, perché il suo segreto è andato perduto nel tempo. Solo alcuni dei Mastri Nani delle Montagne della Luna, a quanto ne so, ne conoscono e ne conservano gelosamente il segreto. Nessun alchimista del Veltyan è mai riuscito a scoprire il procedimento per produrre questa sostanza pregiata.
Invano gli Uomini del Veltyan hanno cercato di carpire il segreto dai Mastri Nani, perciò l’ambra alchemica è rara e preziosa nel nostro paese. Evidentemente, prima del Diluvio era un segreto ben

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