giovedì 26 maggio 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 101° pagina.


«Ma io credevo appunto che lo strato di fango lasciato dal Diluvio avesse sepolto tutte le città antidiluviane dopo che l’ondata delle acque le aveva sommerse… o no? Invece l’entrata del Santuario d’Ambra era appena sotto un metro di terra. Come mai?»

«Infatti è molto strano. Il Diluvio, dicono i testi antichi, fu una spaventosa alluvione che sommerse tutte le terre, a parte le cime delle montagne, e la forza dell’ondata distrusse case, palazzi, foreste, campi e persone…. tutto quanto. E seppellì le rovine sotto uno strato di fango di parecchi metri. Ogni volta che si trova qualcosa, viene scoperto o in regioni montuose, dentro profonde caverne, oppure in scavi molto profondi, magari per la costruzione di cantine e sotterranei particolarmente profondi, ed è quasi sempre tutto molto danneggiato.

In questo caso è tutto intatto, invece, e la cosa è stranissima. È come se una forza ignota avesse protetto il luogo. L’acqua non è entrata minimamente nel luogo durante il Diluvio né in tanti secoli, ed è tutto integro. Si tratta di un ritrovamento unico in tutta la storia del Veltyan»

«Secondo me, finiremo per parlarne troppo. Cioè, mi sono già nauseato. Tutti ne parlano, la mia donna mi ha già fatto la testa come un cesto…. e mio figlio Erkan, poi! Quando ha saputo che il Santuario d’Ambra è stato rivelato agli Akapri da una Fata, è andato in delirio! Che razza di storia assurda. È una delle cose di cui la gente parla di più. Sta già diventando la favola preferita che le nonne raccontano ai nipoti prima di metterli a letto. Parliamo d’altro, ti prego».

«Prima di passare a qualcosa di più normale, ti racconto un’ultima cosa. Sai chi ho visto al Santuario d’Ambra, l’altroieri? Prova ad indovinare….».

«Indovinare cosa? C’era un sacco di gente, me l’hai detto tu. Quindi immagino che si fa prima a dire chi non sia andato là, delle nosre conoscenze».

«Ne ho vista una in particolare, di nostra conoscenza. Qualcuno che abbiamo visto sul Monte Leccio…..».

«L’eremita con la faccia da svitato! E c’aveva anche dietro uno dei suoi gatti?».

«No, per fortuna. Mi ha spaventato a sufficienza con la sua sola presenza. E quando mi si è avvicinato per salutarmi, ho sentito di nuovo quell’odore spaventoso, quello che abbiamo sentito uscire dalla porta del suo eremo».

«E ti ha detto qualcosa?».

«Sì, che si considerava molto fortunato ad aver scelto come eremitaggio un luogo così vicino a una tale meraviglia, e che Sil l’aveva guidato in un luogo dove avrebbe potuto fare studi molto interessanti. Sostiene di conoscere il quiru e che avrebbe cominciato subito a tradurre le iscrizioni del santuario».

«Ah, però! Quindi immagino che ti farai aggiornare da lui sui segreti del santuario».

«Dovrei. Ma sai una cosa? Quell’uomo mi fa veramente paura. Sono sicuro che nasconde più di un segreto, e che ci ha mentito. E quei gatti! Non potrò mai dimenticare quando siamo passati di fronte al suo eremo e io stavo per chiamarlo e poi…. l’ho visto in compagnia di quei maledetti gatti. Mentre noi fuggivamo terrorizzati da quella specie di squadrone che ci stava inseguendo e circondando dal bosco intero, lui li accarezzava affettuosamente. L’ho trovato ancora più agghiacciante del cadavere cristallizzato nel santuario.

Insomma, sarebbe bene che io cercassi di conquistarmi la sua fiducia, per tenerlo d’occhio, e se poi magari davvero conosce la Lingua Antica,  potrebbe aiutarci a conoscere i misteri del Santuario d’Ambra, ma mi spaventa l’idea di tornare là, in quel luogo strano e maledetto».

«Una bella fregatura, eh? E probabilmente è un amichetto della Fata che ha rivelato agli Akapri l’esistenza del santuario».

«Sicuramente è un tipo che nasconde qualcosa, e ti do ragione: parliamo d’altro. Come sta il bambino di Thymrel? In questo momento m’interessa molto di più del santuario e di tutti gli intrallazzi che vi circolano attorno».

«Sta sicuramente meglio. È un bambino bellissimo, ma ha un’apparenza gracile. Piange pochissimo, e ti guarda con quei grandi occhi neri, occhi che sembrano guardare il mondo intero in un solo sguardo. È bello come la madre, le somiglia, ma gli occhi…. gli occhi devono essere del padre. Grandi e neri. Bellissimi, ma così strani.

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