«Beh, innanzitutto perché quel fatto non è stato casuale.
Cioè, forse si può dire che è stato casuale il fatto che la Fata abbia perduto lo scialle
e che Maxtran lo abbia ritrovato, ma poi la cosa è diventata un pretesto per la Fata per fargli trovare il
Santuario d’Ambra.
Il suo amico eremita voleva disseppellire quel tempio, ma
era nel terreno degli Akapri, e non si poteva scavarne l’entrata senza che loro
se ne accorgessero. L’unica era far sì che fossero loro a scoprirla, e poi
provare a introdursi in esso per trovare quello che cerca… e che nessuno sa che
cosa sia. Così la sua amica Fata ha trovato il pretesto per fare uno scambio
che non avrebbe destato sospetti in nessuno. Un regalo delle Fate. Chi potrebbe
immaginare che ci stia dietro la trama occulta di un Reverendo Padre eremita?
E poi c’è un altro motivo: il tuo calice non apparteneva a
una Fata, anche se era stato fatto dalle Fate. Apparteneva a una strega, che
l’aveva ricevuta in dono da una delle Fate delle Colline di Leukun tanti anni
fa. Quella strega, essendo una donna umana, non sa neanche che fine abbia fatto
la sua coppa. Evidentemente non è una buona praticante della stregoneria».
«E tu questo come fai a saperlo?».
«Me l’ha detto lo stesso Azyel! È venuto a trovarmi ieri
sera a casa mia. Si è presentato di fronte alla porta, e la cosa che mi ha
sconcertato di più, era che stavo pensando insistentemente a lui da qualche
minuto. Era come se io sapessi che stava arrivando senza neanche rendermene
conto, o come se l’avessi attirato solo pensandoci. Poi ho sentito bussare e quando
la signora Mendibur ha aperto, ha cacciato un urlo di terrore! Non aveva mai
visto uno Gnomo, e la sorpresa è stata troppa per lei. Poveretta!
Effettivamente quegli esseri hanno un aspetto inquietante.
Lui mi ha detto che la mattina dopo dovevo recarmi al
Santuario d’Ambra e che lì avrei incontrato Aralar, e che sarebbe stato un
incontro fruttuoso. Poi gli ho offerto una tazza di tisana, e siamo rimasti a
conversare un po’ nel mio studio. Lui era molto interessato alla mia
biblioteca…. Mi ha chiesto perché non ho cominciato a leggere quel libro
indicatomi dalla Regina Rossa, io gli ho risposto che non ce l’avevo nella mia
biblioteca, e che sarei andato a procurarmelo a Enkar, e gli ho anche chiesto
come faceva a sapere che non avevo cominciato a leggerlo, ma a non sapere che
non ce l’avevo nella mia biblioteca.
Lui mi ha risposto che semplicemente non ha trovato
l’immagine del libro nella mia mente, ma non ha visto la ragione per cui non lo
vedeva. La loro veggenza funziona così, da quel che ho capito. Vedono
l’immagine di un pensiero, ma non vedono tutte le connessioni dei pensieri che
ci stanno attorno. Riescono a vedere solo un pensiero per volta, e spesso anche
in modo confuso. Mi ha detto che noi sopravvalutiamo il popolo delle Fate, che
non sono così potenti come crediamo. E poi lui è un maschio fatato, la sua
Seconda Vista è più debole rispetto alle donne della sua stirpe, anche se non è
meno potente nelle arti fatate.
Comunque poi abbiamo anche parlato della tua coppa, perché
ci siamo messi a parlare del loro vino, il vino delle Fate, di come viene
prodotto e degli effetti che fa. Da lì c’è voluto poco perché arrivassi alla
coppa che hai trovato su Monte Leccio».
«Mi incuriosisce quel vino di cui mi ha parlato. Chissà se
mi farebbe vedere dove è finita Thymrel…».
«Non dirlo neanche per scherzo! Cosa demoneoscuro ti è
saltato in testa? Quella roba rischia di farti diventare matto. Te l’ho detto:
l’ho provato una sola volta, e giuro su tutti i Santi dell’Aventry che non lo
farò mai più! Quella roba fa male, e tu dovresti smetterla di bere».
«Sto male, Velthur! E lo so benissimo che dovrei bere di
meno, ma non ci riesco! Syndrieli comincia a farmi capire che se continuo così
mi butterà fuori di casa, e già Aranthi la spinge a farlo. Tanto peggio, finirò
con il diventare un vagabondo, o tornerò al mio paese, che forse è meglio. Qui
tutto mi ricorda lei: ogni volta che vado al fiume, mi torna in mente il giorno
in cui l’ho trovata. O forse andrò da quelle tre…. le Tre Regine, là sulle
Colline di Leukun, e mi farò dire da loro se davvero non possono dirmi che fine
ha fatto Thymrel! Voglio sentirlo da loro, dalle loro bocche!».
«E cosa gli offrirai in cambio, se non avrai più nulla?».
«La mia vita! Mi taglierò la gola di fronte a loro, se non
mi dicono che cosa le è successo!».
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