martedì 3 gennaio 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" dI Pietro Trevisan: 294° pagina.


E poi parlò dello spaventoso demone apparso di notte all’edicola di Sethlan, della misteriosa distruzione dell’edicola stessa, della sua ricostruzione e del misterioso suicidio del giovane senza nome.

Mentre raccontava tutti quegli strani episodi, vedeva le Tre Madri inquietarsi sempre più, guardarsi l’un l’altra sconcertate e preoccupate. Sembravano persino diventate ancora più pallide, addirittura azzurrine nella strana luce delle torce verdazzurre e delle lucciole.

Ma per quanto apparentemente preoccupate, non interruppero mai il racconto di Velthur, né gli fecero domande, fino a quando non ebbe finito.

«È evidente che la Tregua dell’Ignoto è finita. Mi avevate avvertito che l’Ignoto sarebbe tornato, e io ho sempre sorvegliato la situazione nel mio paese, cercando di separare sempre le dicerie e le superstizioni dagli eventi reali.

All’inizio ho sperato che anche questi fossero falsi segnali, ma poi ho dovuto arrendermi all’evidenza. I misteriosi esseri dell’Altrove sono tornati, e questa volta è molto peggio di prima, perché abbiamo morti e feriti. E l’ultimo è stato il poveretto che si è tolto la vita di fronte ai miei occhi, vedendo qualcosa che poteva scorgere solo lui…. e forse anche i miei amici Sileni, anche se si rifiutano di dire cosa hanno visto».

Parlò la Regina Nera.

«I Sileni possono vedere quello che invece noi non possiamo, ormai l’hai capito anche tu. I loro occhi possono scorgere sprazzi dell’Altrove, perché loro vedono nella notte come se fosse giorno. Fra le ombre della notte o della nebbia, si nascondono molte cose che non si mostrano mai alla luce del sole, a parte poche eccezioni. Ma da molto, molto tempo hanno dovuto imparare a non raccontare tutto ciò che vedono. È il voto di obbedienza al loro unico Signore, il Caprone Nero, il Dio del Terror Panico. Non chiedere mai loro di infrangere il voto a cui è legata tutta la loro stirpe».

«E infatti non lo chiederò a loro. Lo chiedo a voi. So che non potete dirmi tutto, perché fa parte dei vostri culti misterici. Sarò testardo, ma io continuerò a fare domande su tutto quello di cui non ho trovato risposta, perché so che voi sapete più di quanto mi volete dire.

Non accetterò mai di far parte del vostro culto, anche se è quello l’unico con cui posso sapere quello che sapete anche voi. A meno che non mi dimostriate qui e ora che ne va della vita e della salute fisica e mentale mia e dei miei compaesani».

La Regina Rossa: «No, mentiremmo se ti dicessimo che è necessario che tu sappia tutto. Utile, forse. Ma necessario no. In fin dei conti, non credere che noi sappiamo proprio molto più di te. Almeno, non di ciò che è vitale sapere. Ma se noi ti dicessimo che a certe risposte ci puoi arrivare da solo?».

«Direi che è vero. In effetti, a certe risposte ci sono arrivato da solo. Anzi, direi che finora non mi siete state proprio di grandissimo aiuto. A parte quello che mi è successo oggi, forse».

La Regina Nera: «Oh, Velthur Laran, non credere. Per cominciare: ti sei chiesto perché quello che hai visto fare oggi al pellegrino fanatico sia tanto simile a quello che Arnith Gamarran ha visto fare al mostro con la testa ad occhio?».

Velthur rimase paralizzato dallo stupore.

«Io…. non me ne sono proprio accorto! È vero! Arnith ha detto che quando il mostro con il grande occhio rosso l’ha visto, si è piantato il coltello nel cuore, mentre gli altri sacerdoti urlavano…. e anche il pellegrino che stava per uccidermi, si è tolto la vita piantandosi la spada nel cuore non appena ha visto qualcosa nel bosco. Qualcosa che vedeva solo lui….».

La Regina Bianca: «Vedi? Tu hai bisogno che qualcuno ti inciti a vedere più da vicino le cose, a collegarle tra di loro. E dicci: cosa ne pensi del diario di Aralar Alpan che ti affidammo sette anni fa? Cosa sei riuscito ad ottenere da esso?».

«Io…. non l’ho letto tutto. Credo di averne letto solo una trentina di pagine, poi mi sono stancato, o semplicemente ne sono rimasto disgustato.
Aralar era pazzo, e nascondeva dentro di sé delle cose orribili. Aspetti troppo oscuri e repellenti perché riuscissi a sopportarli. È stato un bene che sia morto. E gran parte delle cose che dice sono prive di senso, per me. Non so cosa avesse nel cervello quell’uomo, ma non era niente di buono, e

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