sabato 19 novembre 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 253° pagina.


Si avviò a uno degli scaffali della grande libreria del suo studio e cercò un libro che avesse molte illustrazioni, o almeno illustrazioni particolarmente belle.

Gli capitò sotto le mani un libro sui paesi esotici dell’Oriente e dei Mari del Sud, oltre le sponde del Grande Oceano Meridionale. Quei libri in genere erano sempre pieni di illustrazioni basate sulle narrazioni e le descrizioni dei navigatori che percorrevano le rotte commerciali per quei paesi, quindi lo trovò atto allo scopo.

«Ecco, questo è un libro con molte illustrazioni. Quando avrai imparato l’alfabeto, te lo farò leggere. È stato scritto da un famoso navigatore vissuto nel XXVI secolo, che ha viaggiato in molti paesi aldilà del mare, incontrando molti popoli stranieri….».

«Oh sì! È il tipo di storie che mi piace di più. Mi piace molto sapere dei paesi stranieri. Mia madre dice che non bisogna interessarsi del mondo fuori, perché è pieno di barbari feroci e selvaggi, e che noi siamo l’unico popolo civile del mondo, il migliore dei popoli, e che fuori del Veltyan non c’è niente di buono. Ma io sono curioso lo stesso. E poi se fosse davvero così, perché i viaggiatori andrebbero in paesi lontani?».

«Tua madre ha ragione per metà…. i navigatori che viaggiano in terre lontane hanno ragione per l’altra metà».

«Cioè?».

«Cioè significa che davvero noi siamo l’unico popolo umano civile rimasto a questo mondo, ma gli altri paesi hanno comunque qualcosa di buono. Da terre lontane di là dal mare ci sono venute le patate, i pomodori, il mais, le arance, i limoni e tanti altri frutti e ortaggi. Da paesi lontani ci vengono metalli preziosi come oro e platino, pietre preziose, il caucciù per fare la gomma, il caffè, la cioccolata, che nella nostra regione non arrivano, se non nelle case degli athumna e dei kametheina athumiakh…. e altre cose come tessuti pregiati, materiali e sostanze che servono a creare opere alchemiche molto importanti.

Insomma, i paesi stranieri sono feroci, incolti e barbari, ma ci sono molto utili, e perciò, se si vuole essere delle persone colte, è bene conoscerli. Ancora di più se si fa i mercanti. Se invece si vive qui, in un tranquillo villaggio di frontiera, è naturale che gli stranieri siano solo dei dannosi invasori. Quindi tua madre ha ragione a dirti così, perché tanto lei con gli stranieri non avrà mai a che fare, a meno che non ci invadano i barbari dell’est, di là dalle montagne, come è già successo in passato. E senz’altro quella non sarebbe una bella esperienza».

«E quindi neanche io, potrò avere a che fare con gli stranieri?».

«Beh…. se studierai molto, invece sì! E cominceremo a conoscerli proprio da questo libro».

Aprì il libro a una pagina a caso, e due sfogliate più in là comparve un’illustrazione quanto mai suggestiva.

Era l’immagine dipinta di una grande città in rovina nel deserto, sotto la luce della luna. Una doppia fila di colonne quadrate si perdeva tra le sabbie, fino a un’alta torre sullo sfondo di altre cento torri di pietra, anch’esse quadrate, tutte ancora intatte, dalle cime a piramide.

Sotto l’illustrazione la didascalia diceva: Iubar dalle Cento Torri.

«Oh, che bello! Che cos’è?».

«Se sapessi già leggere, avresti potuto scoprirlo da solo. Vedi qua sotto? I-U-B-A-R. Iubar! La mitica Città dalle Cento Torri, nella grande isola di Edan Synair, nel favoloso Oriente. La più grande e splendente città del mondo rinato dopo il Diluvio.

Fu fondata da Iasabat, il terzo e ultimo figlio del re Manowa, di cui ti ho già accennato, sui resti di una precedente città dei Giganti sommersa dal Diluvio, e divenne presto un grande e potente regno, il cui splendore rivaleggiava con quello dei Giganti che l’aveva preceduto.

 Il suo potente dominio durò più di mille anni, poi decadde poco per volta, mentre la terra dove sorgeva si inaridiva sempre più, fino a quando le sabbie del Deserto Rosso la ricoprirono.
Fu l’unico grande regno degli Uomini che sorse nel mondo oltre al Veltyan dopo il Diluvio, ma ora non esiste più, a parte le sue colossali rovine. Aveva moltissime torri di pietra molto alte, dove vivevano migliaia di persone. Quelle torri pare che siano ancora intatte perché sono state scavate

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