sabato 7 maggio 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 90° pagina.



CAP. X:  IL SANTUARIO D’AMBRA

 

La notizia della scoperta del misterioso tempio ipogeo e mausoleo si sparse ad Arethyan in brevissimo tempo, dato che Maxtran cercò di dargli la massima pubblicità.

Perun era rimasto a sorvegliare l’entrata, mentre Maxtran era corso a dare la grande notizia alla moglie e agli altri figli, poi prese il suo cavallo e lo spronò verso il villaggio.

Le prime persone ad essere avvertite furono ovviamente i sacerdoti del tempio di Sil, e subito dopo l’alkati, la matriarca-borgomastra di Arethyan, e i gendarmi del villaggio.

La giornata degli Akapri fu per loro la più caotica della loro vita, tanto che i lavori della fattoria ne ebbero un notevole detrimento.

Ma ancora prima di raggiungere il tempio di Sil, Maxtran dopo aver lasciato il suo cavallo all’entrata del paese, aveva fermato tutti i conoscenti che incontrava sulla via per comunicargli la grande notizia e avvertire quanta più gente possibile.

«Ho scoperto un grande tempio sotterraneo sotto la Polenta Verde! Un tempio costruito prima del grande Diluvio!».

Nel Veltyan, dire “una cosa di prima del Diluvio” significava dire qualcosa di antichissimo, prezioso e sacro come nient’altro al mondo. Il mito del mondo antidiluviano era qualcosa che segnava profondamente l’immaginazione dei Thyrsenna, come di una perduta età dell’oro che ognuno sperava di poter recuperare almeno in parte tramite il ritrovamento delle sue reliquie.

Ogni tanto veniva trovato qualche reperto, qualche rovina dissepolta, qualche tomba, qualche reperto rimasto conservato sotto gli strati di antico fango asciugatosi dopo il ritiro delle acque.

Ma non era mai stato trovato niente di così grande e nello stesso tempo del tutto intatto, né di così magnificente. E nemmeno di così sacro.

Non era solo una grande fortuna per gli Akapri, ma per l’intera comunità di Arethyan e anche per l’intero Enkarvian, considerato un’arretrata provincia di confine, lontana dai grandi centri della civiltà dei Thyrsenna.

Sul momento, alcuni pensarono che fosse impazzito o ubriaco, da tanto pareva esagitato e tanto assurde parevano le cose che diceva.

Qualcuno andò a chiamare il dottor Laran, dicendogli che Maxtran stava male e delirava in mezzo alla piazza del paese, ma quando il dottore uscì da casa sua per cercare Maxtran, questi era già entrato nel tempio di Sil per parlare con i sacerdoti.

Non gli restò che entrarci anche lui, presentendo - che Maxtran fosse impazzito oppure no - che anche quello era un altro capitolo di quell’assurda storia che stava avvolgendo il villaggio.

Trovò il vecchio veterano che parlava concitato con la sacerdotessa, nel cortile dietro il tempio, quello di fronte alla casa dei sacerdoti.

Appena lo vide, Maxtran quasi gli si gettò addosso.

«Dottore, lei almeno sono sicuro che mi crederà. Tutti questi bifolchi credono che io sia ubriaco o matto! Lo pensa anche la Reverenda Madre! Ho scoperto un tempio sotterraneo, con la tomba di un Gigante! Un Gigante vero! Dovrebbe vederlo, dottore! Dovrebbero vederlo tutti! Tutto fatto d’ambra! O di qualcosa che assomiglia all’ambra! Dedicato a un Dio con l’immagine di un toro…. anche lui tutto d’ambra e di metallo prezioso! Non ho mai visto niente di così bello e prezioso in vita mia! Quasi mi scoppia il cuore dalla meraviglia!».

La Reverenda Madre Alixi Kalpur fece una faccia molto contrariata vedendo che non solo il dottore miscredente era subito accorso a vedere cosa avesse Maxtran, ma anche che questi si fosse rivolto a lui come se fosse l’unico caro amico disposto a credergli.

«La gente semplice esagera sempre tutto. Trovano una vecchia reliquia e ti raccontano di aver trovato chissà quale tesoro! Potrei raccontarle, dottore, tante storie di presunti ritrovamenti preziosi nelle campagne, che poi si sono rivelati miseri cocci, se non addirittura imbrogli belli e buoni!».

«Maxtran Akapri è un vecchio veterano con la testa sulle spalle e poco disposto alla fantasia, Reverenda Madre! Comunque si può fare presto a verificare…. dove sarebbe questo favoloso tempio d’ambra?».

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