giovedì 21 luglio 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 149° pagina.


«L’unico modo per farlo sarebbe…. andarmene. Non possiamo sostenere una conversazione con una persona senza leggerle dentro. Mentre parlo con te, vedo l’immagine di quella cosa….. è insopportabile l’angoscia che mi da. Mi sento mancare la terra sotto i piedi….. ti prego, mettila via».

«No. Ci vediamo, Azyel. Salutami le tue auguste sovrane!».

E se ne andò verso casa, soddisfatto, continuando a rimirare lo scintillante amuleto a tetraedro, pensando che gli sarebbe piaciuto scoprire cosa c’era, in quella mutevole e strana figura, che metteva tanto a disagio il popolo fatato. E come era possibile che suscitasse in loro un’istintiva paura e confusione.

Quando fu arrivato, cominciò subito a scrivere una lettera al suo giovane amico Keilin Thesan, con un’altra richiesta da fargli.





Caro Amico,

ti ringrazio ancora di avermi mandato la tua giovane amica Amani Irizar che tanto gentilmente mi ha sostituito al mio lavoro durante il mio viaggio alle Colline di Leukun. Ora ho un’altra richiesta da farti, nella speranza che non ti sia gravosa o fastidiosa.

Tu sai bene come io sia spesso impegnato in ricerche di libri antichi e misteriosi, e nello studio di dottrine misteriche per amore della cultura, oltre che per mia curiosità personale.

Di recente mi è stata consigliata la lettura di un testo di cui ho sentito parlare, ma che non ho mai potuto tenere tra le mani, un libro appunto di alchimia misterica e cosmologica, che so essere abbastanza raro.

Tale volume è Le Dottrine Misteriche di Cthuchulcha, e vorrei sapere se è possibile acquistarlo in qualche libreria di Enkar. Se per caso lo trovassi, o se mi dessi utili indicazioni per trovarlo, ti prego di comunicarmelo appena possibile, in modo che possa recarmi prima possibile ad Enkar per acquistarlo. Sono disposto a pagare anche cifre elevate, pur di averne una copia. Non ti chiedo di acquistarlo tu, né tantomeno di inviarmelo per posta, sia per non darti ulteriori oneri, sia perché non venga rovinato nel viaggio, sia perché ho voglia di vederti e rivedere Enkar.

Anche se preferisco vivere in campagna, ogni tanto ho bisogno di rivedere la città e guardarmi attorno nella folla e nella varietà della vita cittadina.

Tra l’altro, ho bisogno di parlare con qualche correligionario. Anche se la gente qui ha imparato ad accettare il fatto che sia seguace di un’altra religione, non c’è una sola persona nel raggio di parecchi chilometri che non solo sia un Avennar, ma che sia anche solo interessata all’Aventry.

Qualche giorno fa, ho conosciuto una ragazza di Tulvanth, un fatiscente buco ai confini della civiltà, che sorprendentemente si è dimostrata interessata all’Aventry, un caso incredibile, più unico che raro in tanti anni che vivo qui.

Sarò anche felice di venire sostituito di nuovo dalla tua amica, la dottoressa Irizar, che tanto egregiamente ha saputo sostituirmi, sempre se lei sia ancora d’accordo, ma immagino di sì, dato che è rimasta tanto affascinata dal Santuario di Silen, a tal punto che ha espresso l’intenzione di tornare a visitarlo quanto prima.

Sperando di non darti troppo fastidio con le mie richieste, e confidando che saprai darmi notizie utili, ti saluto. Ti assicuro che si tratta di una cosa molto importante per me, altrimenti non mi sarei permesso di molestarti ulteriormente.

La mia mano sinistra sul tuo cuore, amico mio.



Velthur Laran da Sartiuna.



Il giorno dopo, il dottore incaricò la signora Mendibur di portare la missiva alla stazione dei cavalli.

Avrebbe aspettato per una settimana la risposta di Keilin, dopodiché avrebbe cominciato a cercare quel libro per altre vie e tramite altre conoscenze.

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