domenica 3 luglio 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 134° pagina.


«Se ho ben capito, dunque l’eremita vuole aprire la Soglia dell’Altrove. O forse l’ha già aperta? Il misterioso essere che Hermen Vanth e il suo amico hanno visto, è un essere dell’Altrove, no?».

La Regina Rossa: «Sì. Uno di Loro, uno di Quelli dalle Ali Nere. Quelli dell’Ottava Stirpe. E non chiedermi di parlare di loro un’altra volta. Mai bisogna nominarli, e nemmeno pensarli, perché anche il solo volgere il pensiero a loro li può guidare verso di te. Per noi sono solo fonte di terrore, per motivi che non ti rivelerò. Ti basti sapere che dobbiamo tenerli fuori dal nostro mondo. Non devono tornare più, perché per noi, per tutti noi popoli di Kellur, sarebbe solo il caos e la follia».

«Quindi non posso chiedervi chi sono, cosa sono, che cosa vogliono da noi, perché ogni informazione che avete su questi esseri è parte dei vostri Antichi Misteri. Ma Aralar Alpan sa qualcosa di loro?»

«La Regina Nera: «Sicuramente sì. A lui devi chiedere, ma con cautela. Se per noi anche solo pensarli significa venire invase da orrende immagini di terrore, morte, di follia e disfacimento, cosa potrebbe succedere se tu e lui cominciaste a parlare di Loro? Cosa succederebbe se lui li invocasse di fronte a te? Loro non possono entrare nel nostro mondo se nessuno lo vuole. Così come non lo può nessun altro essere dell’Altrove. Ma noi sentiamo la tua curiosità, Velthur Laran, la tua strenua sete di sapere, di immergerti negli abissi dell’Ignoto. Ti abbiamo scelto proprio per questo: ciò che vediamo di te come prima cosa, è il tuo invincibile, ossessivo desiderio di forare la barriera di luce rossa che tanto ci spaventa, ma è anche ciò che ci spaventa di te, e ci spingerà a metterti sempre in guardia da quello che fai.

Perché Loro Hanno bisogno della collaborazione di un essere di Kellur, per entrare. Se tu li vuoi tenere indietro, ci riuscirai, almeno per quanto riguarda te. Ma dovrai essere sicuro e deciso su quello che vuoi. Non dovrai cedere alla tentazione di dare uno sguardo sull’Abisso da cui provengono, perché se tu guarderai l’Abisso, e te ne sentirai attratto, allora l’Abisso finirà per guardare te, e non potrai sottrarti ad esso».

«Va bene, ma questo non ve lo posso garantire. Come potrei? Certo, ho paura anche io, ma la curiosità è fortissima. Cerco di pensare a quello che è successo nella Valle dei Gigli, e mi ripeto che non vorrei mai che succedesse di nuovo, soprattutto al paese dove vivo io, ma non so cosa darei per sapere la soluzione di tutti questi misteri. Come si può interessarsi di un mistero senza voler rivelare il mistero stesso? Come posso cercare di capire i segreti dell’eremita, senza provare il desiderio di svelarli tutti?»

La Regina Bianca: «L’unica cosa che possiamo dirti, è che se e quando avrai trovato la chiave per richiudere la Soglia dell’Altrove, dovrai trovare la forza per dimenticare ciò che sai. Ma noi non sappiamo neanche dirti se potrai riuscire a trovarla, oppure no. Forse non sarai tu a farlo, ma l’Uomo che hai visto nella tua visione, e che proseguirà la tua opera, perché fermare Aralar non sarà sufficiente per tenere lontani Loro.

Fermarlo è solo la prima cosa da fare, perché.tutto questo non è cominciato con Aralar Alpan. C’è qualcosa che ha un’origine più antica, più profonda, che ha a che fare con la Valle dei Gigli e solo con essa».

«La ragazza scomparsa, Thymrel Nerkan…. Non è stato l’eremita a farla scomparire, per caso?».

La Regina Rossa: «No, sicuramente no. Se fosse stato lui, lo sapremmo. Invece noi non sappiamo cosa le sia successo, il che significa che anche lei è coinvolta nelle forze dell’Altrove. Forse è in mano di Loro, come probabilmente lo è stata anche in passato. Se noi guardiamo al suo passato, non riusciamo a vederla prima di quel giorno in cui Larsin Arayan e suo figlio Erkan la trovarono nella barca».

«E il bambino? Che rischi corre il bambino?».

La Regina Nera: «Il bambino? Quale bambino?».

«Come, “quale bambino”? Il figlio di Thymrel, che lei ha partorito verso la fine del mese del Leone! Il piccolo Loraisan!».

Le Tre Madri si guardarono l’un l’altra, silenziosamente, poi guardarono di nuovo Velthur. I loro occhi inumani, se esprimevano delle emozioni, erano del tutto illeggibili per Velthur.

Parlarono di nuovo tutte e tre all’unisono.

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