mercoledì 16 novembre 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 250° pagina.


ho immaginato di andare fin sulla Luna per incontrarne gli abitanti, proprio come fece il principe delle Montagne della Luna».

«Prukhu ti ha raccontato altre storie, magari più paurose? Forse ti ha raccontato storie di fantasmi e mostri che ti hanno spaventato particolarmente?».

«Qualcuna…. per esempio, mi ha raccontato la storia del fantasma della villa degli Amunatequi….. sapete la storia, vero? È quella del fantasma dello schiavo che fu decapitato dal suo padrone perché gli aveva sedotto la nipote, e che perciò vaga per la villa di notte portando la sua testa in mano…. Però a me quelle storie non fanno paura. Mi fanno solo tristezza. Voglio dire: poveri fantasmi! Sono tutte storie di persone infelici che in vita hanno subìto grandi ingiustizie, e il ricordo di tali ingiustizie le tormenta da secoli. Non è mica giusto! È solo quando sono da solo, che mi fanno paura…. Cioè… non so neanche se sono fantasmi, quelli di cui ho paura.

È qualcosa di invisibile, che mi osserva, ma non so dove sia, non è come i fantasmi di cui sento narrare le storie, altrimenti non mi farebbero paura…. non vi so dire altro.

A poi, a me piacciono le storie del lontano passato, le  leggende dei tempi antichi, che siano paurose oppure no. Quelle sì che mi spaventano, a volte. Una volta Prukhu mi ha parlato del regno sotterraneo dei Nani, mi ha raccontato che è antichissimo, più antico del Diluvio, e che dentro le grandi gallerie costruite dai Nani ci sono molti misteri e molte cose sconosciute agli Uomini…. Quando mi ha raccontato di quel regno, devo dire che mi sono spaventato… ho avuto paura all’idea di quelle gallerie sotterranee, e di quello che vi sarebbe nascosto.».

«Allora hai paura che qualcuno di quei misteri sorga dal terreno?».

«Sì…. sì! È anche per quello che mi fa paura il Santuario d’Ambra, ma anche le catacombe qua vicino. Alle volte penso che potrebbe aprirsi un buco nelle pareti delle tombe, e saltare fuori qualcosa di spaventoso dalle gallerie dei Nani…. Prukhu mi ha detto che nessuno sa fin dove arrivino quelle gallerie e che alcune di esse si spingono fin sotto le città degli Uomini. E allora ho immaginato che….. che qualcuna delle loro gallerie scavate nelle Montagne della Luna arrivasse fino a qui, sotto Arethyan, e che magari i Nani di notte uscissero di nascosto…. e assieme a loro uscissero le altre cose che vivono nel loro regno sotterraneo. E che magari quelle stesse cose ci entrino in casa!».

«Cose di che tipo?».

«Ma… per esempio i Basilischi Bianchi. Prukhu mi ha detto che il regno dei Nani è sorvegliato da bestie orrende, simili a una via di mezzo fra lucertole, salamandre e serpenti, ma bianche, perché sono albine, con delle creste rosse come quelle dei galli, e anche i loro occhi sono rossi, come quelli dei Sagusei.

I Basilischi Bianchi sono allevati dai Nani proprio per impedire ai nemici di tentare di invadere il loro regno per rubarne le ricchezze…. Se qualcuno tentasse di entrare nelle loro gallerie, verrebbe divorato da questi esseri. E io ho pensato: e se qualcuna di quelle creature scappasse ai suoi padroni? O se i Nani decidessero di invadere il nostro regno inviandoci un esercito di Basilischi Bianchi? Verremmo tutti divorati da quei mostri? La notte, quando non riesco a dormire e ascolto il silenzio per sentire qualche rumore strano, non posso fare a meno di pensarci…..».

Velthur gli sorrise, cercando di rasserenarlo.

«Prukhu ti ha raccontato una favola, una leggenda. Se anche i Basilischi Bianchi esistono, qua non se ne sono mai visti, e nemmeno si è mai trovata una delle gallerie dei Nani. E poi il regno dei Nani è sempre stato in pace con noi. Penso che per quanto riguarda questa storia, puoi dormire sonni tranquilli. Cerca di non pensarci più».

«Va bene, ci proverò».

Ma l’aveva detto solo per far contento Velthur, perché non era affatto convinto. Cosa ne poteva sapere il dottore di cosa si nascondeva nelle profondità della terra, fra il regno degli Inferi e il regno dei mortali? Prukhu aveva detto che quelle erano cose che neanche gli Uomini più saggi potevano conoscere, e solo i Nani, e coloro a cui glielo concedevano,  potevano possedere i segreti dei Nani.

Dopo quella discussione, il dottore cominciò la sua lezione. Per caso, conservava ancora il vecchio abbecedario che aveva usato quando era bambino. Lo consegnò a Loraisan e gli disse di aprirlo.

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