Syndrieli parlò animatamente.
«A noi sinceramente fa paura quello che dice, ma ci fa una
pena…. Sembra così fragile, spaventata, e poi aspetta un bambino…. vorremmo
tenerla noi. Il posto ce l’abbiamo e ci potrebbe aiutare nel lavoro dei
campi….».
«Conosce la legge, Syndrieli. Ogni cittadino di Veltyan deve
dichiarare alle autorità locali se ospita in casa una persona sconosciuta. Non
potete nasconderla o rischiate grosso, soprattutto se dovesse risultare che
ospitate una fuorilegge. Finireste in galera per averla protetta ed ospitata».
«Andiamo, dottore! – sbottò Larsin – Guardala! Ti sembra una
malfattrice? Semmai è una ragazza fuggiasca a causa di una gravidanza
imprevista…. mi sembra abbastanza chiara la cosa. E forse è un poco matta, sì.
Ma non mi sembra certo una matta pericolosa…. solo strana».
«A proposito… ha detto qualcosa d’altro, oltre alla sua
presunta provenienza?».
«Oh, non molto! Quando ha insistito nel dire che veniva
dalla Valle dei Gigli, io ho cercato di farle capire che non era possibile,
perché là non ci viveva più nessuno da alcuni secoli, e allora lei mi ha detto
che non si ricordava più la data in cui ci trovavamo, nemmeno l’anno… e mi ha
chiesto di dirglielo. Quando gliel’ho detto, mi ha guardato in modo strano, e
mi ha detto che proprio non riusciva a ricordare niente, neanche la sua data di
nascita. Poi si è rincantucciata nel letto come un bambino piccolo, e si è
messa a piangere! Sì, insomma… è proprio strana!».
«Già… molto strana. Vi è sembrata spaventata, reticente alle
domande?».
Questa volta fu Syndrieli a rispondere.
«Mah… a dire il vero non le abbiamo fatto tante domande.
Abbiamo pensato che forse era meglio aspettare un po’. E non ci è sembrata
spaventata. Preoccupata per il figlio che porta in grembo, questo sì. Quando le
ho portato da mangiare ha detto che si sarebbe sforzata di mangiare tutto
perché doveva pensare al suo piccolo.
Ho pensato cento volte di chiederle se stesse scappando da
qualcuno, di chi era il figlio che stava portando in grembo, se era un
brigante, o un nobile, o un sacerdote, ma mi sono limitata ad osservarla. Le
sue mani non sono mani da contadina, anzi tutto il suo corpo ha qualcosa di
straordinario: non ha una sola imperfezione, nessuna impurità sulla pelle,
sembra la pelle di un neonato, eppure avrà circa vent’anni, forse di più.
Quando ho notato questo, mi sono fatta un romanzo in testa:
ho pensato che potesse essere la rampolla di qualche famiglia nobile che è
rimasta incinta di qualche poveraccio di cui si era innamorata, e per poterlo
sposare, o forse solo per tenersi il figlio, è fuggita dalla sua villa. Se
fosse così, rischieremmo di trovarci di fronte a casa qualche gendarme inviato dalla
sua famiglia».
«Come spiegazione, è la più facile da pensare. Ma
l’apparenza a volte inganna. Se permettete, ora vorrei visitarla, controllare
lo stato della sua gravidanza, e interrogarla sulla sua identità, e speriamo
che voglia rispondermi».
Larsin e Syndrieli lo accompagnarono alla veranda sul retro
del casone. Là, sotto il portico dagli archi di legno, stava seduta Thymrel su
di una poltrona di vimini, riposando dalla calura estiva e osservando i meli
del frutteto che si inerpicava sull’ampio fianco della bassa collina di
proprietà dei Ferstran. In cima si scorgeva la casa della sorella minore di
Syndrieli, che aveva ricevuto in proprietà sua e dei suoi figli dalla madre
Aranthi quel piccolo casolare e un appezzamento di terra dall’altra parte della
collina.
Appena li vide, Thymrel sorrise loro e chiese a Syndrieli se
anche la casa che si vedeva lassù era dei Ferstran.
«È di mia sorella Maeliani. Nostra madre, il capofamiglia,
ha voluto darle quella casetta perché ha più figli di me, e riteneva giusto che
avesse uno spazio suo.. Perché t’interessa saperlo?».
«Così. Mi piacciono le case in collina. La mia casa invece
era nel fondo valle, quando vivevo nella Valle dei Gigli».
Syndrieli si irrigidì, ma non disse niente. Larsin volse lo
sguardo al cielo, agitando le mani giunte in un’invocazione a qualche divinità.
Thymrel sembrava incantata dal panorama della collina e
della casa in lontananza, come se vedesse qualcosa del genere per la prima
volta in vita sua.
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