una locanda, di un tempio, o di un palazzo, o se di una
città o di un villaggio o una collina. Non di rado finiva per essere
spaventosamente enigmatico nelle sue narrazioni.
All’inizio pensò che si trattasse di una qualche misura di
sicurezza, per coprire eventuali complici se fosse stato scoperto, ma poi
scoprì che in realtà non poteva essere per quel motivo, dato che in vari punti
del testo aveva scritto che quel diario era la testimonianza storica della sua
impresa che, lui era convinto, avrebbe cambiato il Veltyan e poi il mondo.
Quell’uomo era stato così pieno di assurde contraddizioni
che spesso non si riusciava a capire, neanche dal suo diario, quali fossero
stati i suoi veri intenti.
O forse, dentro di sé non era stato del tutto convinto di
quello che aveva scritto. Forse, la paura di essere scoperto alla fine era
stata più forte di ogni sua ambizione.
Passò a un altro brano, e lì scoprì quali erano state le sue
reali intenzioni nei confronti degli Avennarna.
VI Leone 3087 d.F.R.A., larantin
Un paio di giorni fa
ho conosciuto un Avennar molto interessante. Un tal L.E. del M., un medico che
sembra di larghe vedute. È venuto qui a P. per apprendere nuove tecniche
chirurgiche inventate nell’Alta Scuola della città, e ne ha approfittato per
frequentare gli ambienti esoterici degli alchimisti locali.
Me l’ha presentato
O.M. dicendo che è un grande cultore di esoterismo alchemico. Fra gli Avennarna
ce ne sono parecchi.
Mi piacciono gli
Avennarna, mi sembrano molto meno incolti ed ottusi di quanto lo siano generalmente
i miei stupidi connazionali.
Pensiamo che sarebbero
degli ottimi alleati nella conquista del potere, non appena avremo ottenuto i
mezzi alchemici per cominciarla. Fingeremo di favorirli in ogni modo,
prometteremo loro la possibilità di vendicarsi della classe sacerdotale che per
secoli li ha perseguitati o ha limitato i loro diritti. Così li avremo alleati
nello sterminio dei nostri avversari.
Abbiamo parlato molto,
io e L.E., riguardo il futuro del Veltyan, della possibilità di una rivoluzione
religiosa, morale e politica della nostra società. Ovviamente gli ho detto solo
le cose che conveniva dirgli. Gli ho raccontato del mio progetto di fondare un
monastero di sacerdoti alchimisti nella Valle dei Gigli, con una scuola di
alchimia che fosse aperta anche ai seguaci di altre religioni. Lui crede che io
sia un seguace della religione ufficiale, perché naturalmente non ho
minimamente accennato al Culto Segreto Antidiluviano da me fondato, e non
glielo rivelerò a meno che io non scopra in lui la capacità di accogliere i
princìpi della nostra dottrina.
Gli ho prospettato la
possibilità di creare una colonia aventry nella Valle dei Gigli, dove i seguaci
della sua religione potrebbero vivere godendo della totale libertà, ed
eventualmente un giorno fondare un piccolo stato indipendente. Gli ho fatto
notare come le superstizioni che circondano quel luogo così isolato sarebbero
state una valida protezione contro qualsiasi abuso da parte del governo del
Veltyan. L’idea lo ha affascinato.
È stato mentre
conversavo con lui, che mi è nata l’idea di rendere gli Avennarna nostri
alleati quando si tratterà di rovesciare il governo del regno. Anche se non gli
ho rivelato i miei progetti di rivoluzione, gli ho fatto capire di far parte di
un segreto movimento religioso che aspira a una riforma delle leggi del paese.
Sapendo che sono amico
di O.M., che è molto vicino al Magistero, L.E. si è convinto che i miei non
sono solo vuoti sogni velleitari.
Quando verrà il nostro
momento, troveremo tutti gli Avennarna dalla nostra parte. Sarà facile
abbindolarli con false promesse. Poi, quando il nostro potere sarà stato
stabilito, ci disferemo di loro come di tutti coloro che seguono idee contrarie
alla nostra dottrina di vita.
Certo, sono migliori
delle gerarchie del culto di Sil. Non è una virtù da sottovalutare, quella di
credere nel potere della ragione e della conoscenza e di opporsi alle
superstizioni della religione tradizionale. Ma questa loro esaltazione della
pace e della nonviolenza, questo loro considerare l’ambizione terrena come
qualcosa di immorale e sbagliato, li rende poi dannosi alla nostra causa.
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