martedì 13 dicembre 2016

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 274° pagina.


«Raccontami questa storia dei due bambini, allora! Voglio sapere tutto quello che pensi tu su questa faccenda,  su cosa può significare e su come possiamo difenderci».

«Eh, ci sarebbero tante storie da raccontare allora, signor medico… …. Ma davvero vi interessano queste storie?».

«Tu sai cosa successe qui sette anni fa, vero? Tu magari non eri ancora arrivato in questo posto….».

«No, infatti io fui venduto alla matriarca cinque anni fa. Ma mi hanno raccontato sì, del Prodigio del Sole Scarlatto…. io non lo so se furono le Fate a fare questo, però so che molti qui lo pensano, anche se la maggior parte dicono che fu un prodigio dovuto alla volontà di Sil».

«In ogni caso, capirai che dopo quello che è successo, sono disposto a credere a molte antiche leggende, da qualsiasi paese vengano. Sentiamo la storia dei bambini nel pozzo, intanto. Racconta».

«È una cosa che successe secoli fa, nel paese dei Brixanna, che sono un popolo molto simile al mio, con una lingua quasi uguale alla nostra, e con uguali costumi e tradizioni. Per questo le loro storie arrivano spesso a noi, e viceversa.

Un giorno, tanto tempo fa, un contadino vide due bambini uscire da un pozzo nei suoi campi, un maschio e una femmina, con la pelle che, a quanto narrano i nostri cantori, “aveva il colore delle foglie”. I bambini parlavano una lingua incomprensibile, portavano vestiti di foggia strana e fatti di un tessuto sconosciuto, e rifiutavano ogni cibo che veniva loro offerto.

Fino a quando non portarono loro un piatto di fave, e su quelle invece si fiondarono mangiando a sazietà.

Il contadino tenne con sé i bambini, ma dopo un mese il maschio morì di malattia, mentre la bambina sopravvisse e divenne una donna. La sua pelle perse il colore verde e divenne rosea come quella di tutti gli altri con cui viveva, perciò la curiosità intorno a lei cessò del tutto. Si sposò persino, ed ebbe dei figli.

Imparò la lingua dei Brixanna e parlò del posto da dove veniva e come avevano fatto, lei e il fratello, ad arrivare nel mondo degli Uomini.

Ella disse di venire dalla Terra di Mirtin, che era immersa in un eterno crepuscolo, senza giorno né notte, senza sole né stelle. Solo la luna splendeva nelle sue fasi in questo strano paese. Un grande fiume li separava da un paese dove invece splendeva perennemente il sole.

Raccontò che il suo popolo infatti non adorava il sole come invece facciamo noi, sia popoli del nord che Thyrsenna,  perché dà poca luce e calore al loro paese, mentre invece adorava come una divinità l’antico eroe Mirtin….».

«E ha anche spiegato chi era questo Mirtin?».

«Ma no, non era necessario spiegare niente! Mirtin, o Mitrin, è un eroe che noi Gaelna conosciamo bene, come anche i Brixenna. Infatti l’antica tradizione dice che visse nel nostro paese, altri invece dicono che visse in quello dei Brixenna. Era un cavaliere eroico, ma anche un mago. Difendeva i poveri e gli umili, e la leggenda dice che in un freddo giorno d’autunno divise il suo mantello per darlo a un povero vecchio che stava morendo di freddo perché non aveva da coprirsi.

E per giunta, con un incantesimo fece diventare il cielo sereno, così che il sole potesse scaldare il povero vecchio.

Per questo, evidentemente, il popolo della Terra di Mirtin lo venerava. Comunque la bambina raccontò che nella Terra di Mirtin tutta la gente aveva la pelle verde, E anche tutto quello che possedevano in quel reame, era verde. Un giorno, lei e suo fratello stavano badando al gregge del padre, quando udirono come un suono di campane che veniva da lontano e che si avvicinava sempre più, finché furono presi come in un vortice che li inghiottì e li lasciò sul fondo del pozzo da cui poi erano usciti.

Noi diciamo che furono portati nel mondo degli Uomini da una Porta delle Fate. E io dico che quello che la matriarca ha visto oltre quella porta, era la Terra di Mirtin».

«Ce ne sono altre, nel tuo paese, di storie di questo tipo?».
«Tante. Io ne conosco molte, il nostro paese è molto ricco di leggende, e alcune ci vengono da altri paesi vicini. Ma le storie più terrificanti sono quelle delle Porte delle Fate. Perché attraverso di esse molte persone sono scomparse per sempre, altre invece sono ricomparse dopo molte generazioni,

Nessun commento:

Posta un commento