domenica 1 gennaio 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 292° pagina.


Toh, tenete, voi due! Non possiamo permettere che questa spada finisca in mani sbagliate!».

Risalirono verso la strada in fretta e furia, per arrivare a un punto del bosco dove Menkhu e Prukhu avevano lasciato gli altri sette pellegrini tramortiti.

Azyel, guarda caso, aveva con sè un rotolo di corda con cui legarli. Sapendo cosa sarebbe successo, le Tre Madri del Fato gli avevano detto di portarselo dietro.

«E adesso, di questi che ne facciamo?» chiese Menkhu «Se li consegnamo agli sbirri, questi sono capaci di dire che siamo stati noi ad aggredirli! Sarebbe la parola di un Avennar, due Sileni e uno Gnomo contro la parola di sette devoti pellegrini, con tanto di compagno morto ammazzato. Chi ci crederebbe, se gli raccontassimo che si è ammazzato da solo un attimo prima di raggiungere e attaccare il medico? E non possiamo certo lasciarli andare liberi ad ammazzare altra gente».

«Senza alcun dubbio, amico mio» gli rispose Azyel «Ma noi Gnomi sappiamo come risolvere anche queste situazioni, altrimenti non avremmo potuto vivere indisturbati per tanti secoli nei nostri boschi, e soprattutto, le Tre Madri del Fato non mi avrebbero permesso di lasciarvi in tali guai. Basta che io penetri nelle loro menti, una per una, e cancelli i loro ricordi, o almeno una parte. Cancellerò tutta la loro memoria dal momento in cui hanno cominciato a meditare il massacro nel Santuario d’Ambra…».

«Quindi tu puoi sapere chi sono questi individui, da dove vengono, chi sta dietro di loro e tutto quello che sapevano fare, giusto? Beh, lo voglio sapere anch’io. In fin dei conti, volevano ammazzare me!».

«Come ti ho detto, sono membri di una setta fanatica, e come loro ce ne sono altri, molti altri, in vari luoghi. Ma non è questo il momento e il luogo per raccontarti di queste cose. Risolviamo prima la questione, e poi, quando avremo raggiunto le Colline di Leukun, ti spiegherò tutto quello che vuoi sapere al riguardo».

Intanto, alcuni dei pellegrini si erano risvegliati e avevano cominciato a urlare e strepitare inveendo contro i loro catturatori. Urlavano anatemi divini contro il medico e minacciavano che altri sarebbero arrivati dopo di loro a massacrare tutti gli infedeli, i traditori, gli apostati, i corrotti.

Prukhu e Menkhu li canzonavano, dicendo loro che avrebbero venduto le loro belle spade per comprarsi botti intere di vino, birra e sidro e ubriacarsi alla salute di tutti i fanatici come loro, e che speravano che ne venissero altri di assassini armati, per derubare anche loro.

Per tutta risposta a quel gran schiamazzo, Azyel, con serafica calma e quel solito sorrisetto sardonico che tanto faceva imbestialire Velthur, si avvicinò ai sette pellegrini legati come salami uno per uno, e appoggiò le sue sottili e pallide dita sulle loro tempie, chiudendo poi gli occhi per operare il suo strano incantesimo.

Era buffissimo vedere come i pellegrini, uomini e donne, cambiassero progressivamente di espressione. Quando Azyel li toccava, urlavano istericamente inveendo contro il suo tocco malefico, dicendo che preferivano essere toccati dai vermi, piuttosto che da un essere demoniaco nemico di Sil e del suo culto.

Ma subito dopo, tutti quanti senza eccezione, cominciavano a balbettare e la loro voce diventava impastata e bassa, come quella di un ubriaco che sta per crollare a terra, finché il loro diventava un borbottìo incomprensibile, prima di crollare addormentati.

Alla fine, gli strepiti finirono, rimasero solo i ridacchiamenti dei Sileni.

«Ora possiamo anche sciogliere i loro legacci. Quando si sveglieranno, sarà già tanto che si ricordino i loro nomi, dato che non avranno la minima idea del perché si trovino qui. Alcuni di loro non si ricorderanno neanche di conoscere gli altri. Sarà molto divertente per chi li incontrerà!».

«Un modo molto comodo per quelli del tuo popolo, di risolvere i problemi! Un piccolo incantesimo e cancellate il passato, per impedire il futuro. Fate sempre così, ogni volta che avete delle difficoltà?».

«Sempre. O cancelliamo la memoria, o creiamo delle illusioni. Questo però lo possiamo fare solo con gli Uomini. Gli Uomini sono come bambini, sono abbastanza ingenui e ignoranti da poter essere sempre ingannati. D’altra parte, è l’unica difesa che abbiamo contro di loro, perché per il resto sono bambini molto grossi e aggressivi….».

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