venerdì 9 settembre 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 192° pagina


Il volto era ancora peggio: la bocca era grande, rotonda e a ventosa, e gli occhi erano due globi sporgenti, grandi come mele, ma nere. Non aveva né naso, al suo posto aveva un’unica narice triangolare, come uno sfiatatoio. E i suoi capelli…. Beh, io non so cosa fossero, ma penso non fossero capelli…. Hai presente i pistilli dei fiori? O le antenne delle lumache? Praticamente, una foresta di antenne gelatinose e azzurre, di un azzurro intenso che ricordava un po’ le pietre di turchese, che sporgevano dal suo cranio come una foresta cascante, come un salice piangente…. Insomma, una cosa veramente orribile e sconosciuta.

Per un secondo, ho pensato ad un orribile scherzo, a qualcuno che si fosse messo un costume in maschera per spaventare la gente, ma osservandolo, capii che quello non era un costume, aveva l’aspetto di qualcosa di vivo… vedevo delle pulsazioni sotto la pelle, ai lati del collo, e sulle costole, dove c’erano delle fessure, come delle branchie di squalo… ho avuto l’impressione che respirasse attraverso quelle fessure nel torace.

Se fossi più paralizzata dal terrore, o dallo stupore, non saprei dire. Semplicemente, non riuscivo a credere a quello che vedevo, soprattutto perché non capivo perché la gente attorno non si accorgesse di quel mostro bianco e azzurro. Ti giuro su tutti gli Dei: l’ho visto bene, l’ho osservato in tutti i suoi particolari, perché avanzava lentamente, a poca distanza da me.

Io continuavo ad osservarlo e poi mi sono accorta che la gente finalmente ha cominciato ad urlare selvaggiamente, ma poco dopo mi sono resa conto anche che si stava spaventando per cose che io non vedevo, come loro non vedevano quello che vedevo io.

E a quel punto è successa una cosa ancora più strana. Quando la gente ha cominciato a urlare e cadere per terra o fuggire di qua e di là dicendo di vedere cose spaventose, l’essere ha cominciato a guardarsi intorno, e sembrava… sorpreso. Come se non capisse perché la gente si spaventasse tanto attorno a lui.

E poi…. poi ha guardato me. Si è accorto che io lo guardavo, e ha risposto al mio sguardo e…. lo so che sembra ridicolo. Ma in quel momento quella cosa si è spaventata a causa mia! Capisci, Velthur? Si è messa le sue enormi mani palmate, con sette dita che terminavano in piccole ventose, e si è coperta la faccia come se non volesse che gliela guardassi, ritraendosi.

Neanche per un istante ho pensato che stessi vedendo un miraggio, un’allucinazione. Come ti ho detto, mi appariva del tutto reale.

Avrei voluto fuggire, ma avevo i piedi inchiodati a terra e lo sguardo inchiodato negli occhi neri dell’essere, che continuava a fissarmi e a ritrarsi, spaventato.

E allora ha mandato anche dei suoni, come dei piccoli versi gutturali, si è voltato e se ne è andato. L’ho visto sparire tra la folla, verso la strada lastricata.

A quel punto io ho fatto una cosa folle: l’ho inseguito. Camminava a una velocità incredibile, perché aveva quelle gambe lunghissime, ma io ho cominciato a correre, cercando di evitare la gente che si agitava impazzita. E poi…. poi è saltato fuori quell’altro!».

«Ce n’era un altro??? Un altro mostro come quello?».

«No, peggio! Un mostro ancora più spaventoso. Non perché fosse più orribile, era solo molto più grosso…e completamente nero, a parte gli occhi che erano rossi. Aveva la forma di un uomo gigantesco, con due enormi ali nere sulle spalle. Non aveva un volto, o perlomeno non gliel’ho visto. Aveva solo due grandi occhi che splendevano di una luce rossa.

 Rossa come era il sole in quegli stessi momenti di delirio.

Ma non era finita lì, dopo ho visto altre due cose che mi hanno molto sorpreso. I due mostri si sono visti l’un l’altro, si sono guardati, e il primo mostro, quello bianco e azzurro, si è bloccato e si è spaventato, più che quando ha visto me. Ha mandato un verso acuto, stridulo, e poi è fuggito in direzione del bosco, oltre la strada, e in quel momento è successa l’altra cosa sorprendente.

Prima mi era sembrato che scivolasse fra la gente come un fantasma, senza toccare nessuno. Poi ho visto distintamente che ha urtato un uomo, e l’ha gettato a terra! Insomma, quello che stavo vedendo non era un’allucinazione, anche se lo vedevo solo io.
L’altro mostro, invece, ha dispiegato le sue grandi ali, e allora ho visto che sembravano un po’ come quelle di una farfalla, membranose, con una serie di sottili venature, o di cartilagini, che le

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