lunedì 30 maggio 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 104° pagina.


Ora, avrebbe voluto non essere solo. Il terrore ancestrale del buio e dell’ignoto l’aveva preso come se fosse di nuovo un bambino.

La tranquilla campagna di Arethyan, che prima gli era apparsa abbastanza sicura di notte, sgombra da malfattori e bestie pericolose, ora gli appariva come un regno pauroso e infido.

Mentre si avviava a casa, controllava ogni ombra che gli pareva di vedere muoversi nell’oscurità, ogni rumore che gli sembrava venire dai campi o dai filari di alberi.

Tra l’altro, era una notte senza luna, la prima sottile falce stava tramontando, come un paio di corna rosse, o come il perfido sorriso di una bocca insanguinata.

Quando Syndrieli lo video rientrare, pensò che avesse bevuto troppo e che stesse male.

«Da un po’ di tempo frequenti l’osteria più del solito. Bevi sempre di più. Diventerai un ubriacone. Spenderai tutti i tuoi soldi in sidro, vino e birra, e allora sì che ti butto fuori di casa».

«Lasciami stare, donna. O me ne vado già per conto mio. E mi porto dietro Thymel e il bambino».

«Che ti piglia? Hai la luna storta più del solito?».

«Che ho detto di male? Non saresti contenta se me ne andassi?»

«Se te ne andassi tu, non lo so. Ma se se ne andasse Thymrel con un bambino appena nato e molto gracile sì, mi dispiacerebbe. Perché li vuoi portare via?».

«Perché forse qui non sono al sicuro, ecco perché!».

«Quale Demone Oscuro ti ispira? O sei più ubriaco del solito?».

Larsin le raccontò quello che gli aveva detto il dottore. Il bello era che lui prima  non le aveva mai raccontato niente della loro avventura in cima al Monte Leccio, non le aveva detto della misteriosa legione di gatti che avevano spaventato lui e i suoi compagni, né dello strano eremita.

Le raccontò tutto, fin nei minimi particolari, a parte la terrificante storia di Hermen Vanth e del suo amico sul misterioso essere alato che avevano incontrato di notte, e poi le disse quali erano i suoi timori.

«Ma sei sicuro che quello che ti ha detto il dottore sia vero? Che quei gatti vengano davvero dalla Valle dei Gigli?».

«Dice che è scritto nei suoi libri. Che mi può far vedere che è proprio così. Io non ho nessun motivo per dubitare di quello che dice».

«Già, perché è tuo amico. Ma io non mi sono mai fidata di quell’uomo. Può darsi che ti abbia detto questa cosa solo per spaventarti, per indurti a fare quello che vuole lui con Thymrel.

Da quella volta che ha fatto quell’incantesimo con quello specchio alchemico, non lo voglio più vedere. E adesso questa storia dei gatti….. dimentica quello che ha detto!».

«Lo vorrei tanto. Ma ho paura di ciò che sta dietro a tutta questa faccenda. Forse, sarebbe bene mandare Thymrel lontano da qui per qualche tempo, fino a quando le cose non siano state chiarite».

«Chiarite come? E poi, dove vorresti portarla?».

«Non lo so, ci devo pensare. Ma comincio ad essere veramente preoccupato».

«Io lo sono sempre stata, dal giorno in cui ho visto quel maledetto specchio e ho sentito Thymrel parlare con quella voce spaventosa… ho sempre paura di vederla impazzire, da allora. Tutta colpa di quel maledetto dottore miscredente!»

«Taci! Non ti voglio sentire! Lo sai che siamo amici e tali resteremo! A proposito, dov’è Thymrel?».

«In camera sua, col bambino. Non lo lascia mai. Trepida sempre per la sua salute. Ha sempre paura che gli possa succedere qualcosa».

«Già. Abbiamo paura tutti quanti, insomma. Il che dimostra che qualcosa non va. Voglio vederla».

«Cosa hai intenzione di dirle? Non mi va che tu le parli in questo stato!».

«Sta tranquilla, non voglio dirle niente. Ho solo bisogno di vederla, di sapere che lei e il piccolo Loraisan stanno bene, tutto qua. Le voglio bene anche io, sai?».

«Credo che tu le voglia bene molto di più di quanto ne voglia io….».

Larsin ignorò la sua malignità, e andò verso la camera di Thymrel.
È vero, l’amava. E per le tradizioni dei Thyrsenna non ci sarebbe stato niente di male che lui passasse la notte nella sua camera, se lei glielo permetteva. Solo il rito del matrimonio era

Nessun commento:

Posta un commento