venerdì 12 agosto 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 168° pagina.


riconoscono le nostre dottrine, non accettano i sacri dogmi della nostra religione. Rischia di perdere il pronto raggiungimento del Cielo Etereo, se comincia ad avere commercio con le Fate…».

E cominciò a farle la predica su quanto pericolose per la salvezza dell’anima fossero le Fate e i loro culti segreti votati a Dei oscuri e poi tanti altri discorsi maternalistici come la sua professione richiedeva, quella più vecchia del mondo dopo la caccia, la pesca e lo spionaggio, e immediatamente seguita dalla prostituzione.

Syndrieli, che era una donna devota e obbediente ai sacerdoti, era anche una donna pragmatica e poi sapeva difendersi bene dagli sproloqui della Reverenda Madre Thanxiel.

«Forse non doveva farlo, certo, ma quando è tornato dal bosco delle Fate, mi ha detto che avrebbe cercato di non bere più di un bicchiere al giorno, o anche niente, se ci fosse riuscito, e che si era fatto una ragione della scomparsa di Thymrel, e che voleva continuare a vivere e a lavorare per me, per i nostri figli, ma anche per il piccolo Loraisan, che è tutto quello che gli è rimasto di Thymrel.

Capisci…. lui si era preso una cotta per Thymrel. Era come una figlia per lui, ma era anche qualcosa di più. Non che io fossi gelosa. Larsin è sempre corso dietro alle donne.  Ha avuto parecchi matrimoni notturni durati magari una stagione o due, poi è sempre tornato da me. È uno di quegli uomini che non si accontentano di frequentare una donna sola, ma che poi accettano di averne tra i piedi una soltanto. E ho sempre accettato di essere io, quella povera disgraziata. In fin dei conti, prima è sempre stato un buon compagno, e soprattutto un buon padre, una dote rara in un uomo.

Io non so cosa gli abbiano detto le Fate, non ha voluto parlarne, ma lui mi ha spiegato che gli hanno detto ciò che aveva bisogno di sentirsi dire per andare avanti, e tanto mi basta.

Gli ho chiesto se d’ora in poi sarebbe andato al belk, o se avrebbe praticato la stregoneria, e lui ha detto che non ne voleva neanche sapere di quelle cose. Quindi, perché pensare che va incontro all’ira di Sil e degli Dei? Ieri è andato persino a fare delle offerte, di fronte alla statua di Sil in fondo al nostro sentiero. Io sono contenta così, e tanto mi basta».

«Non sai nemmeno cosa si sono detti lui e quell’infedele apostata del dottor Laran?».

«No, non ha voluto dirmelo. Sai, io non sono mai stata contenta dell’amicizia fra lui e il dottore, appunto perché temevo che potesse metterlo su una cattiva strada. Però devo dire che il dottor Laran non ha mai cercato di convertirlo.

Ma questa volta credo che lo devo addirittura ringraziare. È cambiato anche il dottore, devo dire, ma non in meglio. È sempre teso, sembra avere paura di qualcosa. Mi hanno detto che fa domande a tutti quanti, per sapere se tutto va bene, se stanno tutti bene…. a un certo punto qualcuno gli ha chiesto se per caso temesse che arrivasse un’epidemia, e lui pare abbia risposto: “sì, di follia!” Poi però ha aggiunto che stava solo scherzando, e che gli dispiaceva di aver allarmato qualcuno, perché non c’è niente di cui aver paura, almeno non più del solito. Peccato che l’abbia detto in un modo che nessuno ci ha creduto. È dimagrito, anche. Cioè, magro lo è sempre stato, ma adesso lo è ancora di più. Così alto, poi… sembra un palo di legno».

«Peccato. Spero che non si sia sciupato. L’ho sempre trovato un uomo attraente, così colto, intelligente…. per un certo periodo di tempo ho praticato il matrimonio notturno con lui…. i vantaggi di non essere regolarmente sposata. Oggi purtroppo la maggior parte dei kametheina etariakh segue le abitudini della gente di città e degli alti sacerdoti… io però ho sempre tenuto duro. Niente matrimonio di convivenza, per me».

Syndrieli vide, insperatamente, la possibilità di essere lei a fare la morale all’amica.

«Tu con lui??? Una sacerdotessa con un infedele nemico degli Dei??? Ma scherziamo? E se l’avessero saputo? Non avresti rischiato di venire sconsacrata?».

«Ma io l’ho fatto anche per cercare di convertirlo! Dopo l’amore, parlavamo sempre di religione, e io cercavo di convincerlo ad affidarsi a Sil… invano. Lui continuava a dirmi che era troppo legato alla dottrina dell’Aventry, e che non vi avrebbe rinunciato per nulla al mondo, anche se ammetteva che se fosse stato minacciato di morte, forse avrebbe abiurato la sua fede per salvarsi la vita. Convinto, ma non martire, mi ha detto.

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