«Va bene, te la farò dare, se dopo non vorrai più parlare
del mistero del passato di Thymrel».
«Prometto. Se non
succederà niente che possa riguardare il passato di Thymrel, io non ne parlerò
più».
«Mh…. io preferirei che tu non ne parlassi più, punto e
basta. Adesso c’è un bambino di mezzo, un bambino che dovrà crescere senza
ombre nella sua vita».
Dentro di sé, Velthur sentì una forte frustrazione. Se
Thymrel fosse vissuta in casa sua, avrebbe potuto osservarla meglio, trovare
forse il modo di scoprire la verità, qualunque essa fosse. Non avrebbe dovuto
rendere conto a Larsin e a Syndrieli di quello che avrebbe cercato di fare.
Una parte di lui lo faceva sentire in colpa per il suo
desiderio di cercare la verità ad ogni costo, l’altra si autogiustificava con
il fatto che il passato di Thymrel avrebbe potuto tornare in qualsiasi momento
a riprenderla, per il solo fatto che erano successe troppe cose strane dopo la
sua comparsa. E in ogni caso, cominciava a pensare che effettivamente ci
fossero dei legami fra Thymrel e quello che stava succedendo.
Gli tornò in mente l’eremita, Aralar Alpan. Gli faceva
paura, ma effettivamente valeva la pena tornare nel suo eremo e cercare di
conoscerlo meglio. Pensava di andarlo a trovare il prossimo usiltin… se ne
avesse trovato il coraggio.
Poco dopo si alzarono dal tavolo e pagarono le birre. Mentre
si allontanavano dal Kranu Belz per
le strade del villaggio, Larsin si voltò per guardare l’insegna dell’osteria.
«Vorrei che l’osteria cambiasse nome e insegna. Ora mi
sembra troppo funesto, come luogo per stare allegri».
«Quei gatti erano grigio scuro, più che neri».
«Sai che differenza! Grigio scuri tigrati di nero! Ogni
volta che vedo quell’insegna non riesco a non vedermeli di nuovo di fronte a
me. Quando esco la sera di casa per controllare che sia tutto in ordine, mi
aspetto sempre di vedere i loro occhi che mi guardano dal buio. Prima o poi ce
li ritroveremo nei nostri campi, o per le vie del paese. Ti ricordi quanti
erano? Dovevano essere decine, e probabilmente quelli che abbiamo visto noi
erano solo una parte di quelli che effettivamente vivono là. Dev’essere
quell’eremita balengo che li alleva. Scommettiamo che fra poco ne saremo
pieni?».
«Eppure nessuno oltre a noi li ha visti, che io sappia. Ho
chiesto a tutti i miei pazienti da quel giorno in poi, facendo finta di parlare
del più e del meno, se per caso avevano visto quegli strani gatti, e nessuno li
ha visti Certo, nessuno era passato per Monte Leccio di recente».
«In ogni caso, qualcuno deve averli portati qua, magari da
qualche paese lontano. Non ho mai sentito parlare di bestie così, di gatti
grossi come cani e che si comportano come se fossero addestrati. Chi mai è
riuscito ad addestrare dei gatti? Chiaramente devono essere bestie straniere,
che sembrano gatti ma non lo sono».
«Sono meno stranieri di quel che pensi. Io quelle bestie le
conosco già, e so da dove vengono: dalla
Valle dei Gigli!».
«Mi stai prendendo per i fondelli! Stai dicendo sul serio?».
Velthur vide Larsin bloccarsi sulla via e impallidire
visibilmente.
«Non ti sto prendendo in giro. È scritto in uno dei miei
libri. Tu sai leggere abbastanza bene, vero? Se vuoi ti posso mostrare quel
libro. Quella determinata razza di gatti viene descritta come la tipica razza
di gatti selvatici della Valle dei Gigli.
I Valgiglini li usavano come cani da guardia. Erano
addestrabili e molto legati ai loro padroni. Può darsi che quell’eremita li
abbia portati da lì. Anche per questo quel tizio mi fa veramente paura. E ora
sai perché sono tanto ossessionato dall’amnesia di Thymrel».
«Adesso hai fatto venire paura anche a me. Cioè, prima avevo
paura di quelle bestie, ora ne sono terrorizzato! E adesso come farò a dormire
la notte?».
«Sì, avrei dovuto stare zitto e tenermi le mie paure per me.
Ma sto cominciando a non riuscirci più».
Larsin per tutta risposta si allontanò di scatto da lui, non
lo guardò ma fece un gesto con il braccio e la mano tesi come dire che non
voleva più sentire niente.
Non lo salutò nemmeno e si diresse deciso verso casa nella
notte.
Nessun commento:
Posta un commento