martedì 12 luglio 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 140° pagina.


«Beh, innanzitutto perché quel fatto non è stato casuale. Cioè, forse si può dire che è stato casuale il fatto che la Fata abbia perduto lo scialle e che Maxtran lo abbia ritrovato, ma poi la cosa è diventata un pretesto per la Fata per fargli trovare il Santuario d’Ambra.

Il suo amico eremita voleva disseppellire quel tempio, ma era nel terreno degli Akapri, e non si poteva scavarne l’entrata senza che loro se ne accorgessero. L’unica era far sì che fossero loro a scoprirla, e poi provare a introdursi in esso per trovare quello che cerca… e che nessuno sa che cosa sia. Così la sua amica Fata ha trovato il pretesto per fare uno scambio che non avrebbe destato sospetti in nessuno. Un regalo delle Fate. Chi potrebbe immaginare che ci stia dietro la trama occulta di un Reverendo Padre eremita?

E poi c’è un altro motivo: il tuo calice non apparteneva a una Fata, anche se era stato fatto dalle Fate. Apparteneva a una strega, che l’aveva ricevuta in dono da una delle Fate delle Colline di Leukun tanti anni fa. Quella strega, essendo una donna umana, non sa neanche che fine abbia fatto la sua coppa. Evidentemente non è una buona praticante della stregoneria».

«E tu questo come fai a saperlo?».

«Me l’ha detto lo stesso Azyel! È venuto a trovarmi ieri sera a casa mia. Si è presentato di fronte alla porta, e la cosa che mi ha sconcertato di più, era che stavo pensando insistentemente a lui da qualche minuto. Era come se io sapessi che stava arrivando senza neanche rendermene conto, o come se l’avessi attirato solo pensandoci. Poi ho sentito bussare e quando la signora Mendibur ha aperto, ha cacciato un urlo di terrore! Non aveva mai visto uno Gnomo, e la sorpresa è stata troppa per lei. Poveretta! Effettivamente quegli esseri hanno un aspetto inquietante.

Lui mi ha detto che la mattina dopo dovevo recarmi al Santuario d’Ambra e che lì avrei incontrato Aralar, e che sarebbe stato un incontro fruttuoso. Poi gli ho offerto una tazza di tisana, e siamo rimasti a conversare un po’ nel mio studio. Lui era molto interessato alla mia biblioteca…. Mi ha chiesto perché non ho cominciato a leggere quel libro indicatomi dalla Regina Rossa, io gli ho risposto che non ce l’avevo nella mia biblioteca, e che sarei andato a procurarmelo a Enkar, e gli ho anche chiesto come faceva a sapere che non avevo cominciato a leggerlo, ma a non sapere che non ce l’avevo nella mia biblioteca.

Lui mi ha risposto che semplicemente non ha trovato l’immagine del libro nella mia mente, ma non ha visto la ragione per cui non lo vedeva. La loro veggenza funziona così, da quel che ho capito. Vedono l’immagine di un pensiero, ma non vedono tutte le connessioni dei pensieri che ci stanno attorno. Riescono a vedere solo un pensiero per volta, e spesso anche in modo confuso. Mi ha detto che noi sopravvalutiamo il popolo delle Fate, che non sono così potenti come crediamo. E poi lui è un maschio fatato, la sua Seconda Vista è più debole rispetto alle donne della sua stirpe, anche se non è meno potente nelle arti fatate.

Comunque poi abbiamo anche parlato della tua coppa, perché ci siamo messi a parlare del loro vino, il vino delle Fate, di come viene prodotto e degli effetti che fa. Da lì c’è voluto poco perché arrivassi alla coppa che hai trovato su Monte Leccio».

«Mi incuriosisce quel vino di cui mi ha parlato. Chissà se mi farebbe vedere dove è finita Thymrel…».

«Non dirlo neanche per scherzo! Cosa demoneoscuro ti è saltato in testa? Quella roba rischia di farti diventare matto. Te l’ho detto: l’ho provato una sola volta, e giuro su tutti i Santi dell’Aventry che non lo farò mai più! Quella roba fa male, e tu dovresti smetterla di bere».

«Sto male, Velthur! E lo so benissimo che dovrei bere di meno, ma non ci riesco! Syndrieli comincia a farmi capire che se continuo così mi butterà fuori di casa, e già Aranthi la spinge a farlo. Tanto peggio, finirò con il diventare un vagabondo, o tornerò al mio paese, che forse è meglio. Qui tutto mi ricorda lei: ogni volta che vado al fiume, mi torna in mente il giorno in cui l’ho trovata. O forse andrò da quelle tre…. le Tre Regine, là sulle Colline di Leukun, e mi farò dire da loro se davvero non possono dirmi che fine ha fatto Thymrel! Voglio sentirlo da loro, dalle loro bocche!».

«E cosa gli offrirai in cambio, se non avrai più nulla?».

«La mia vita! Mi taglierò la gola di fronte a loro, se non mi dicono che cosa le è successo!».

Nessun commento:

Posta un commento