mercoledì 1 febbraio 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 322° pagina.


narrava, oltre a quella degli Uomini, era quella dei Giganti, perché erano nati dopo gli Uomini, e non prima, come per le altre cinque stirpi.

La storia dei Giganti antidiluviani Loraisan la conosceva già, perché gliel’aveva narrata una volta la nonna Aranthi; era una delle leggende che per prime venivano raccontate ai bambini del Veltyan.

Ma la vicenda scritta era diversa da quella narrata, perché più ricca di particolari. E quindi, a Loraisan non apparve meno interessante di altre storie ancora da conoscere.

Quando il Grande Padre Celeste, il Toro dei Cieli, Sin l’Originario, ebbe finito di organizzare il mondo assegnando ad ognuno degli Dei suoi figli il rispettivo dominio, desiderò che Kellur, la Madre Terra, venisse popolata da creature in grado di pensare, parlare e agire in modo simile agli Dei. Egli dunque scese sul monte Kadatlas, ai confini meridionali di Kellur, e dai piedi del monte

prese dell’argilla, del fieno e delle foglie secche, e vi gettò sopra il proprio seme, che era come acqua piovana, mescolò il tutto e da ciò che ottenne, in cima al Kadatlas creò sette coppie di Uomini, maschi e femmine, che sarebbero divenuti i progenitori dell’intera umanità. Li formò nel giardino che aveva creato in cima al monte Kadatlas, e disse loro di andare ovunque sulla Madre Terra e moltiplicarsi.

E disse loro che tutti i discendenti della stirpe umana, dovunque avessero vissuto, avrebbero dovuto recarsi almeno una volta nella loro vita in pellegrinaggio al monte Kadatlas e salirne la cima, per onorare i loro antenati e il loro Creatore.

E le sette coppie di Uomini scesero dal monte e andarono a vivere nell’altipiano ai piedi del monte, e lì si moltiplicarono, e da lì si diffusero su Kellur, e da loro discesero molte tribù.

I primi Uomini però non conoscevano l’agricoltura né l’allevamento del bestiame, né le arti, e non costruivano case e città, non conoscevano la scrittura e non avevano re né capi di alcun tipo. Vivevano nei boschi cacciando e pescando, e vagavano nudi sulla Madre Terra.

In quel tempo lontano Sin aveva posto una guarnigione di Veglianti a guardia di Kellur, affinché nessuna potenza oscura ne turbasse la vita, poiché gli Uomini erano fragili ed indifesi.

Potenti erano i Veglianti. Essi erano gli splendenti Figli degli Dei, i Santi Divini, i Querna Aisan che dimoravano in cielo, giovani e ardimentosi, ed erano pieni di sé e arroganti, poiché sapevano di essere di sangue divino, superiori a tutte le creature di Kellur. Avvolti di luce e potenza come stelle risplendenti, osservavano dall’alto la vita di Kellur, e si interrogavano sul suo destino.

I Querna Aisan videro gli Uomini su Kellur che si erano moltiplicati in gran numero, e vedevano la loro vita miserabile e selvaggia, non molto diversa da quella degli animali che cacciavano.

Così, vedendo che dopo tante generazioni la vita degli Uomini non era cambiata, in loro nacque brama e desiderio di compiere una grande opera.

Essi videro che le figlie degli Uomini erano belle e feconde, e le desiderarono, e del pari desiderarono avere figli da esse, e con esse costituire un nuovo regno sulla Madre Terra, che fosse bello e glorioso e desse pace e grandezza agli Uomini mortali.

Così i trecento Querna Aisan discesero su Kellur, su Aisdan, l’Isola Bianca nel Grande Mare Australe, discesero con il loro carro celeste avvolto di fiamme, e lì posero la loro sede, poi presero in moglie le figlie degli Uomini, tutte quelle che volevano, in gran numero, per generare molti figli da ognuna di loro.

E dai Figli degli Dei e dalle figlie degli Uomini nacquero in gran numero i Giganti, a centinaia, il cui aspetto era simile agli Uomini, ma portavano il segno della grandezza dei loro padri celesti.

Alti essi erano, quasi il doppio degli Uomini, e sei dita avevano nelle mani e nei piedi, come i loro padri. Bianca era la loro pelle, e candidi come la neve i loro capelli. Brillanti come stelle d’oro erano i loro occhi, e la loro forza era smisurata, così come la loro sapienza.

E quando essi crebbero e diventarono adulti, si resero conto di essere senza pari nel mondo dei mortali, e sentendosi superiori a tutti, ambirono di conquistare il mondo e soggiogarlo sotto il loro dominio.
I  primi Giganti fondarono la grande città di Thyuram in riva al mare, e dal suo grande porto partirono le loro immense navi per raggiungere tutte le terre abitate e anche quelle deserte, per porvi il loro dominio. Ovunque giungessero, essi fondavano i loro avamposti, e insegnavano ai

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