«Temevo che non arrivassi più a prenderti quel benedetto
libro. Non sapevo se disdire la prenotazione o meno. Poi, all’improvviso,
eccoti qua, senza neanche una lettera di preavviso! Se l’avessi saputo avrei
fatto in modo di far andare fuori dai piedi mia moglie qualche giorno…. Cosa ti
sta succedendo, Velthur? Perché quel libro ha così tanta importanza per te? E come
mai ti sei portato con te addirittura un Sileno? Oh, intendiamoci…. Nulla di
male, per quanto mi riguarda; ma la gente di città ha un po’ paura del Popolo
dei Boschi, tra l’altro di pelo rosso. Il pregiudizio più comune nei confronti
dei Sileni qui è che abbiano il brutto vizio di rapire o violentare le donne
umane. Non si sa come potrebbe reagire qualcuno….».
«Ah, ecco perché mi guardano tutti così male! Hanno paura
per le loro donne! Anche tua moglie aveva paura che la violentassi? Che stia
tranquilla: non è certo il mio tipo! Anzi, devo dire che preferisco le donne
della mia specie».
«Avrei preferito, caro Keilin, che non glielo facessi
capire, il perché hanno paura di lui. Menkhu era così curioso di conoscere la
città, che non ho avuto cuore a proibirglielo, anche perché niente avrebbe
potuto impedirgli di farlo da solo, e per questo ho preferito che mi
accompagnasse.
Comunque, per tornare al motivo per cui sono qui, devi
sapere che quel libro sembra essere al centro di un bel mistero. La stessa Triplice
Regina delle Fate, o meglio le Tre Madri del Fato come le chiamano il loro
popolo, mi ha chiesto di leggere quel libro per scoprirvi il segreto di quello
che sta succedendo nel nostro, un tempo tranquillo, villaggio di Arethyan.
Non ho la minima idea del perché, e non lo sanno neanche le
Fate. Mi hanno detto solo che in quel libro si può trovare la chiave del
mistero del Santuario d’Ambra, delle misteriose apparizioni che sono avvenute
qualche giorno fa, in occasione della visita della Regina, e di cui sicuramente
saprai già tante notizie e tante chiacchiere…..
Prima di arrivare a casa tua, abbiamo ascoltato la predica
di un invasato sacerdote in Piazza delle Spezie, che diceva che quello che è
successo di fronte alla Regina e alla folla riunita sopra il Santuario d’Ambra
è il segno di un monito celeste di Sil, che promette feroci punizioni contro i
Thyrsenna che non ubbidiscono agli Dei…. ovviamente noi Avennarna siamo fra i
primi colpevoli citati….».
«Bah, non credo che ci si debba preoccupare. Di predicatori
esaltati del culto di Sil ce ne sono sempre stati, e sono sempre stati guardati
con sospetto e avversione dalle gerarchie ufficiali. Qui, come in altre città,
noi Avennarna siamo arrivati a una civile convivenza con i sacerdoti di Sil.
Come sai, resta sempre valido il mutuo accordo: noi non facciamo proselitismo e
non chiediamo ulteriori diritti, loro non ci perseguitano. Se poi qualche
fanatico dice che bisognerebbe sterminarci tutti o convertirci con la forza,
viene censurato dalle stesse gerarchie teocratiche…».
«I fanatici possono far del male in ogni caso. Nulla
impedisce a un predicatore esaltato di prendere una spada e aizzare una folla
ignorante e spaventata contro concittadini inermi….».
Velthur spiegò a Keilin a grandi linee i suoi sospetti di un
complotto da parte di un gruppo esoterico, guidato forse dal folle Aralar
Alpan, e persino della conversazione che aveva avuto con il medico Lusis
Erkorekan.
«Non c’è da stupirsi che un gruppo esoterico dissidente
possa considerarci come un possibile alleato in un progetto di eversione. Ci
sono molti tra di noi che vorrebbero poter essere liberi dalle leggi del
Veltyan.. E questo mi spaventa. Se qualcuno di noi dovesse entrare in questo
complotto, e venire scoperto, sarebbe un disastro per tutti gli Avennarna del
paese. Quindi stroncarlo sul nascere sarebbe per noi il miglior modo per
dimostrare la nostra fedeltà al regno.
Non ho la minima idea di ciò a cui possa servire il libro,
so solo che bisogna cercare di capire cosa sta facendo quell’uomo. E per
questo, anche se mi fa paura aprire quel libro, tenerlo in mano e leggerlo, non
vedo l’ora di comprarlo. E inoltre, devo dire che non credo alle coincidenze.
Il fatto che sia stato edito un’altra volta dopo molti anni, proprio qui, in
questa città, non può essere un caso».
«Allora andiamo! Non vedo l’ora neanche io. Sono proprio
curioso di dargli un’occhiata».
Nel giro di un quarto d’ora dopo essere usciti dalla locanda, si
trovarono di nuovo in Piazza delle Spezie, nell’oscuro e grande portico vicino al
tempio di Sil che offriva la sua facciata colonnata al
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