CAP. X: IL SANTUARIO D’AMBRA
La notizia della scoperta del misterioso tempio ipogeo e
mausoleo si sparse ad Arethyan in brevissimo tempo, dato che Maxtran cercò di
dargli la massima pubblicità.
Perun era rimasto a sorvegliare l’entrata, mentre Maxtran
era corso a dare la grande notizia alla moglie e agli altri figli, poi prese il
suo cavallo e lo spronò verso il villaggio.
Le prime persone ad essere avvertite furono ovviamente i
sacerdoti del tempio di Sil, e subito dopo l’alkati, la matriarca-borgomastra di Arethyan, e i gendarmi del
villaggio.
La giornata degli Akapri fu per loro la più caotica della
loro vita, tanto che i lavori della fattoria ne ebbero un notevole detrimento.
Ma ancora prima di raggiungere il tempio di Sil, Maxtran
dopo aver lasciato il suo cavallo all’entrata del paese, aveva fermato tutti i
conoscenti che incontrava sulla via per comunicargli la grande notizia e
avvertire quanta più gente possibile.
«Ho scoperto un grande tempio sotterraneo sotto la Polenta Verde ! Un tempio
costruito prima del grande Diluvio!».
Nel Veltyan, dire “una cosa di prima del Diluvio”
significava dire qualcosa di antichissimo, prezioso e sacro come nient’altro al
mondo. Il mito del mondo antidiluviano era qualcosa che segnava profondamente
l’immaginazione dei Thyrsenna, come di una perduta età dell’oro che ognuno
sperava di poter recuperare almeno in parte tramite il ritrovamento delle sue
reliquie.
Ogni tanto veniva trovato qualche reperto, qualche rovina
dissepolta, qualche tomba, qualche reperto rimasto conservato sotto gli strati
di antico fango asciugatosi dopo il ritiro delle acque.
Ma non era mai stato trovato niente di così grande e nello
stesso tempo del tutto intatto, né di così magnificente. E nemmeno di così
sacro.
Non era solo una grande fortuna per gli Akapri, ma per
l’intera comunità di Arethyan e anche per l’intero Enkarvian, considerato
un’arretrata provincia di confine, lontana dai grandi centri della civiltà dei
Thyrsenna.
Sul momento, alcuni pensarono che fosse impazzito o ubriaco,
da tanto pareva esagitato e tanto assurde parevano le cose che diceva.
Qualcuno andò a chiamare il dottor Laran, dicendogli che
Maxtran stava male e delirava in mezzo alla piazza del paese, ma quando il
dottore uscì da casa sua per cercare Maxtran, questi era già entrato nel tempio
di Sil per parlare con i sacerdoti.
Non gli restò che entrarci anche lui, presentendo - che
Maxtran fosse impazzito oppure no - che anche quello era un altro capitolo di
quell’assurda storia che stava avvolgendo il villaggio.
Trovò il vecchio veterano che parlava concitato con la
sacerdotessa, nel cortile dietro il tempio, quello di fronte alla casa dei
sacerdoti.
Appena lo vide, Maxtran quasi gli si gettò addosso.
«Dottore, lei almeno sono sicuro che mi crederà. Tutti
questi bifolchi credono che io sia ubriaco o matto! Lo pensa anche la Reverenda Madre !
Ho scoperto un tempio sotterraneo, con la tomba di un Gigante! Un Gigante vero!
Dovrebbe vederlo, dottore! Dovrebbero vederlo tutti! Tutto fatto d’ambra! O di
qualcosa che assomiglia all’ambra! Dedicato a un Dio con l’immagine di un
toro…. anche lui tutto d’ambra e di metallo prezioso! Non ho mai visto niente
di così bello e prezioso in vita mia! Quasi mi scoppia il cuore dalla
meraviglia!».
«La gente semplice esagera sempre tutto. Trovano una vecchia
reliquia e ti raccontano di aver trovato chissà quale tesoro! Potrei
raccontarle, dottore, tante storie di presunti ritrovamenti preziosi nelle
campagne, che poi si sono rivelati miseri cocci, se non addirittura imbrogli
belli e buoni!».
«Maxtran Akapri è un vecchio veterano con la testa sulle
spalle e poco disposto alla fantasia, Reverenda Madre! Comunque si può fare
presto a verificare…. dove sarebbe questo favoloso tempio d’ambra?».
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