Subito dopo Loraisan se ne andò via, sognando un futuro in
cui avrebbe potuto viaggiare in lungo e in largo per il grande Regno Aureo.
Velthur invece andò a cercare qualcosa in uno dei suoi
immancabili libri di storia e segreti antichi. Trovò quello che voleva sapere
in breve tempo, perché aveva una buona memoria per gli argomenti scritti. In un
libro di storia dell’alchimia, c’era un capitolo chiamato Leggende sui segreti alchemici dei Giganti Antidiluviani.
Il brano che gli interessava raccontava questo:
I Nani dello Zerennal
Baras, nelle viscere delle Montagne della Luna, hanno molte tradizioni sul
conto dei Giganti Antidiluviani, poiche, per il fatto di essere passati indenni
attraverso il cataclisma del Diluvio, essi hanno potuto ricordare la storia
antidiluviana in modo molto più vasto e profondo di noi Uomini.
Essi affermano di aver
condiviso con i Giganti parecchi dei segreti della loro alchimia, in particolar
modo la fabbricazione e l’uso di quelli che chiamano gli sbriciolatori
alchemici, che agli Uomini moderni sono pressoché sconosciuti, anche se certi
ceselli alchemici per scultori si avvicinano per certi aspetti a questi
straordinari strumenti.
Gli sbriciolatori sono
delle aste metalliche di una lega di argento, argentovivo e argentolieve, con
una punta conica di un cristallo particolare, simile al diamante alchemico, che
si illumina di una luce blu non appena qualcuno prende in mano l’asta di
metallo. Se mentre lo si impugna, si tocca una pietra o un qualsiasi altro
oggetto solido, esso si sbriciola in polvere finissima, con la sola forza di
volontà di chi lo imbraccia.
Essi lo usano per
scavare le gallerie del loro regno in brevissimo tempo e con scarsa fatica.
I Nani non hanno mai
voluto rivelare agli Uomini questo segreto alchemico, in nessun caso, perché
gli sbriciolatori possono essere usati anche come arma. Se la punta toccasse un
corpo vivente, lo ridurrebbe in poltiglia liquida in pochi istanti.
La potenza di questo
strumento è proporzionale alla potenza del farthankar di chi lo impugna, come per tutti gli strumenti di lavoro che
impiegano forze alchemiche.
I Nani raccontano
inoltre che i Giganti, nel passato remoto prima del Diluvio, riuscirono a
carpire loro il segreto degli sbriciolatori di pietre, ma non li impiegarono
come arma, bensì per scavare le miniere, esattamente come fanno i Nani. Si
ritiene che essi li abbiano usati anche per scolpire il Kadatlas negli ultimi
secoli prima del Diluvio.
Questa idea è nata dal
recente ritrovamento di un’antica iscrizione antidiluviana da parte di un
navigatore che aveva dei commerci con le regioni interne della Terra di Khaam,
proveniente presumibilmente dalla regione delle Grandi Piramidi, e in cui si
parla, nell’antica lingua quiru, di strumenti chiamati Scalpelli di Luce
Divina, la cui descrizione sembra corrispondere agli sbriciolatori alchemici.
Velthur, per la prima volta da che era cominciata quella
storia sette anni prima, dopo tutto quello che era successo e che aveva visto,
sentì una nuova fortissima emozione, ma ben diversa da quelle di prima.
Non più terrore, orrore, sconcerto, angoscia, rabbia,
incertezza. Ma una gioia immensa. Inspiegabile. Come se avesse trovato
finalmente il centro del mistero. E quel mistero fosse una cosa bellissima.
Come se fosse sicuro che sarebbe stato Loraisan ad essere la chiave d’accesso a
quel mistero. Non sapeva dire perché, ma in qualche modo, era Loraisan la
chiave di tutto, il centro del mistero. Lui, e non Aralar e le sue pazzie.
Loraisan aveva delle facoltà davvero straordinarie, forse la
facoltà di penetrare nel mistero con la sola forza della sua mente. Restava
solo da stabilire se era il caso di farglielo capire subito, o solo quando
fosse stato più grande. Sempre se ci fosse stato il tempo di aspettare che
fosse stato più grande, prima che succedesse qualcosa di irreparabile.
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