giovedì 2 giugno 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 106° pagina.


Larsin decise di uscire in fretta, prima che Thymrel si accorgesse della sua paura. Un’altra strana coincidenza che andava ad aggiungersi a tutte le altre. Il suo scetticismo da uomo semplice e concreto ormai stava cedendo.
Syndrieli era appena andata a letto e lo stava aspettando.
Entrando in camera, non le disse quello che gli aveva raccontato. Le disse solo che non riusciva a tranquillizzarsi per quella storia, e che avrebbe voluto parlare ancora con il dottore.
Si lavò i piedi nella tinozza per togliersi la polvere che aveva raccolto nei sandali per le strade del paese, e poi si mise a letto.
Non poté fare a meno di dare un’occhiata fuori dalla finestra, nel buio quasi totale, dove solo una lampada perenne illuminava il cortile.
Prima di coprire la lampada perenne della camera chiudendo i suoi sportellini curvi di legno, Larsin chiese: «Quanto ci costerebbe far impiantare le tubature dell’acqua corrente nella nostra fattoria?».
«Non lo so…. tanto, non credo che potremmo permettercelo».
«Stavo pensando che forse presto potremo affittare delle camere ai pellegrini che arriveranno qua. Varrebbe la pena mettere l’acqua corrente. Li attirerebbe di più fermarsi da noi. Sai che pare che la Regina in persona verrà a farci visita?».
«No, davvero? Ma allora è una cosa proprio grande!».
«Grandissima. Me l’ha detto il dottore, che l’ha saputo a sua volta dalla Reverenda Madre Axili. Se l’ha detto lei, c’è da crederci. Questa faccenda del Santuario di Silen ci sta rendendo famosi, e quindi è probabile che ci renderà anche ricchi tutti quanti. E il fatto di essere amico di Maxtran potrebbe tornare a nostro vantaggio».
«Vediamo di non farci troppe illusioni, però… ».
«Ho solo l’illusione di farmi fare l’acqua corrente in casa, come nelle case di città. Non certo di farmi costruire una villa».
«E quando dovrebbe arrivare, la Regina?».
«Non lo so, non c’è niente di sicuro. Velthur ha detto che la Regina ha solo espresso l’intenzione di venire a visitare il Santuario, da quel che ho capito non c’è niente di deciso».
«E ti pareva! Solite chiacchiere d’osteria! Accidenti a te e al dottore!».
«Staremo a vedere, va bene?».
«Dici tanto degli altri, ma anche tu ogni tanto ti lasci andare ai sogni….».
«Quel tanto che basta per sperare in un futuro migliore, non di più».
«Un futuro migliore per me è qualcosa di più delle tubature dell’acqua corrente».
«Ma è già un buon inizio. Pensa, potersi lavare tutte le volte che vuoi, tu che ci tieni tanto alla pulizia».
E si misero a letto. Lei si addormentò in brevissimo tempo. Lui la sentì presto russare sommessamente.
Lui invece ci mise molto più tempo ad addormentarsi.
Nella mente gli rutilava ogni sorta di pensieri e non riusciva a fermarli. Ripensò al Santuario d’Ambra, a quello che gli aveva raccontato Maxtran. Della Fata in compagnia di uno di quegli strani gatti. Troppe cose, troppi fatti strani ed inspiegabili. Un labirinto senza senso.
Eppure finora non era successo nulla di male a nessuno, a parte una gran paura per lui e per tutte le persone che gli erano vicine.
Anzi, era successo qualcosa di bello. Un dono inatteso e misterioso che forse avrebbe portato un grande benessere alla gente di tutto il paesino di Arethyan.
Era sul punto di addormentarsi con quel consolante pensiero, quando improvvisamente sentì Loraisan piangere disperatamente.
Ma di un pianto fortissimo, a pieni polmoni, che non gli aveva mai sentito fare prima.
Si rialzò di scatto. Anche Syndrieli si era svegliata lamentandosi.
«Vado io. Tanto non riuscivo a dormire».
La camera di Thymrel era sull’altro lato della casa, in fondo al corridoio, con le finestre che davano sul retro.

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