giovedì 5 gennaio 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 296° pagina.


«Mi è difficile credere che un bambino possa essere una tale fonte di sciagure. Certo, mi sono abituato a vedere e sentire cose assurde, ma non fino a questo punto. Dovrei credere che Loraisan sia la causa, anche solo indiretta, dell’apparizione di tanti mostri, di eventi assurdi e morti misteriose? Era Aralar la causa di molto di quello che è successo, anche se non certamente l’unica. Se pensate che il bambino sia una minaccia, io vi dico che non sono disposto a credervi, solo perché avete delle strane visioni che non sapete spiegarvi. Voglio delle prove, sono stufo di affidarmi alle vostre parole».

La Regina Rossa: «Prima parlaci di lui, e ti preghiamo di farlo, perché non possiamo leggere la sua immagine nella tua mente. Non possiamo sapere niente di lui se non attraverso le parole di chi lo conosce».

«È un bambino gracile, malaticcio, molto timido, spaventato dalla gente e soprattutto dalla solitudine e dal buio. Dice che quando è solo, ha sempre la sensazione di essere osservato, che ci sia una Presenza Invisibile e senza nome accanto a lui, ma dice di non aver mai visto o sentito niente di strano. Qualcuno pensa che non riuscirà a diventare adulto, ma tutti ammettono che sembra avere una grande intelligenza. E infatti è così. Ha una mente avida di sapere, fa discorsi molto più adulti della sua età, è estremamente precoce. Gli sto insegnando a leggere e scrivere, e quando avrà imparato, gli darò da leggere tutte le grandi opere della letteratura thyrseniakh, gli farò leggere opere di filosofia naturale, e anche opere di alchimia.

E un giorno lo manderò alle Alte Scuole di Enkar, dove potrà imparare una professione prestigiosa. Potrebbe diventare un grande sapiente».

La Regina Nera assunse un tono concitato: «Tu vuoi istruirlo in tutto il sapere del tuo popolo? E gli permetterai di leggere anche tutti i tuoi libri? Gli permetterai di sapere anche tutto quello che sai tu?».

«Beh, no…. Cioè, non lo so. Dipenderà anche da cosa vorrà imparare lui. In quale campo della conoscenza vorrà diventare esperto. Io non posso sapere ancora quali sono i suoi talenti, se sarà portato a fare il medico come me, o se invece vorrà diventare un alchimista di qualche tipo. Certo, dice di essere interessato all’alchimia. È la prima cosa che ho cominciato ad insegnargli nel leggere e scrivere, cioè i principi fondamentali dell’arte alchemica. E sembra anche capire tutto molto in fretta. Quel bambino è un vero prodigio di intelligenza….».

Le Tre Madri si guardarono ancora preoccupate.

La Regina Bianca: «E se lui un giorno ti chiedesse di poter leggere il libro maledetto de Le Dottrine Misteriche di Cthuchulca, tu glielo daresti da leggere?».

«Solo quando fosse diventato adulto, e io mi sentissi sicuro che non si metterebbe idee strane in testa. Ma altrimenti no. E siccome non sono sicuro di non avere anche io idee strane in testa, direi che non glielo darò in ogni caso.».

La Regina Rossa: «Tu non devi insegnargli tante cose, Velthur! Che impari a leggere e scrivere, se vuoi, ma non dargli la possibilità di possedere tutto il tuo sapere. Fa che non si interessi di stregoneria, o di alchimia cosmologica o di altre dottrine misteriche. Se lo farai, rischi di renderlo una minaccia peggiore di quanto lo fosse Aralar».

«Perché? Voi sapete che lo diventerà, forse?».

La Regina Nera: «No, naturalmente no. Lo sai, ti abbiamo detto che è una creatura dell’Altrove, e perciò noi non possiamo sapere niente di lui. Sentiamo solo la sua minacciosa presenza, ma solo tu puoi conoscere e capire che essere sia».

«Appunto! Io vedo solo un bambino gracile, fragile, dal carattere mitissimo e inoffensivo, gentile e fin troppo calmo, e dotato di un’intelligenza vivace. Io vedo solo questo, e nient’altro. Non vedo paurose minacce in lui, vedo un essere da proteggere, non da temere.

E lo tratterò di conseguenza. Farò in modo che possa avere una vita serena e se possibile lunga e promettente. Gli darò tutto quello che gli serve per crescere e diventare qualcuno, tutto quello che non gli può già dare la sua famiglia. A dispetto di voi e delle vostre paure!».

La Regina Bianca: «Ci stai forse sfidando, Velthur Laran?».
Il medico pensò un attimo prima di rispondere. Ma

Nessun commento:

Posta un commento