sabato 1 ottobre 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 210° pagina.


«Temevo che non arrivassi più a prenderti quel benedetto libro. Non sapevo se disdire la prenotazione o meno. Poi, all’improvviso, eccoti qua, senza neanche una lettera di preavviso! Se l’avessi saputo avrei fatto in modo di far andare fuori dai piedi mia moglie qualche giorno…. Cosa ti sta succedendo, Velthur? Perché quel libro ha così tanta importanza per te? E come mai ti sei portato con te addirittura un Sileno? Oh, intendiamoci…. Nulla di male, per quanto mi riguarda; ma la gente di città ha un po’ paura del Popolo dei Boschi, tra l’altro di pelo rosso. Il pregiudizio più comune nei confronti dei Sileni qui è che abbiano il brutto vizio di rapire o violentare le donne umane. Non si sa come potrebbe reagire qualcuno….».

«Ah, ecco perché mi guardano tutti così male! Hanno paura per le loro donne! Anche tua moglie aveva paura che la violentassi? Che stia tranquilla: non è certo il mio tipo! Anzi, devo dire che preferisco le donne della mia specie».

«Avrei preferito, caro Keilin, che non glielo facessi capire, il perché hanno paura di lui. Menkhu era così curioso di conoscere la città, che non ho avuto cuore a proibirglielo, anche perché niente avrebbe potuto impedirgli di farlo da solo, e per questo ho preferito che mi accompagnasse.

Comunque, per tornare al motivo per cui sono qui, devi sapere che quel libro sembra essere al centro di un bel mistero. La stessa Triplice Regina delle Fate, o meglio le Tre Madri del Fato come le chiamano il loro popolo, mi ha chiesto di leggere quel libro per scoprirvi il segreto di quello che sta succedendo nel nostro, un tempo tranquillo, villaggio di Arethyan.

Non ho la minima idea del perché, e non lo sanno neanche le Fate. Mi hanno detto solo che in quel libro si può trovare la chiave del mistero del Santuario d’Ambra, delle misteriose apparizioni che sono avvenute qualche giorno fa, in occasione della visita della Regina, e di cui sicuramente saprai già tante notizie e tante chiacchiere…..

Prima di arrivare a casa tua, abbiamo ascoltato la predica di un invasato sacerdote in Piazza delle Spezie, che diceva che quello che è successo di fronte alla Regina e alla folla riunita sopra il Santuario d’Ambra è il segno di un monito celeste di Sil, che promette feroci punizioni contro i Thyrsenna che non ubbidiscono agli Dei…. ovviamente noi Avennarna siamo fra i primi colpevoli citati….».

«Bah, non credo che ci si debba preoccupare. Di predicatori esaltati del culto di Sil ce ne sono sempre stati, e sono sempre stati guardati con sospetto e avversione dalle gerarchie ufficiali. Qui, come in altre città, noi Avennarna siamo arrivati a una civile convivenza con i sacerdoti di Sil. Come sai, resta sempre valido il mutuo accordo: noi non facciamo proselitismo e non chiediamo ulteriori diritti, loro non ci perseguitano. Se poi qualche fanatico dice che bisognerebbe sterminarci tutti o convertirci con la forza, viene censurato dalle stesse gerarchie teocratiche…».

«I fanatici possono far del male in ogni caso. Nulla impedisce a un predicatore esaltato di prendere una spada e aizzare una folla ignorante e spaventata contro concittadini inermi….».

Velthur spiegò a Keilin a grandi linee i suoi sospetti di un complotto da parte di un gruppo esoterico, guidato forse dal folle Aralar Alpan, e persino della conversazione che aveva avuto con il medico Lusis Erkorekan.

«Non c’è da stupirsi che un gruppo esoterico dissidente possa considerarci come un possibile alleato in un progetto di eversione. Ci sono molti tra di noi che vorrebbero poter essere liberi dalle leggi del Veltyan.. E questo mi spaventa. Se qualcuno di noi dovesse entrare in questo complotto, e venire scoperto, sarebbe un disastro per tutti gli Avennarna del paese. Quindi stroncarlo sul nascere sarebbe per noi il miglior modo per dimostrare la nostra fedeltà al regno.

Non ho la minima idea di ciò a cui possa servire il libro, so solo che bisogna cercare di capire cosa sta facendo quell’uomo. E per questo, anche se mi fa paura aprire quel libro, tenerlo in mano e leggerlo, non vedo l’ora di comprarlo. E inoltre, devo dire che non credo alle coincidenze. Il fatto che sia stato edito un’altra volta dopo molti anni, proprio qui, in questa città, non può essere un caso».

«Allora andiamo! Non vedo l’ora neanche io. Sono proprio curioso di dargli un’occhiata».
Nel giro di un quarto d’ora dopo essere usciti dalla locanda, si trovarono di nuovo in Piazza delle Spezie, nell’oscuro e grande portico vicino al tempio di Sil che offriva la sua facciata colonnata al

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