Le domande che ti fa dimostrano che è curioso della vita,
che vuole conoscere le cose. È un’ottima cosa,
potrebbe diventare un uomo molto colto, un sapiente illustre.
Ti racconto una cosa che ha fatto a casa mia, quando è
venuto accompagnando sua sorella Eukeni un paio di mesi fa, quando credeva di
essere rimasta incinta appena subito dopo aver avuto il permesso di poter
portare ragazzi in camera sua, ricordi?
Già altre volte era rimasto affascinato dal vedermi
scrivere, e mi aveva detto che avrebbe tanto desiderato sapere leggere e
scrivere. A un certo punto, mentre parlavo con Eukeni, lui di nascosto ha preso
un foglietto di carta e il mio stilo e ha cominciato a scarabocchiare, cercando
di imitare il gesto di scrivere. Ha scritto lunghe righe di scarabocchi, che
per lui erano scrittura.
Capisci, Syndrieli? Lui giocava a fare la persona che sa
leggere e scrivere. E io non l’ho rimproverato per aver usato le mie cose. Gli
ho chiesto invece se davvero desiderava leggere e scrivere, e lui ha detto che
gli piacerebbe tanto saper soprattutto leggere, perché così potrebbe capire i
libri come quelli che ho nella mia libreria e poter così “conoscere tutte le
cose”.
E appunto per questo volevo parlarti: accetteresti che io
gli insegnassi a leggere e scrivere? Se imparasse, potrebbe poi intraprendere
degli studi, forse persino andare alle Alte Scuole ad Enkar, diventare un
maestro di legge, o di storia e letteratura, o di qualche disciplina alchemica…
non ti piacerebbe questo?».
«Ma Velthur, anche se riuscisse ad imparare a leggere e
scrivere, noi non abbiamo soldi sufficienti per mandarlo in una delle Alte
Scuole in città, so che ci vogliono almeno cinque anni per avere un diploma che
ti dia un mestiere…..».
«Gliele pagherei anche io. Divideremmo le spese, e
sicuramente ce la faremmo a mantenerlo agli studi».
«Sempre se poi si dimostrerà bravo….».
«Se sarà bravo, lo capirò presto. Uno studente è bravo fin
dall’inizio, in genere. Dammi la possibilità di provarci, ti prego. È
un’occasione da non perdere».
«E quando avrà imparato l’alfabeto, che libri gli farai
leggere? Non è che me lo indottrini con la tua strana religione?».
«Ti prometto solennemente che gli farò leggere solo cose che
tu approverai. Gli darò da leggere innanzitutto i testi del culto di Sil, oltre
che tutte le grandi opere classiche della letteratura del nostro popolo,
affinché diventi esperto delle nostre tradizioni e di tutta la sapienza dei
Thyrsenna. Quando poi sarà adulto, deciderà lui che cosa leggere e imparare. E
ti prometto che farò tutte le mie lezioni in presenza tua o di un altro tuo
familiare, così non penserai che lo indottrini sull’Aventry».
«No, non pretendo che arrivi a tanto. Mi fido. In fin dei
conti non hai mai provato a convertire nessuno dei tuoi amici o pazienti. A tal
punto che alle volte non ti capisco. Voglio dire…. se io fossi un’Avennar,
cercherei di convertire gli altri al mio stesso culto….».
«Diciamo che noi crediamo che la nostra dottrina di vita non
è per tutti».
«Già, vi sentite speciali…. ma se pensi che Loraisan sia
anche lui speciale, anche su quello voglio fidarmi. Nessuno della nostra
famiglia è mai diventato una persona istruita, nessuno è riuscito a diventare
una persona importante. Se Loraisan potrà diventare qualcosa di meglio di un
contadino con la schiena sempre china per lavorare la terra, bisogna che ci
provi. Lui è così gracile. Se riuscirà ad avere una vita più agiata della
nostra, magari ce l’avrà anche più lunga di quello che io e Larsin temiamo che
gli sia destinata…».
Velthur avrebbe voluto dirle che, per quello che ne
sapevano, Loraisan avrebbe potuto avere una vita più lunga di qualsiasi altro
essere umano, ma non avrebbe potuto spiegarlo, e ancora una volta, come era
successo tante altre volte in quei lunghi sette anni, sentì tutta la
frustrazione di essere l’unico a ricordare la verità sul bambino.
Rimasero d’accordo che Loraisan sarebbe andato a casa del
dottore due volte alla settimana, per un paio d’ore, per imparare a leggere e
scrivere.
Quando lo venne a sapere Larsin, ne fu addirittura
entusiasta.
«Così avrà la fortuna che non ho avuto io. Mia madre avrebbe voluto che
potessi imparare a leggere e scrivere, ma non aveva i soldi per farmi studiare.
Per questo mi sono arruolato nell’esercito.
Nessun commento:
Posta un commento