giovedì 25 agosto 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 180° pagina.


occhi neri, sarà anche che è il più piccolo, fatto sta che noi pensiamo sempre a lui prima che a tutti gli altri».

«A proposito: perché non mi parli di come è andata, là alle Colline di Leukun? Mi hai detto che hai parlato anche tu con le Fate, che ti hanno detto qualcosa che ti ha dato la pace, ma non mi hai spiegato cosa. Proprio non lo posso sapere?».

«No, Velthur. Comunque è una cosa che non ha importanza. Niente cambierebbe, per te, se tu lo sapessi».

«Ti hanno detto di non dirmelo? In fin dei conti, ci sono stato anche io da loro prima di te, e ti ho raccontato cosa mi hanno detto. Perché tu non potresti fare lo stesso con me?».

«Perché è una cosa mia, dottore! Non riguarda altri che me, le mie sofferenze, le mie difficoltà. Ho chiesto il loro aiuto e me l’hanno dato. Non ho voglia di parlarne perché significherebbe parlare di me, e io adesso non ne ho voglia. Forse quando questa storia sarà finita, forse quando tutto tornerà tranquillo. Ecco, l’unica cosa che mi hanno detto e che mi sento di dirti, è che presto le cose torneranno tranquille. Non per sempre, ma per un bel po’ di tempo. Tranquille per tutti noi, intendo. Per il nostro tranquillo paesino. Per il resto, sono cose che riguardano me, e la mia famiglia. Lasciami stare, per favore».

«È stato Azyel a spingerti a farlo, vero? Quello Gnomo malefico che ronza attorno a tuo figlio Erkan, ti ha parlato e ti ha convinto ad andare con lui alle Colline di Leukun. Me lo ha detto lui. Mi ha detto che voleva aiutarti, e sembra che ci sia anche riuscito, considerando che non bevi più e sembri davvero più sereno. Posso almeno sapere che cosa ti ha detto, per convincerti?».

«Meglio che lo chiedi a lui. In fin dei conti, lui dice che è qui per aiutare soprattutto te…».

In quel momento, fra la gente che sostava o vagava fra gli alberi spogli, Velthur notò un vecchio piccolo e curvo, incappucciato di grigio e dal naso adunco, che avanzava tenendosi con il suo bastone. Un vecchio che Velthur e Larsin non avevano mai visto.

Parlò con voce gracchiante a Velthur, come se lo conoscesse.

«Eh, la Regina, la Regina…. Dev’essere una donna molto impressionabile, se è svenuta dentro il Santuario di Silen. Chissà se se la sentirà di salire in cima alla Polenta Verde….».

«Come? La Regina è svenuta dentro l’ipogeo? Chi ve lo ha detto?».

«Oh, l’ho vista io stesso. Ero là, e la vedevo che guardava ammirata la magnificenza del Santuario…. la si vedeva così turbata, quasi con le lacrime agli occhi per la meraviglia. E quando si è trovata sotto il grande toro d’ambra, rimirando la mummia di cristallo del Gigante…. è caduta a terra come un cadavere! Si sono spaventati tutti, ma lei si è ripresa dopo poco tempo. Ha detto che non poteva immaginare niente di così bello…. ».

«Come facevate ad essere là, vecchio? Solo le autorità e i sacerdoti possono stare là dentro con lei».

Il vecchio ridacchiò.

«Ho i miei privilegi. I privilegi che dà l’invisibilità…. Lo sai bene, dottore!».

E gli strizzò l’occhio grigio argenteo, in segno di intesa. Subito dopo, il suo volto sembrò sciogliersi come cera, come un oggetto che viene visto dietro l’aria calda che sale da un fuoco. Comparve il riflesso di un occhio completamente nero, dalla pupilla dorata.

Ma fu un istante, perché lo Gnomo riprese il suo insospettabile travestimento.

«Azyel! Dovevamo immaginarlo che ti saresti servito della tua abilità per spiare la Regina!».

«Se tu avessi i miei poteri, spieresti molto più di me, dottore…. »

«E oltre allo svenimento della Regina, sei riuscito a scoprire qualcosa di interessante?».

«Per il momento no, ma spero di farlo quando mi riavvicinerò a lei, in cima al tumulo. Credo che sarà allora che succederà qualcosa».

«Allora, hai solo perso tempo! Era Aralar Alpan che dovevi sorvegliare! È andato a parlare con gli Akapri perché sta cercando di diventare un kamethei etariakh del Santuario. Ed è chiaro il perché: se ci riuscisse, potrebbe entrare e uscire dal tempio tutte le volte che vuole e in qualsiasi momento, così riuscirebbe a trovare quello che cerca, e che tra l’altro non sappiamo ancora che cos’è! E invece hai voluto vedere la Regina da vicino, come un popolano qualsiasi! Bella spia della Triplice Regina delle Fate, che sei!».

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