lunedì 16 maggio 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 98° pagina.


L’alkati sorrise di compiacimento.

«Allora sembra che la Fata ci tenesse veramente tanto, a che poteste entrare qua dentro. Non si è limitata a darvi una semplice informazione!».

«Si può sapere dove volete arrivare, mia cara alkati Kaper? Temete qualche oscura trama fatata?».

«Voi no, Reverenda Madre? Non c’è da fidarsi delle Fate. Anche se vivono nel nostro regno, non ne fanno parte. Non seguono il culto di Sil, non seguono i nostri costumi, non vivono secondo le nostre leggi. Solo i contadini, i vagabondi e i briganti si fidano di loro, ma nello stesso tempo le temono, e stanno bene attenti a non contrariarle. Nascondono troppi segreti, e sanno troppe cose. Leggono nei pensieri degli Uomini, leggono nel passato, leggono nel futuro, vedono ciò che avviene in luoghi lontani da loro, nulla delle nostre vite può rimanere nascosto ai loro occhi, se decidono di ficcarci il naso. Sfuggono a ogni controllo, si possono insidiare ovunque.

Non si può essere sereni e tranquilli ogni volta che sappiamo che in qualche modo coinvolgono le nostre vite, e questa volta hanno scelto un modo davvero grande ed eclatante, per influenzarle.

Io dico che un dono troppo grande da parte loro implica un costo del pari troppo grande».

«E cosa proporrebbe di fare? Richiudere il tempio e dimenticarlo?».

«No, certamente! Ma penso che dovremmo scacciarle dai nostri boschi, se sono venute a stabilirsi qua. Maxtran ha detto che ha trovato lo scialle sul Monte Leccio perché era andato a farvi un sopralluogo, avendo visto i fuochi fatui del belk. Qui prima d’ora le Fate non si erano mai stabilite. Oh, a volte capitano di passaggio, ma loro vivono presso le Colline di Leukun, a parecchi chilometri da qui. Se si sono stabilite qui vicino, sarebbe bene sapere il perché, e se non vogliono dare spiegazioni, sarà bene allontanarle».

«Pessima idea. Ci metteremmo contro parecchia gente. Soprattutto adesso. Quando la gente del paese, e dei paesi accanto, comincerà a voler visitare questo luogo, a venirvi in pellegrinaggio, e saprà che è un dono di una Fata, la popolarità del popolo fatato aumenterà ancora di più presso il popolino».

«Appunto. Questo può già far rivelare il loro intento. Con questo dono, acquisteranno un enorme influenza sul nostro popolo. Attraverso questo tempio, riusciranno a divenire sempre più autorevoli presso i poveri e gli umili, allontanandoli dall’autorità, e prendendo sempre più potere.

Per questo dico che Maxtran e la sua famiglia non devono raccontare in giro come sono venuti a sapere di questo luogo. Che raccontino di averlo trovato per caso, e che se qualcuno dovesse insinuare o dichiarare la vera origine della loro scoperta, egli e la sua famiglia lo neghino!»

Maxtran però non era d’accordo. Il suo onore di vecchio soldato se ne risentì alquanto.

«Sarebbe un’ingratitudine e una vile menzogna negare la verità sulla nostra benefattrice!».

«Ecco, vedete, Reverenda Madre e Reverendo Padre? Si sono già assicurate la lealtà di un vecchio veterano, un uomo che ha combattuto per tanti anni per difendere il Veltyan a rischio della sua vita. Non è forse una dimostrazione di quanto astuta è stata la loro azione?».

«Cosa state insinuando, alkati? Che la mia fedeltà al Regno Verde e alla nostra Regina verrebbe meno a causa della mia riconoscenza nei confronti della Fata? Mi sospettate di tradimento? Di cosa state blaterando? Di complotti oscuri che vedete solo voi! Tacete, dunque! Vi ricordo che, bene o male, siete a casa mia. Questo luogo è mio, secondo la legge del Regno Verde che ho difeso e che mi ha ricompensato donandomi questo terreno e quindi tutto quello che avrei scoperto sotto di esso! E che questo Dio al cui cospetto ci troviamo vi maledica e vi scacci dalla Sua presenza, se continuerete ad insinuare menzogne in casa mia!».

A quel punto, Errani pensò bene di tacere. La sua tattica non si era dimostrata vincente, al momento. Doveva trovarne un’altra, per raggiungere i suoi scopi.

Solo in quel momento Velthur pensò di intervenire, appoggiando la sua mano sinistra sulla spalla di Maxtran.

«Sono pienamente d’accordo con Maxtran. Anche se le Fate possono avere avuto dei secondi fini nel rivelargli questo santuario, non abbiamo motivo per essere sospettosi. Io credo che, se non è stato un semplice scambio di favori, ci faranno sapere presto se c’è dell’altro. E io stesso mi curerò di andare a fondo di questa faccenda.

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