Voleva che Harali si rendesse conto che Aralar era
pericoloso, ma per far questo doveva rimanere suo amico. L’unica cosa era
cercare di starle vicino, di tenersi informato su tutto quello che lei faceva e
su quello che invece combinava l’eremita.
Mentre cercava di trovare le parole giuste per non
contrariarla, notò che lei portava sotto il braccio un cestino di vimini,
coperto da un panno. Un angolo rialzato gli fece intravedere cosa c’era dentro.
«State raccogliendo fiori, per caso?».
«Oh sì! Gigli rossi. Avete visto quanti ne crescono, qui? È
incredibile, sono completamente fuori stagione, eppure fioriscono come se fosse
primavera! Li sto raccogliendo per il Reverendo Padre, mi ha detto che gli
servono per le sue pozioni alchemiche…. anche se non so ancora perché».
Velthur e Melkhu si guardarono. Ecco una cosa che sarebbe
stato molto interessante scoprire.
«Ho notato che questi fiori sembrano crescere in abbondanza
anche sul Monte Leccio….».
«Sì, è vero. Spuntano nella radura in cima, e qualcuno anche
vicino all’eremo. Ma qui, sopra il Santuario d’Ambra sono molti di più. Vedete
là in cima, fra le viti? Ne spuntano di più sopra il tempio, sembra. Forse nel
terreno c’è un elemento che li nutre meglio. Comunque, sono molto resistenti.
Se si recide il fiore, subito dopo ricresce da dove è stato tagliato. È una
cosa incredibile. Nessun giglio, nessun fiore che io conosca, cresce in questo
modo, e persino nel tardo autunno. Mi domando persino se siano veramente dei
fiori…».
«Me lo domando anche io, Harali. E credo che non siamo
neanche gli unici a domandarcelo. A proposito: lui dov’è? Non lo vedo qui, e
non credo possibile che non abbia voluto venire».
«È alla fattoria degli Akapri, mi ha detto che deve parlare
con loro. Credo che voglia farsi accettare come kamethei officiante del Tempio, al fianco del sacerdote Maxtran e
di sua figlia Maxaleni».
«Sì, immaginavo una mossa del genere. Sappiamo bene che ci
tiene molto al Santuario d’Ambra…. Ma mi stupisce che gli Akapri stamattina
possano avere il tempo di parlare con lui, considerando a quante cose dovranno
prepararsi….a meno che non voglia partecipare lui stesso alla cerimonia. Certo,
diventare un sacerdote del Santuario di Silen gli permetterebbe di poter
entrarci tutte le volte che vuole, e farci ciò che vuole… ».
Velthur si trattenne. Era sul punto di raccontarle tutti i
retroscena, ma pensò che non sarebbe stato il caso spifferarle tutto subito.
Poco per volta, le avrebbe messo tante pulci nell’orecchio. In fin dei conti,
non poteva sapere niente, quella povera ragazza cresciuta in mezzo ai boschi,
di tutta quell’assurda storia piena di particolari loschi, folli e spesso
irreali.
Mentre parlavano, il sole era ormai prossimo a spuntare nel
cielo dal clima variabile. Le nuvole erano una tavola piatta di cirri, come un
soffitto grigio chiaro che si stava tingendo di un rosso intenso.
«Com’è rossa quest’alba! Tinge persino le montagne!» esclamò
Menkhu appoggiato al suo bastone da pastore, osservando con aria sognante le
cime delle montagne bianche ad oriente, che ora apparivano di un rosa intenso,
mentre le nuvole soprastanti apparivano del colore del sangue.
E naturalmente, fu allora che la gente cominciò ad arrivare
a frotte.
Velthur vedeva che c’erano ormai gran parte dei suoi
compaesani e della gente delle fattorie attorno, ma stava venendo anche un
sacco di gente che non aveva mai visto e che sicuramente arrivava dai paesi più
vicini, oltre che probabilmente dalla città di Enkar e forse anche dai paesi
più a monte lungo il corso del fiume, per non parlare dei pellegrini che
venivano da città e paesi di altre province.
C’era da domandarsi che fine avrebbero fatto i campi degli
Akapri sotto il peso di tutta quella massa umana che stava crescendo in modo
impressionante di minuto in minuto.
Resi nervosi e infastiditi dalla crescente folla, Velthur,
Menkhu e Harali si spostarono in un’altra area, verso il fiume.
L’Eydin, scendendo dai monti e uscendo nella pianura, faceva una grande ansa verso sud-est
fra Aminthaisan e Arethyan, mentre invece la strada lastricata andava quasi in
linea retta fra i due villaggi.
Nessun commento:
Posta un commento