che, non essendo lui un destrino, non ci sono impedimenti nello
sperare che possa avere un qualche talento alchemico».
«Mh, già. Si sa che i destrini non possono imparare
l’alchimia…. chissà perché!».
«Un sacerdote di Sil ti direbbe che è perché la destra è la
mano dei Demoni Oscuri, la mano dell’oscurità e della distruzione…. noi medici
ti diremo che c’è qualcuno che pensa che la mente dei destrini funzioni in modo
diverso da quello delle persone normali, è per questo che usano la mano destra
anziché la sinistra. Sembra che i destrini abbiano una minore capacità
immaginativa, e questo li renderebbe incapaci di apprendere le opere
alchemiche. Perché per il talento alchemico è fondamentale la capacità di
creare immagini nella mente e concentrarsi su di esse. Ma è solo una teoria,
non ne siamo ancora certi».
«L’importante è che possa cominciare a imparare. Certo che
mio figlio è veramente strano. Io vorrei che giocasse con gli altri bambini, e
ogni sera con lui è una tragedia. Vive nel terrore di rimanere solo. Per
fortuna che siamo una famiglia numerosa, è molto difficile che un membro resti
da solo in casa o da qualsiasi altra parte. Però certe volte è proprio noioso
con le sue paure. Cioè…. è normale che un bambino sia pieno di paure, ma con
lui è quasi sempre così! E quando gli chiediamo di cosa ha tanta paura, non ce
lo vuole dire. La sera, ha il terrore di avvicinarsi alle finestre, e di
guardare fuori. Se sua madre gli dice: “prendimi il coltello là sul tavolo
accanto alla finestra”, e fuori è buio, lui si avvicina guardando in basso,
prende il coltello in fretta e furia e si allontana dalla finestra quasi
scappando.
Ho provato a chiedergli di cosa avesse paura, ridendo, e lui
manco mi ha guardato, si è offeso e ha detto che “non voleva mai guardare dentro il buio”. Ha detto proprio così:
dentro il buio! Non so che cosa intendesse, ma credo che sia convinto che se
guardasse fuori dalla finestra, vedrebbe chissà quale mostro o spirito…. e
adesso ho paura che con le storie stregonesche che hanno ripreso a circolare in
paese, me lo spaventino ancora di più!
A proposito: è vero che hai dovuto curare tre persone
diverse in tre notti consecutive perché avevano visto dei demoni terrificanti
all’inizio dei Tinsina Fuflunal? Uno era Arnith Gamarran, a quanto mi hanno
detto. Ho saputo inoltre che, qualsiasi cosa gli sia successa, sarebbe avvenuta
proprio quella notte in cui siamo andati a berci qualcosa al Kran Belz, e
infatti quella volta mi è sembrato piuttosto ubriaco. Immagino che anche gli altri erano tutti tipi
che avevano bevuto troppo, spero…. magari vino fatato….».
«Magari fosse stato così. Avevo pregato protagonisti e
testimoni di non parlarne con nessuno o con il minor numero di persone
possibile, ma ovviamente è stato inutile. Da quel che ho capito, stanno
ricominciando a succedere le stesse cose che sono successe sette anni fa,
quando è nato Loraisan…».
«E che cosa facciamo, allora? Pensi di tornare alle Colline
di Leukun per chiedere consiglio alle Tre Madri del Fato?».
«Prima ne parlerò con Prukhu e Menkhu, così magari ci vanno
loro, a parlare con la Triplice Regina delle Fate. Io sinceramente preferisco
occuparmi di Loraisan. Quella storia mi aveva fatto quasi impazzire sette anni
fa, e alla fine si è conclusa con un morto fatto a pezzi. Quello stesso tizio
che probabilmente aveva dato inizio a tutto quanto. Credo che adesso la cosa
più saggia, forse, è non occuparsene».
«Ma è vero quello che dicono? Che una persona è stata
ferita? Ho sentito che la vecchia matriarca dei Vipinas sarebbe stata colpita
in testa da un essere misterioso….».
«Sì, è vero. Ormai non vale più la pena nasconderlo….».
«Ma l’altra volta, a parte la morte misteriosa di Aralar
Alpan, non ci furono feriti…. Solo tanta paura. Se adesso la gente comincia a
venire aggredita…. non è il caso di allarmarsi sul serio?».
«È stato un solo caso, finora. Se ce ne saranno altri,
allora vorrà dire che mi rimetterò ad indagare, altrimenti lascio tutto ai
gendarmi, ammesso e non concesso che quelli possano capirci qualcosa. Non sono
riuscito a capirci molto neanche io, naturalmente….».
E Velthur era in fin dei conti contento di non capire. Si
sentiva, in certo senso, deresponsabilizzato.
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