giovedì 2 febbraio 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 323° pagina.


piccoli Uomini le arti del vivere civile, sottraendoli alla vita dei boschi, portandoli a vivere nelle città e nei villaggi, sotto il loro governo.

Da loro vennero l’arte dell’agricoltura, della pastorizia, dell’architettura, della medicina e della scrittura. Essi diffusero la loro lingua e i loro costumi su tutta la Madre Terra, e tutti gli Uomini sotto il loro dominio parlavano una sola lingua in tutto il mondo.

Non c’era differenza fra i popoli, né esistevano nazioni diverse, perché esisteva solo l’impero dei Giganti, che anche se erano molto meno numerosi degli Uomini, dominavano con scettro di ferro e man mano che il loro potere cresceva, guardavano con sempre maggior disprezzo alla stirpe delle loro antiche madri.

Ottomila anni durò il loro immenso impero, prima che arrivassero le acque del Diluvio. Quella fu la lunga epoca in cui vissero i grandi eroi e i re condottieri dell’antichità, famosi per la loro potenza e la loro sapienza.

All’inizio essi vissero sotto la guida dei loro padri divini, che li trattenevano dal diventare troppo orgogliosi, e a non voler scalare il cielo verso la sede di Sin e degli altri Dei.

Ma un giorno il Grande Toro dei Cieli si accorse di ciò che avevano fatto i Veglianti, gli splendenti Querna Aisan avvolti di luce come le stelle, e li convocò nell’alto dei cieli, oltre il firmamento.

«Perché avete voluto discendere su Kellur e prendere come mogli le figlie degli Uomini? Perché avete voluto generare dei figli da esse? Ecco, essi sono per metà divini e per metà mortali, hanno in essi il sangue di entrrambi, e partecipano di entrambe le nature, che sono diverse, perché le cose del cielo non sono come le cose della terra.

Io non vi avevo concesso di mescolare il vostro sangue con quello degli Uomini, e non vi avevo concesso di cambiare la mia creazione a vostro piacimento. Andate dunque via da Kellur, nella prigione celeste in cui rimarrete fino a quando non avrete estinto il vostro debito alla giustizia! Là rimarrete soli a compiere grandi fatiche, fino a quando la colpa del vostro orgoglio non sarà stata estinta!».

E i Veglianti, i Querna Aisan splendenti di luce, dovettero andarsene dalla Madre Terra e dimorare in una regione del cielo che porta il loro nome: la costellazione del Vegliante.



A quel punto, Velthur disse a Loraisan che poteva smettere. Si vedeva che era stanchissimo. Era un brano parecchio lungo da leggere per un bambino che aveva appena imparato a farlo.

«Ti è piaciuta la storia?».

«Sì, molto. La storia che mi aveva raccontato  la nonna Aranthi era molto più breve. E poi era anche diversa. Diceva che era Sil ad aver creato gli Uomini, e non Sin. Ma scusate, dottor Laran. Sin sarebbe Silen, il Dio del Santuario d’Ambra? O non potete dirmi neanche questo?».

«No, no. Queste cose te le posso dire. Non ti posso parlare di dottrine religiose, ma di storia della religione sì. E la risposta è: sì. Silen è Sin. Il nome antico del Dio della Luna è Sin, quello che si usava secoli e secoli fa, poi il nome è diventato Silen, a volte anche Selen, o Selun, nelle regioni del sud. I Sileni prendono il nome da lui, perché essi adorano la luna».

«I Sileni adorano Silen? Non lo sapevo….».

«No, a dire il vero non lo adorano affatto. Loro adorano la luna, ma per loro è una Dea, non un Dio. Però i Thyrsenna, vedendo appunto che pregavano la luna, gli hanno dato il nome del Dio della Luna».

«Ah, adesso capisco. E ora potrò andare a casa a dire alla nonna che si è sbagliata a raccontarmi la storia della creazione degli Uomini….».

«No, Loraisan. Ti prego di non farlo. Tua nonna non si è sbagliata».

«Come sarebbe a dire, dottore? C’è scritto qui che è stato Sin a creare gli Uomini. E tra l’altro è stato lui a mettere la guarnigione dei Veglianti a sorvegliare Kellur. Ed è stato anche lui ad arrabbiarsi perché i Veglianti avevano fatto l’amore con le figlie degli Uomini…. Anche quella parte della storia la nonna me l’ha raccontata diversa. Ma tanto diversa, anche.
Mi ha detto che i Querna Aisan si erano ribellati a Sil, e tra l’altro lei li ha chiamati con un altro nome, li ha chiamati Demoni Splendenti, e mi ha anche detto che Sil per questo motivo li aveva

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