E poi parlò dello spaventoso demone apparso di notte
all’edicola di Sethlan, della misteriosa distruzione dell’edicola stessa, della
sua ricostruzione e del misterioso suicidio del giovane senza nome.
Mentre raccontava tutti quegli strani episodi, vedeva le Tre
Madri inquietarsi sempre più, guardarsi l’un l’altra sconcertate e preoccupate.
Sembravano persino diventate ancora più pallide, addirittura azzurrine nella strana
luce delle torce verdazzurre e delle lucciole.
Ma per quanto apparentemente preoccupate, non interruppero
mai il racconto di Velthur, né gli fecero domande, fino a quando non ebbe
finito.
«È evidente che la Tregua dell’Ignoto è finita. Mi avevate
avvertito che l’Ignoto sarebbe tornato, e io ho sempre sorvegliato la
situazione nel mio paese, cercando di separare sempre le dicerie e le
superstizioni dagli eventi reali.
All’inizio ho sperato che anche questi fossero falsi
segnali, ma poi ho dovuto arrendermi all’evidenza. I misteriosi esseri
dell’Altrove sono tornati, e questa volta è molto peggio di prima, perché
abbiamo morti e feriti. E l’ultimo è stato il poveretto che si è tolto la vita
di fronte ai miei occhi, vedendo qualcosa che poteva scorgere solo lui…. e
forse anche i miei amici Sileni, anche se si rifiutano di dire cosa hanno
visto».
Parlò la Regina Nera.
«I Sileni possono vedere quello che invece noi non possiamo,
ormai l’hai capito anche tu. I loro occhi possono scorgere sprazzi dell’Altrove,
perché loro vedono nella notte come se fosse giorno. Fra le ombre della notte o
della nebbia, si nascondono molte cose che non si mostrano mai alla luce del
sole, a parte poche eccezioni. Ma da molto, molto tempo hanno dovuto imparare a
non raccontare tutto ciò che vedono. È il voto di obbedienza al loro unico
Signore, il Caprone Nero, il Dio del Terror Panico. Non chiedere mai loro di
infrangere il voto a cui è legata tutta la loro stirpe».
«E infatti non lo chiederò a loro. Lo chiedo a voi. So che
non potete dirmi tutto, perché fa parte dei vostri culti misterici. Sarò
testardo, ma io continuerò a fare domande su tutto quello di cui non ho trovato
risposta, perché so che voi sapete più di quanto mi volete dire.
Non accetterò mai di far parte del vostro culto, anche se è
quello l’unico con cui posso sapere quello che sapete anche voi. A meno che non
mi dimostriate qui e ora che ne va della vita e della salute fisica e mentale
mia e dei miei compaesani».
La Regina Rossa: «No, mentiremmo se ti dicessimo che è
necessario che tu sappia tutto. Utile, forse. Ma necessario no. In fin dei
conti, non credere che noi sappiamo proprio molto più di te. Almeno, non di ciò
che è vitale sapere. Ma se noi ti dicessimo che a certe risposte ci puoi
arrivare da solo?».
«Direi che è vero. In effetti, a certe risposte ci sono
arrivato da solo. Anzi, direi che finora non mi siete state proprio di
grandissimo aiuto. A parte quello che mi è successo oggi, forse».
La Regina Nera: «Oh, Velthur Laran, non credere. Per
cominciare: ti sei chiesto perché quello che hai visto fare oggi al pellegrino
fanatico sia tanto simile a quello che Arnith Gamarran ha visto fare al mostro
con la testa ad occhio?».
Velthur rimase paralizzato dallo stupore.
«Io…. non me ne sono proprio accorto! È vero! Arnith ha
detto che quando il mostro con il grande occhio rosso l’ha visto, si è piantato
il coltello nel cuore, mentre gli altri sacerdoti urlavano…. e anche il
pellegrino che stava per uccidermi, si è tolto la vita piantandosi la spada nel
cuore non appena ha visto qualcosa nel bosco. Qualcosa che vedeva solo lui….».
La Regina Bianca: «Vedi? Tu hai bisogno che qualcuno ti
inciti a vedere più da vicino le cose, a collegarle tra di loro. E dicci: cosa
ne pensi del diario di Aralar Alpan che ti affidammo sette anni fa? Cosa sei
riuscito ad ottenere da esso?».
«Io…. non l’ho letto tutto. Credo di averne letto solo una
trentina di pagine, poi mi sono stancato, o semplicemente ne sono rimasto
disgustato.
Aralar era pazzo, e nascondeva dentro di sé delle cose orribili. Aspetti
troppo oscuri e repellenti perché riuscissi a sopportarli. È stato un bene che
sia morto. E gran parte delle cose che dice sono prive di senso, per me. Non so
cosa avesse nel cervello quell’uomo, ma non era niente di buono, e
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