Il medico sentì un tuffo al cuore. Si sentì impotente di
fronte alla verità smascherata.
«Non parlare mai di quella storia! Aralar è stato ucciso e
non si sa da chi, ma non è stato ucciso da alcuna forza misteriosa! Pare che
avesse delle amicizie losche, e una di loro l’ha ucciso, forse. Dì a Eukeni che
non ti racconti mai più di queste storie, altrimenti dovrò dire io ai tuoi di
tapparle la bocca! Cosa c’entra poi quella storia con quello che devi imparare
tu? Vuoi conoscere tutte le cattiverie che succedono a questo mondo? Non è per
quello che sei qui!».
Loraisan soffocò le lacrime. Era un bambino che piangeva
troppo facilmente.
«No, è che…. A me sembra che nascondano troppe cose. Quando
faccio delle domande, capita troppe volte che mi dicono che certe cose non le
devo sapere, o che non le posso capire…. ».
«Loraisan, ti sei mai chiesto se per caso sei tu che fai
troppe domande? Voler conoscere le cose è un bene, ma tu esageri! Ogni cosa ha
il suo tempo, e tu vuoi bruciare le tappe. Per imparare tante cose, ci vogliono
anni, e per imparare tutto non ti basterebbero cento vite! Hai tutta la vita
davanti, hai tutto il tempo per imparare. Tu devi pensare solo ad apprendere
ciò che ti insegno, poi un giorno sarai capace di studiare per conto tuo, senza
dover fare domande a tutti quanti. Allora nessuno ti potrà nascondere niente,
perlomeno di ciò che è importante sapere…».
«Non mi potranno nascondere neanche il perché in questo
libro ci sono delle cose che non capisco?».
«Neanche quello. Le uniche cose che non capirai, saranno
quelle che nessuno capisce».
«Ci sono delle cose in questo libro che nessuno capisce?».
«Oh, ci sono tanti libri a questo mondo che dicono cose che
nessuno capisce. Non è che perché impari a leggere, poi impari a comprendere
tutto».
«Ma se ci sono libri che dicono cose che nessuno capisce, a
cosa servono?».
«Chi li ha scritti, credeva di scrivere cose che sarebbero
state capìte. Ma si sbagliava…. capita».
«Capita spesso?».
«Direi di no. Ma quando comincerai a leggere un libro,
dovrai sempre tenere conto che forse ci saranno delle cose che non capirai, o
che capirai con molta difficoltà, e che magari potrai capire solo dopo molto
tempo. Io certi libri ho dovuto rileggermeli parecchie volte, prima di capirli
veramente. E alcuni all’inizio mi sembrava che dicessero delle cose molto
interessanti, quando ero giovane, ma quando li ho riletti anni dopo, divenuto
ormai un uomo maturo, mi sono reso conto che dicevano parecchie sciocchezze, o
cose inesatte. Così capiterà anche a te. Quindi non ti devi preoccupare del
fatto che ci sono cose che non capisci, al momento. Devi avere pazienza, tutto
qua».
La discussione terminò là. Apparentemente, Loraisan si era
rassegnato a non investigare più la questione. Ma a Velthur la lezione di quel
giorno rimase particolarmente impressa. Sentiva una profonda soddisfazione,
perché aveva intuito che un giorno Loraisan avrebbe dato del bel filo da
torcere a sua madre e ai suoi amici sacerdoti, con le sue domande e le sue
perplessità.
Lui, il medico apostata, non aveva potuto spiegargli che le
contraddizioni che aveva letto nel Tinsina
Entinaga erano dovute al fatto che in tutti quei millenni la religione e le
sue credenze erano cambiate. Erano cambiati gli Dei e il loro culto, e le
dottrine che insegnava il Nunarsha Silal, il culto nazionale di Sil, erano assai
diverse dall’antica religione di Sin, ancora seguita dagli sconosciuti autori
del Tinsina Entinaga, nei primi
secoli dopo il Diluvio.
Non aveva potuto spiegargli che il Tinsina Entinaga nonostante parlasse di credenze e culti ormai
abbandonati veniva considerato un libro sacro, solo perché la tradizione voleva
così, e i sacerdoti non potevano ammettere che gli Dei cambiavano con il tempo,
così come il modo di pregarli e di concepirli, e del pari anche le norme di
vita ad essi legate.
Non aveva potuto spiegarglielo, a causa della promessa che
aveva fatto a Syndrieli, ma a lungo andare Loraisan l’avrebbe capito da solo,
se avesse continuato a studiare assieme a lui.
Forse un giorno anche lui avrebbe chiesto di diventare un
Avennar, un seguace della dottrina della Legge Universale che regge tutte le
cose.
Sarebbe stata la sua rivalsa contro quella comunità bigotta
e arretrata, nella quale bene o male non aveva mai potuto uscire del tutto dal
suo isolamento.
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