piccoli Uomini le arti
del vivere civile, sottraendoli alla vita dei boschi, portandoli a vivere nelle
città e nei villaggi, sotto il loro governo.
Da loro vennero l’arte
dell’agricoltura, della pastorizia, dell’architettura, della medicina e della
scrittura. Essi diffusero la loro lingua e i loro costumi su tutta la Madre
Terra, e tutti gli Uomini sotto il loro dominio parlavano una sola lingua in
tutto il mondo.
Non c’era differenza
fra i popoli, né esistevano nazioni diverse, perché esisteva solo l’impero dei
Giganti, che anche se erano molto meno numerosi degli Uomini, dominavano con
scettro di ferro e man mano che il loro potere cresceva, guardavano con sempre
maggior disprezzo alla stirpe delle loro antiche madri.
Ottomila anni durò il
loro immenso impero, prima che arrivassero le acque del Diluvio. Quella fu la
lunga epoca in cui vissero i grandi eroi e i re condottieri dell’antichità,
famosi per la loro potenza e la loro sapienza.
All’inizio essi
vissero sotto la guida dei loro padri divini, che li trattenevano dal diventare
troppo orgogliosi, e a non voler scalare il cielo verso la sede di Sin e degli
altri Dei.
Ma un giorno il Grande
Toro dei Cieli si accorse di ciò che avevano fatto i Veglianti, gli splendenti
Querna Aisan avvolti di luce come le stelle, e li convocò nell’alto dei cieli,
oltre il firmamento.
«Perché avete voluto
discendere su Kellur e prendere come mogli le figlie degli Uomini? Perché avete
voluto generare dei figli da esse? Ecco, essi sono per metà divini e per metà
mortali, hanno in essi il sangue di entrrambi, e partecipano di entrambe le
nature, che sono diverse, perché le cose del cielo non sono come le cose della
terra.
Io non vi avevo
concesso di mescolare il vostro sangue con quello degli Uomini, e non vi avevo
concesso di cambiare la mia creazione a vostro piacimento. Andate dunque via da
Kellur, nella prigione celeste in cui rimarrete fino a quando non avrete
estinto il vostro debito alla giustizia! Là rimarrete soli a compiere grandi
fatiche, fino a quando la colpa del vostro orgoglio non sarà stata estinta!».
E i Veglianti, i
Querna Aisan splendenti di luce, dovettero andarsene dalla Madre Terra e
dimorare in una regione del cielo che porta il loro nome: la costellazione del
Vegliante.
A quel punto, Velthur disse a Loraisan che poteva smettere.
Si vedeva che era stanchissimo. Era un brano parecchio lungo da leggere per un
bambino che aveva appena imparato a farlo.
«Ti è piaciuta la storia?».
«Sì, molto. La storia che mi aveva raccontato la nonna Aranthi era molto più breve. E poi
era anche diversa. Diceva che era Sil ad aver creato gli Uomini, e non Sin. Ma
scusate, dottor Laran. Sin sarebbe Silen, il Dio del Santuario d’Ambra? O non
potete dirmi neanche questo?».
«No, no. Queste cose te le posso dire. Non ti posso parlare
di dottrine religiose, ma di storia della religione sì. E la risposta è: sì.
Silen è Sin. Il nome antico del Dio della Luna è Sin, quello che si usava
secoli e secoli fa, poi il nome è diventato Silen, a volte anche Selen, o Selun,
nelle regioni del sud. I Sileni prendono il nome da lui, perché essi adorano la
luna».
«I Sileni adorano Silen? Non lo sapevo….».
«No, a dire il vero non lo adorano affatto. Loro adorano la
luna, ma per loro è una Dea, non un Dio. Però i Thyrsenna, vedendo appunto che
pregavano la luna, gli hanno dato il nome del Dio della Luna».
«Ah, adesso capisco. E ora potrò andare a casa a dire alla
nonna che si è sbagliata a raccontarmi la storia della creazione degli
Uomini….».
«No, Loraisan. Ti prego di non farlo. Tua nonna non si è
sbagliata».
«Come sarebbe a dire, dottore? C’è scritto qui che è stato
Sin a creare gli Uomini. E tra l’altro è stato lui a mettere la guarnigione dei
Veglianti a sorvegliare Kellur. Ed è stato anche lui ad arrabbiarsi perché i
Veglianti avevano fatto l’amore con le figlie degli Uomini…. Anche quella parte
della storia la nonna me l’ha raccontata diversa. Ma tanto diversa, anche.
Mi ha detto che i Querna Aisan si erano ribellati a Sil, e tra l’altro
lei li ha chiamati con un altro nome, li ha chiamati Demoni Splendenti, e mi ha
anche detto che Sil per questo motivo li aveva
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