domenica 29 gennaio 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 320° pagina.


«Meglio che cominciamo a conoscere i mari solo sulla carta, poi quando sarai grande vedremo…. Intanto prendi in mano questo libro e comincialo a leggere dalla prima pagina….».

Il Tinsina Entinaga era un tomo non particolarmente grande, ma spesso. Aveva più di seicento pagine. Il primo capitolo narrava della creazione del mondo da parte di Sin, il Toro Celeste.

Loraisan cominciò a leggere con voce insicura.

Lesse il mito della creazione secondo cui in origine c’era solo uno sconfinato oceano di acque, buio e caotico, che si stendeva nello spazio senza fine, in tutte le direzioni. In esso comparve Sin come prima divinità, il quale trattenne le acque con le sue zampe di toro, e poi le fecondò con il suo seme, da cui nacquero numerosi figli, gli Dei Primevi.

Questi divennero ognuno una parte dell’universo: la terra, il mare, il cielo, il giorno, la notte, l’estate, l’inverno, il vento, il fuoco, la neve, la pioggia, il fulmine. Di tutti i suoi figli, la più importante, la più potente e la più bella era Sil, la Dea del Sole.

A Lei il Grande Padre Sin riservò il dominio del giorno, mentre tenne per se stesso il dominio della notte stellata, dove divenne il Dio della Luna. Così fu fatto l’ordine del mondo e delle sue potenze divine.

Alla fine del capitolo, Velthur si accorse che il bambino era stanco di leggere. Ma era curioso di sapere il seguito del racconto cosmogonico. E come al solito aveva un sacco di domande da fare.

«C’è una cosa che non capisco, dottor Laran. In questo libro sacro viene detto che è stato Sin a creare il mondo, e che è lui il padre di Sil, la nostra Dea Suprema, ma… mia madre, e la sacerdotessa di Nethuan, quella che viene a casa nostra…. mi hanno raccontato una storia diversa».

«E cioè? Ti hanno raccontato la storia della creazione in un altro modo?».

«Beh, sì. La sacerdotessa Thanxiel mi ha chiesto se sapevo chi era Sil, io gli ho detto quello che mi aveva detto mia madre, poi lei mi ha spiegato meglio, perché mi ha detto che gli sembro un bambino sveglio, e allora mi ha raccontato che è stata Sil a creare il cielo e la terra, e tutte le cose che ci sono, perché Lei è l’Anima del Mondo, e che il suo spirito è come una fiamma che si trova dappertutto e anima tutte le cose, e che questa Anima del Mondo viene dal Dio Supremo, che non è Sin, ma Volthun, e che abita nel Cielo Etereo, e non sarebbe un Toro, ma un Ariete.

Poi però mi ha detto che l’Ariete è solo un simbolo di Volthun, perché gli Dei hanno un aspetto che gli Uomini non conoscono e non possono neanche immaginare, e che nessuno può rappresentare una divinità in tutta la sua grandezza. Mi ha detto che le statue e le immagini degli Dei sono solo simboli, perché gli Dei sono spiriti, e gli spiriti non sono visibili da occhi di carne e non hanno l’aspetto di ciò che vediamo.

Allora io adesso mi domando: devo credere a quello che mi ha detto la kamethei Thanxiel, o a quello che è scritto nel Tinsina Entinaga?».

«Devi chiederlo a tua madre, o meglio ancora alla kamethei Thanxiel».

«Ma perché? Non potete rispondermi voi? Voi sicuramente sapete la verità».

«Mi spiace, non posso. Ho promesso a tua madre che non ti avrei mai parlato di religione. Posso farti leggere testi religiosi, ma non commentarli. Tua madre non vuole e io rispetto la sua volontà. Non chiedermi più cose di questo tipo».

«E perché???».

 «Anche di questo devi chiedere a tua madre. Se non ti ha spiegato perché, allora non devo spiegartelo neanche io».

Era tale la paura di contrariare Syndrieli, che Velthur non voleva neanche accennare al fatto che lui fosse di un’altra religione e che non credeva a Sil e agli altri Dei della tradizione.

Tra l’altro, questo avrebbe potuto inquietare il bambino, e dargli diffidenza nei suoi confronti.

Ma in lui nacque una nuova speranza. Loraisan si era già accorto delle contraddizioni e dei punti oscuri della religione ufficiale. Non gli sfuggiva niente, aveva un senso della coerenza logica davvero spiccato, che era tutt’uno con la sua passione per la conoscenza e la verità.

Una cosa che un seguace dell’Aventry non poteva non apprezzare, e su cui riporre molte speranze per il futuro.  Un giorno, quando Loraisan fosse diventato adulto, si sarebbe potuto svincolare dalle catene del Nunarsha Silal, il culto di Sil, e apprendere la liberante dottrina dell’Aventry.
Da parte sua, Loraisan non solo era divenuto ancora più curio

Nessun commento:

Posta un commento