venerdì 18 novembre 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 252° pagina.


Ankhaymon era uno dei numerosi nipoti di Khaam, che voleva anche lui un regno dove governare, ma che non poteva trovare spazio nella numerosa famiglia reale del suo paese, e quindi egli partì verso occidente per esplorare nuove terre, giunse sulle coste meridionali del Veltyan, e là si stabilì. Ebbe un figlio che chiamò Anthaymon, per il quale fondò la città di Enexi, ed Anthaymon a sua volta ebbe sette figlie.

Anthaymon lasciò la città di Enexi alla figlia maggiore, ma fondò altre sei città per le altre figlie.

Quelle furono le prime sette città-stato del Veltyan, secoli prima che il Regno Aureo nascesse.

Nelle generazioni successive, i discendenti di Ankhaymon mantennero i contatti con il regno di Khaam, e con i centri del sapere che vi si trovavano.

Ma dopo alcuni secoli tutto cadde nell’oblio. I tre regni di Edan Synair decaddero, e il primo a cadere fu proprio quello di Khaam. Il sapere alchemico che aveva coltivato come eredità salvata dal Diluvio, andò quasi completamente perso. Ne rimase solo il ricordo.

Le città di Edan Synair divennero rovine nelle sabbie del deserto, la loro civiltà scomparve senza eredi.

Il mondo era completamente tornato nelle tenebre della barbarie, anche se nelle terre del Veltyan, che non esisteva ancora come un regno unito, si conservava il ricordo dei gloriosi tempi andati.

L’antico sapere venivano ricordato come “le Arti di Khaam”, e da lì è venuta la parola “alchimia”.

Poi, più di mille anni dopo il Diluvio, tutte le città-stato del Veltyan si unirono sotto il governo della Prima Regina, Elinai la Grande. La civiltà ricominciò il suo lento cammino in un mondo selvaggio e barbarico, ma il sapere alchemico era ancora perduto.

Poi, circa undici secoli fà…..».

Velthur fece una pausa con un’espressione arguta.

«…. Allora?».

«Allora ti racconterò il seguito della storia se tu saprai imparare tutte le lettere dell’alfabeto!».

«Tutte quante?».

«Eh sì, tutte quante! Io ti spiego ciò che più ti interessa se tu in cambio ti impegni ad imparare quello che voglio io! Mi sembra uno scambio equo, dato che non faccio pagare tua madre per le lezioni che ti do!».

«Va bene, è giusto….  Ma mi sembra incredibile che si possano imparare a memoria cinquantatre lettere. Ci metterò una vita».

«Tu non hai neanche la più pallida idea di cosa si può imparare a memoria, Loraisan. E un giorno che le avrai imparate bene, e starai imparando innumerevoli altre cose a memoria, ti stupirai di aver temuto di non esserne capace. Perché come hanno imparato tante generazioni di uomini e donne prima di te, imparerai anche tu. Se pensi di essere abbastanza grande per capire cosa è l’alchimia, lo sei sicuramente anche per imparare a memoria le lettere. Ora forza: dimmi altre nove parole che cominciano per “A”!».

Velthur era riuscito a motivarlo fortemente.

Gli aveva fatto capire che se solo avesse imparato a leggere e scrivere, lui gli avrebbe potuto far dischiudere un regno di segreti che lui bramava di conoscere. E infatti dimostrò un grande impegno fin dall’inizio, anche se mostrava anche fare parecchia fatica. Velthur si accorse in seguito che aveva una straordinaria memoria per tutto quello che lo interessava di più, mentre invece aveva molte più difficoltà a ricordare ciò che lo interessava di meno.

Alla fine della lezione però Loraisan esigette una piccola gratifica.

«La prego, signor medico. Ora che ho cercato di imparare le lettere, posso dare un’occhiata a uno dei suoi libri?».

«Prima di riuscire a leggere anche una sola frase, devi imparare tutte le lettere o quasi».

«Non voglio leggerli, voglio solo poter vedere qualche figura. Mi piace guardare le figure dei libri!».

«Ovviamente. E a quale bambino non gli piace? Va bene, ti farò vedere un libro con delle figure. Un libro di storia, magari….».

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