sabato 16 luglio 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 144° pagina.


la spiegazione giusta, dottore? Una volta, mi hanno raccontato che le Fate a volte lasciano i loro bambini da allevare agli Uomini, e prendono in cambio i bambini degli Uomini, per creare legami di sangue fra le due stirpi….».

«Leggende. Non ho mai conosciuto un bambino scambiato dalle Fate, non credo ci sia niente di vero. E poi la Triplice Regina delle Fate mi ha detto che loro non sanno perché Thymrel è scomparsa. Nessuno lo sa!».

Si morse la lingua. Non avrebbe dovuto dirlo, non a un bambino che forse aveva già la mente sconvolta da quella brutta faccenda.

«Ma se non lo sanno neanche le Tre Regine delle Fate….. se voi dite di avere parlato con loro e che vi hanno detto così…. Vuol dire che è qualcosa di ancora più grande e potente delle Fate…. qualcosa di enorme, che forse viene dagli Dei…. dagli Dei Avvolti dalle Tenebre!».

Gli Dei Avvolti dalla Tenebre erano gli Dei degli Inferi, che dimoravano in uin regno lontano dalla Luce di Sil, custodi del regno delle anime che in vita avevano perseguito il Male.

«No, no, Erkan. Non cominciare a parlare usando i discorsi di un sacerdote! Non devi pensare alle storie spaventose che senti dai kametheina etariakh o da quella devota donna di tua madre! Soprattutto non vedere le Fate come esseri divini dotati di capacità magiche sovrumane e soprannaturali. Non pensare che loro sappiano tutto. Certe cose non le vedono chiaramente, esattamente come noi. Me l’hanno detto loro».

«Però….loro vedono il futuro. Hanno previsto il futuro di mio padre. Gli hanno detto che si sarebbe salvato, che avrebbe avuto una vita felice, ma che doveva guardarsi da una “cosa rossa”… va bene, non l’hanno vista chiaramente, ma quando Thymrel ha detto che veniva dalla Valle dei Gigli…. i gigli rossi, no? Quegli stessi gigli che vediamo spuntare da un po’ di tempo qua e là. Guardi là, dottore. Crescono anche qui. Quello là nell’erba vicino a uno dei meli, non è uno di quelli? E quando Thymrel è scomparsa, quella strana luce rossa in casa… da quando è sparita, mio padre ha perso ogni pace. Questo dimostra che la profezia che gli fecero era vera!.».

«Quale luce rossa?».

«Quella notte ho sentito papà dire che aveva visto una strana luce rossa in camera di Thymrel, prima di entrarvi e scoprire che era scomparsa. La mamma e gli zii non gli hanno creduto, ma io sì. Perché l’ho vista anche io. E ho visto e sentito molte altre cose! I miei non mi credono, non mi danno retta. Ma forse voi che siete andato a trovare le Fate mi crederete. Io sapevo che sarebbe successo qualcosa. Me lo sentivo, perché io la notte non dormivo più, da tante cose sentivo e vedevo!».

Velthur lo afferrò per le spalle e lo guardò dritto negli occhi.

«Erkan, ti avverto. Pensa bene a quello che dici, prima di dirlo. Sei convinto di quello che vuoi raccontarmi? Perché se racconti storie nate dalla tua fantasia, passerai guai seri!».

«Ecco, lo sapevo! Neanche voi siete disposto a credermi!».

Velthur lo scrollò. Stava cominciando a perdere la pazienza anche lui.

«Come faccio a crederti se ancora non hai cominciato a dirmi niente? Adesso tu mi racconterai tutto, ma prima di farlo ti dico: pensaci bene! Dovrai dirmi soltanto la verità o quella che tu credi essere la verità e basta! Pensaci bene!».

«La verità è che di notte c’era qualcuno in casa, ma solo io lo sentivo! E andava proprio nella camera di Thymrel!».

«Qualcuno chi? Qualcuno dei tuoi parenti? Magari uno degli zii passava la notte con lei?».

«Ma no! Sto dicendo che c’era qualcuno che si aggirava per la casa di notte, ma non era qualcuno di umano!».

«Tu l’hai visto, per poter affermare una cosa del genere?».

«Ho sentito i suoi passi di notte in giro per la casa, e fuori di casa, e non erano passi di piedi, ma di zoccoli! Li sentivo benissimo quando salivano le scale e si aggiravano per i corridoi!».

«E nessun altro li sentiva?».
«Non lo so. Non ho mai sentito nessuno alzarsi dal letto e andare a vedere chi o cosa fosse! Io ogni volta che sentivo il rumore degli zoccoli rimanevo paralizzato dal terrore, non osavo muovermi

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