«Signore e Padre
dell’Universo Mondo, non farlo. Non sterminare la vita della Madre Terra, solo
per distruggere la stirpe dei Giganti. Non lasciare che venga sterminata anche
la stirpe degli Uomini, poiché essi sono stati trascinati al male dal potere
dei Giganti, ed essendo sotto il loro dominio, non si possono ribellare ai loro
errori».
Ma Sin fu
irremovibile, e allora Sogar cercò di fare in modo che la stirpe degli Uomini
non venisse sterminata del tutto.
Egli inviò i suoi
messaggeri, i Figli di Sogar, i Figli dell’Abisso, dalle profondità delle acque
per avvertire colui che era destinato a salvare la stirpe degli Uomini.
Viveva e governava
nella città di Shurtenokh, sulle rive meridionali del Grande Oceano, un Re
degli Uomini di nome Manowa, che era un uomo giusto.
Egli, come tutti gli
Uomini, doveva ubbidire al dominio dei Giganti, ma non volle partecipare ai
loro crimini e alla loro superbia.
I Figli degli Abissi
gli dissero: «Il Dio dell’Abisso ti comanda di costruire una grande arca di
legno e bronzo, ma non costruirla sulla rive dell’oceano, bensì in cima alla
montagna, poiché la grande ondata che travolgerà la terra arriverà fino a lì.
Essa dovrà essere alta
dieci stature di Gigante, larga cinquanta e lunga duecentocinquanta. Dovrai
mettervi dentro tutta la tua famiglia e tutto il tuo popolo, uomini, donne e
bambini, e tutto il bestiame e le sementi dei tuoi campi e dei tuoi frutteti, e
dovrai farlo quando te lo diremo noi. In quel giorno, tu vedrai scendere dal
cielo una stella con una grande fiammata, e precipitare nell’oceano, oltre
l’orizzonte. Quello sarà il giorno della fine di tutto.
Tu e il tuo popolo e
tutto il bestiame cadrete nel grande sonno di Sogar dopo essere entrati
nell’Arca, e vi risveglierete solo quando sarà tempo di tornare alla vita».
Così Manowa ubbidì al
volere di Sogar e costruì l’Arca del Diluvio secondo i dettami dei Figli
dell’Abisso, in cima a un monte vicino alla città di Shurtenokh.
Quando Sin fu sul
punto di scagliare la stella Bal su Kellur, i Figli dell’Abisso avvertirono
Manowa e i suoi di recarsi dentro l’Arca, e quando tutto il popolo di
Shurtenokh e tutto il suo bestiame furono entrati, e furono caduti nel grande
sonno dell’Abisso, Manowa vide una stella rossa precipitare dal cielo oltre
l’orizzonte sull’oceano.
Terribile fu la caduta
della stella Bal. L’acqua dell’oceano evaporò, toccata dalla grande fiamma
celeste, e formò fitte nuvole che coprirono l’intera Madre Terra, cosìcché la
tempesta colpì ogni luogo, e una pioggia furiosa cadde ovunque per quaranta
giorni e quaranta notti.
La caduta della stella
Bal provocò anche una grande ondata, un’immensa marea che travolse tutto quello
che trovò di fronte a sé. Dilagò per le pianure di tutta Kellur, e si fermò
solo alle cime delle montagne.
Le acque dell’Abisso
strapparono l’Arca dalla cima del monte, e la trascinarono con sé nell’oceano,
e per quaranta giorni e quaranta notti essa galleggiò sulle acque, alla
deriva…..
Velthur gli disse di smettere, anche questa volta Loraisan
era molto stanco. Ma dimostrava sempre un grande impegno.
«Proprio adesso che ero quasi arrivato alla fine della
storia!».
«Ma tu lo sai come è andata a finire, no? Chissà quante
volte tua madre o tua nonna te l’hanno raccontata, la storia del Diluvio».
«Sì, ma leggerla è una cosa completamente diversa. Nel libro
ci sono altre cose che nessuno mi aveva mai raccontato. Per esempio, il nome
della città di Manowa non me l’aveva ancora detto nessuno».
«È un po’ difficile da ricordare, in effetti, dato che è un
nome antico, che appartiene alla lingua antidiluviana. Comunque, come ti ho già
detto, devi avere pazienza. La prossima volta finiremo il capitolo del
Diluvio».
«Non sapevo neanche che fossero stati questi Figli
dell’Abisso ad avvertire Manowa. Mi avevano raccontato che era stato Sogar in
persona a farlo. Chi sono i Figli dell’Abisso? Sono i Sagusei, vero?».
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