«Tornerete a trovarlo, dottore? Penso che ne varrebbe la
pena… ma ci vada ben armato, se possibile».
«Non lo so cosa farò, ma perlomeno abbiamo dimostrato che il
belk è in effetti avvenuto proprio
quassù. Ora, se conoscessimo qualcuno che abbia dei contatti con le Fate, in
modo da domandargli cosa è successo qui….».
«Se il vecchio Prukhu si rifacesse vivo…. Ma è dal Tinsi
Kerris che non lo si vede più!».
«E forse non lo vedremo più, Larsin. Poco dopo il Tinsi
Kerris è venuto a trovarmi praticamente per dirmi addio. Mi ha detto che doveva
andare alle Colline di Leukun, a subìre una specie di processo o qualcosa del
genere… ».
«Non me l’avevi mai detto prima!».
«No, è vero. Perché speravo che si rifacesse vivo presto.
Adesso invece temo che davvero non tornerà. E dopo quello che è successo, mi
verrebbe voglia di andare io fino alle Colline di Leukun, per parlare con le
Fate, ma io non ho nessuna confidenza con loro, e se non si è loro amici, loro
non ti rivelano nulla».
«Ma Prukhu sì, che era vostro amico!».
«Sì, ma lui diceva di aver commesso una colpa grave: aver
rivelato uno dei misteri del belk mentre era ubriaco durante la festa del Tinsi
Kerris. Una cosa che le Fate non possono perdonare facilmente. Se io vado da
loro e chiedo di poter incontrare Prukhu, non credo proprio che mi verranno
incontro, neanche se sono suo amico».
«È per quella cosa che è sparito, dunque! Io ero là! Non ho
neanche capito cosa ha detto Prukhu mentre urlava ubriaco, ma c’è stato un mio
amico, Arnith Gamarran , che mi ha detto
qualcosa…. Oh, demoni degli inferi! Aveva parlato del belk e dei suoi misteri! Anche lui era uno di quelli che
frequentavano il belk da giovane! Mi
ha accennato qualcosa riguardo l’Ottava Stirpe e mi ha detto che Prukhu,
nominandola, si era messo in guai seri….. ».
Velthur si sentì di nuovo gelare. Avrebbe voluto dire a
Larsin di stare zitto, ora che anche lui aveva accennato a Loro. Ma non voleva far capire di saperne anche lui qualcosa.
«Il tuo amico Arnith aveva ragione, senza alcun dubbio. E io
non ci posso fare niente. Ma Prukhu sicuramente ci sarebbe d’aiuto, adesso».
«Chiedere a qualche strega
se può intercedere per noi presso le Fate…la cugina di mia moglie, per
esempio! Lei sì che si vanta spesso di conoscere le Fate. Ma sai una cosa? Non
abbiamo chiesto all’eremita se per caso ha visto un mostro alato come quello
che avrebbe visto Hermen. Dopo quello che è successo, magari ci potrebbe
raccontare qualcosa di interessante».
«Ho come l’impressione che se quell’eremita sa qualcosa, non
ce lo verrebbe a dire. Ci credi, tu, che non si sia accorto che gli
organizzavano un belk sopra casa
sua?».
«Certo che no…. io infatti non pensavo di chiederglielo con
le buone!».
«No grazie, niente forzature…. io già non piaccio per niente
ai preti. Se venissi accusato di aver minacciato un sacerdtote monaco, potrei
dire tranquillamente addio al mestiere di medico».
Rimasero là, ai piedi del colle, ancora per qualche minuto,
scrutando nel bosco se si vedevano spuntare le forme scure dei grossi gatti. Ma
non si sentiva e non si vedeva nulla. Tutto era tornato nel silenzio spettrale
che li aveva seguiti fin da quando erano saliti sul monte.
Si decisero quindi a tornare verso le loro case, con la
calma.
Mentre ritornavano verso Arethyan, venne loro l’idea di
farsi un bel bagno nel fiume per togliersi la polvere dei sentieri impastata di
sudore..
La strada passava accanto ad un’ansa ghiaiosa, il cui
livello si era un po’ alzato durante gli ultimi giorni, per una serie di
acquazzoni avvenuti più a monte.
La corrente del fiume, appena scesa dai monti, era
freddissima, e spargeva nell’aria afosa della tarda estate una piacevole
frescura.
Se ne stettero a conversare nudi nell’acqua bassa, fra i rotondi
sassi di fiume bianchi, rossastri, grigi e verdazzurri, ragionando su quello
che avevano visto, tenendo d’occhio vestiti ed averi lasciati sui ciottoli
asciutti.
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