venerdì 13 gennaio 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 304° pagina.


una locanda, di un tempio, o di un palazzo, o se di una città o di un villaggio o una collina. Non di rado finiva per essere spaventosamente enigmatico nelle sue narrazioni.

All’inizio pensò che si trattasse di una qualche misura di sicurezza, per coprire eventuali complici se fosse stato scoperto, ma poi scoprì che in realtà non poteva essere per quel motivo, dato che in vari punti del testo aveva scritto che quel diario era la testimonianza storica della sua impresa che, lui era convinto, avrebbe cambiato il Veltyan e poi il mondo. 

Quell’uomo era stato così pieno di assurde contraddizioni che spesso non si riusciava a capire, neanche dal suo diario, quali fossero stati i suoi veri intenti.

O forse, dentro di sé non era stato del tutto convinto di quello che aveva scritto. Forse, la paura di essere scoperto alla fine era stata più forte di ogni sua ambizione.

Passò a un altro brano, e lì scoprì quali erano state le sue reali intenzioni nei confronti degli Avennarna.



VI  Leone 3087 d.F.R.A., larantin

Un paio di giorni fa ho conosciuto un Avennar molto interessante. Un tal L.E. del M., un medico che sembra di larghe vedute. È venuto qui a P. per apprendere nuove tecniche chirurgiche inventate nell’Alta Scuola della città, e ne ha approfittato per frequentare gli ambienti esoterici degli alchimisti locali.

Me l’ha presentato O.M. dicendo che è un grande cultore di esoterismo alchemico. Fra gli Avennarna ce ne sono parecchi.

Mi piacciono gli Avennarna, mi sembrano molto meno incolti ed ottusi di quanto lo siano generalmente i miei stupidi connazionali.

Pensiamo che sarebbero degli ottimi alleati nella conquista del potere, non appena avremo ottenuto i mezzi alchemici per cominciarla. Fingeremo di favorirli in ogni modo, prometteremo loro la possibilità di vendicarsi della classe sacerdotale che per secoli li ha perseguitati o ha limitato i loro diritti. Così li avremo alleati nello sterminio dei nostri avversari.

Abbiamo parlato molto, io e L.E., riguardo il futuro del Veltyan, della possibilità di una rivoluzione religiosa, morale e politica della nostra società. Ovviamente gli ho detto solo le cose che conveniva dirgli. Gli ho raccontato del mio progetto di fondare un monastero di sacerdoti alchimisti nella Valle dei Gigli, con una scuola di alchimia che fosse aperta anche ai seguaci di altre religioni. Lui crede che io sia un seguace della religione ufficiale, perché naturalmente non ho minimamente accennato al Culto Segreto Antidiluviano da me fondato, e non glielo rivelerò a meno che io non scopra in lui la capacità di accogliere i princìpi della nostra dottrina.

Gli ho prospettato la possibilità di creare una colonia aventry nella Valle dei Gigli, dove i seguaci della sua religione potrebbero vivere godendo della totale libertà, ed eventualmente un giorno fondare un piccolo stato indipendente. Gli ho fatto notare come le superstizioni che circondano quel luogo così isolato sarebbero state una valida protezione contro qualsiasi abuso da parte del governo del Veltyan. L’idea lo ha affascinato.

È stato mentre conversavo con lui, che mi è nata l’idea di rendere gli Avennarna nostri alleati quando si tratterà di rovesciare il governo del regno. Anche se non gli ho rivelato i miei progetti di rivoluzione, gli ho fatto capire di far parte di un segreto movimento religioso che aspira a una riforma delle leggi del paese.

Sapendo che sono amico di O.M., che è molto vicino al Magistero, L.E. si è convinto che i miei non sono solo vuoti sogni velleitari.

Quando verrà il nostro momento, troveremo tutti gli Avennarna dalla nostra parte. Sarà facile abbindolarli con false promesse. Poi, quando il nostro potere sarà stato stabilito, ci disferemo di loro come di tutti coloro che seguono idee contrarie alla nostra dottrina di vita.

Certo, sono migliori delle gerarchie del culto di Sil. Non è una virtù da sottovalutare, quella di credere nel potere della ragione e della conoscenza e di opporsi alle superstizioni della religione tradizionale. Ma questa loro esaltazione della pace e della nonviolenza, questo loro considerare l’ambizione terrena come qualcosa di immorale e sbagliato, li rende poi dannosi alla nostra causa.

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