mercoledì 9 novembre 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 244° pagina.


custodisca in tutti gli anni a venire. Tu non basti, Velthur. Abbiamo bisogno di una persona che gli stia vicino ogni giorno. Tu non lo puoi fare, ma lo può fare lui».

«Già, ma se gli avete tolto una parte della memoria, gli avrete tolto il ricordo di aver fatto un patto con voi e del perché l’ha fatto… o no?».

«Oh, che bisogno c’è che si ricordi del suo patto? Il suo cuore era già disposto a fare ciò che vogliamo che faccia. Lui ama veramente quel bambino, perché è tutto quello che gli rimane di Thymrel. Noi non abbiamo cancellato il suo ricordo, non possiamo cancellare del tutto i ricordi di nessuno. Ma possiamo velarli, nasconderli nelle pieghe dell’oblio della mente, là dove voi Uomini non andate mai a guardare perché ne avete paura.

Il suo dolore resterà sepolto, ma il suo amore no. E farà il suo compito».

«Il suo compito per cosa? Cosa porterà tutto questo? Che futuro avrà? Come sarà il suo futuro senza il ricordo di Thymrel, con un figlio che crede essere suo e che invece viene dall’Ignoto, da qualcosa che terrorizza voi ancora di più di quanto terrorizzi noi?».

«Avrà una vita lunga e serena. Fintanto che i suoi ricordi rimarranno nell’oblio, sarà sereno».

«Lo spero per te. Ma come hai fatto a cancellare il ricordo di Thymrel dall’intero villaggio, a parte me? Come mai invece non l’hai tolto a me?».

«Ma stai scherzando? Tu devi ricordarti tutto, Velthur. Ogni singolo particolare di tutta questa vicenda. Sei tu che devi scoprire cosa sta succedendo, tu e chi ti seguirà. Comunque, devo ammettere che non è stato facile far scendere l’oblio sull’intero villaggio. In questi piccoli paesi tutti conoscono tutti, tutti sentono parlare di tutto, e quindi bisognava penetrare nelle menti di ogni paesano, ogni residente nelle fattorie vicine, tutte le persone che conoscono i Ferstran, e cancellare il ricordo di Thymrel, e sostituirlo con altri ricordi falsi.

Cambiare la memoria degli Uomini non è tanto difficile, perché loro stessi tendono a modificare i propri ricordi, allontanandoli dalla verità, per adattarli ai loro bisogni. Lo è stato invece modificare così tante memorie. Ho dovuto chiedere l’aiuto dei miei connazionali. Ci siamo messi in trenta Gnomi, a percorrere il paese di notte ed entrare di casa in casa a sussurrare nel sonno a tutti quanti la verità che avrebbero dovuto credere d’allora in poi. C’abbiamo messo una settimana intera prima di compiere l’opera, ma alla fine ce l’abbiamo fatta.

L’osso più duro ovviamente è stato Larsin, e ce lo siamo tenuto per ultimo.

È stato un capolavoro».

«Un capolavoro dell’inganno».

«Oh, ti prego, non cominciare con la tua strana morale dell’Aventry. In fin dei conti, un medico come te dovrebbe capire. Quando un organo va in cancrena, bisogna amputarlo per salvare il corpo ancora sano. O no?».

«Un conto è amputare il corpo, un conto è amputare lo spirito. Avete tolto a Larsin la possibilità di superare il proprio dolore con la forza del suo animo.  Avete fatto qualcosa di peggio di quando offrite il vostro vino drogato ai viandanti che hanno la sventura di capitare nelle vostre orge notturne».

«Non tutti gli Uomini hanno il potere di vincere la propria sofferenza. Larsin non era abbastanza forte per vincere. Era l’unico modo in cui potevamo aiutarlo. Tu, invece, non ne avresti avuto nessuno. Avresti perso».

«Questo non potrò saperlo mai».

«L’importante è che tu hai riavuto il tuo amico come era un tempo, prima di quella maledetta mattina in riva al fiume, in cui cominciò tutto».

Detto questo, lo Gnomo riprese definitivamente il suo vero aspetto, e si staccò fluttuando dall’albero, sospeso in aria con le braccia incrociate sul petto, levitando a tre metri dal suolo, verso il bosco che copriva la collina.

Allontanandosi, Azyel si voltò verso il dottore un’ultima volta, e gli gridò il suo ultimo messaggio.
«E non preoccuparti per Harali. Non ha il genio che aveva Aralar, non ne scoprirà i segreti. E ho un’altra buona notizia per te: Prukhu adesso può ritornare a vivere con gli Uomini. Lo rivedrai

Nessun commento:

Posta un commento