«Strano metodo per togliere il maleficio: usare lo stesso
mezzo che secondo te lo avrebbe fatto venire!».
Arnith scattò seduto sul giaciglio, furibondo.
«Non è la stessa cosa! Una volta andavo regolarmente al belk, e mi piaceva! Ma è successo
qualcosa, una volta…. una cosa che mi ha fatto convincere a non andarci più! Ho
visto delle cose durante le visioni
del belk, delle cose spaventose che
mi danno gli incubi ancora adesso. Cose ancora più spaventose di quelle che ho
visto stanotte! Cose di cui non voglio parlare. Le ho riferite al sacerdote che
officiava il belk a cui partecipavo,
e lui mi ha detto che avevo incontrato qualcosa che non avrei mai dovuto vedere
né conoscere, e che dovevo seguire dei riti speciali, per scongiurare il
pericolo di non incontrarlo di nuovo. Ma io avevo troppa paura, e semplicemente
non sono più andato al belk, non c’ho
più partecipato, anche se ufficialmente faccio ancora parte di quella
congrega…. ma forse quella cosa mi ha inseguito, mi ha trovato di nuovo ieri
sera, magari per colpa di qualche strega che ha voluto punirmi per essermi
allontanato dalla congrega.
E allora adesso andrò da Tarkisi Ferstran, la cugina di
Syndrieli, lei è una strega. Una volta era la mia moglie notturna. Era della
mia stessa congrega. Dopo che mi è successa…. quella cosa, non sono più andato
a trovarla, ma chissà, magari non mi sbatte la porta in faccia!».
«Buona fortuna, allora!».
Velthur sapeva che i partecipanti alle congreghe del belk non potevano rivelare cosa
succedeva durante i riti a cui partecipavano, per cui non provò neanche a
chiedere ad Arnith cosa avesse visto da spaventarlo al punto da non voler più
partecipare a quella festa orgiastica
Gli bastava, per il momento, sapere cosa gli era successo
quella notte e anche sapere che la supposizione che aveva fatto dopo che aveva
visto quella misteriosa luce rossa muoversi sui monti prima dell’aurora, si era
rivelata giusta. La Tregua dell’Ignoto era finita e ora ricominciava tutto
daccapo.
I gigli rossi si sarebbero di nuovo diffusi nei prati
primaverili. D’altra parte, non se ne erano mai andati del tutto. In quei sette
anni, ne aveva sempre visto qualcuno qua e là, come onnipresenti moniti.
La sera seguente, qualcos’altro successe in una casa lungo
il fiume, appena fuori del paese, una casa di contadini benestanti, che avevano
fatto un sacco di pentacoli ospitando i pellegrini del Santuario d’Ambra nella
loro grande casa. La famiglia si chiamava Kalatur.
Con i soldi dei pellegrini avevano ampliato ulteriormente la
casa, comprato schiavi, assunto servitù, e in pratica erano diventati una
locanda-fattoria, come tante altre nella zona.
Poco dopo il calar del sole, una delle ragazze più giovani
della famiglia, di nome Alasni, stava riordinando una delle stanze destinate ai
pellegrini più prestigiosi.
In quella grande stanza, dotata di un grande specchio
circolare, era stato ospitato una volta lo stesso Shepen della città di
Ermonel. Alasni aveva il compito di controllare che quella stanza fosse sempre
a posto e in ordine per il prossimo prestigioso ospite che fosse arrivato alla
locanda.
Stava controllando la pulizia proprio del grande specchio,
quando vide alle sue spalle, contro la parete opposta, vicino a una delle due
finestre, una cosa che gli fece gelare il sangue.
Una figura scura, altissima, che in pratica sfiorava il
soffitto, che sembrava velata di nero dalla testa ai piedi. Come se non
bastasse, appariva semitrasparente. Era come un essere fatto di ombra
solidificata, a parte gli occhi che trasparivano dal velo che copriva il suo
volto, se davvero aveva un volto. Erano due ovali bianchi, lucenti, argentei, e
sembravano guardare malignamente Alasni.
Alasni si voltò lanciando un grido soffocato, ma di fronte a
sé non vide affatto l’ombra nera, ma qualcosa che, anche se molto meno
terrificante, comunque appariva innaturale.
Nello stesso punto in cui nello specchio aveva visto
l’essere d’ombra, stava invece una piccola sfera di luce rossa pulsante, non
più grande di un chicco d’uva, che fluttuava nell’aria, baluginando.
Alasni aveva sentito dire che a volte gli spiriti si
manifestano sotto forma di globi di luce, ma non immaginava che quei globi
fossero di luce rossa pulsante.
Si voltò di nuovo, e vide che nello specchio appariva di
nuovo l’ombra nera, altissima, svettante, immobile.
Nessun commento:
Posta un commento