sabato 28 gennaio 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 319° pagina.


che contrariandola in qualche modo, gli togliesse l’educazione del bambino. Sperava che in futuro Loraisan si rifiutasse di intraprendere la carriera voluta dalla madre. Un presentimento gli faceva pensare che sarebbe stato così. In qualche modo, sentiva che lui era troppo speciale, per limitarsi a un ruolo di prestigio, ma in fin dei conti così ordinario e conformista.

Era da poco passato Tinsi Kerris, quando una mattina il bambino arrivò a casa del medico, e lui gli disse che da quel giorno avrebbero cominciato a leggere il Tinsina Entinaga.

«Oh sì, mi piacciono le storie antiche! Soprattutto la storia del Diluvio! Prukhu me l’ha raccontata una volta…. il re Manowa, l’Arca… i Giganti!».

«Non c’è solo la storia del Diluvio, nel Tinsina Entinaga, ma anche quello che è avvenuto prima e dopo di esso, fino alla nascita del Regno Aureo».

«E a me interessa tutto! Voglio sapere tutto del passato!».

Velthur rise.

«Allora ne avrai tante, di cose da leggere! Ce ne sono tanti, di libri di storia! Guarda qua questo scaffale della mia libreria! Sono tutti libri di storia, narrano le vicende del nostro paese dalle origini fino ai nostri giorni».

«E…. ce ne sono anche di storia degli altri paesi?».

«Qualcuno…. Ma non esistono molti libri che parlino dei paesi stranieri e delle loro vicende, perché gli altri paesi non hanno storia».

«Come sarebbe a dire, che non hanno storia???».

«Beh, il fatto è che negli altri paesi non succedono molte cose degne di nota. Non c’è niente, là, ecco il fatto. Non ci sono città, non ci sono monumenti, non ci sono arte, cultura, alchimia, saperi elevati. Tutti gli altri popoli non sono altro che tribù nomadi, che vivono in accampamenti temporanei, senza case, senza campi, senza leggi. Oppure si tratta di piccoli villaggi di contadini e pastori, o pescatori.

Tu ne sai più del più sapiente degli stranieri, dato che sai già leggere e scrivere. Gli altri popoli, nella maggior parte, non hanno neanche la scrittura. Né quelli vicini, né quelli lontani. A parte quelli di Edan Synair, che sono imparentati con noi. E poi anche alcuni popoli nordici, che hanno imparato alcune cose da noi. Capisci, è stato il Diluvio a distruggere tutto, a far sprofondare tutto nella notte della barbarie, solo i nostri antenati hanno potuto conservare qualcosa dell’antica saggezza».

«Ma proprio niente, niente? Nessun altro popolo civile si è salvato dal Diluvio? In nessuna parte del mondo?».

«A dire il vero non possiamo esserne del tutto sicuri, perché gran parte di Kellur è ancora inesplorata. Le nostre navi si sono avventurate parecchie volte oltre l’oceano, soprattutto ad oriente, ma ci sono tante terre che ancora non conosciamo, soprattutto nell’Estremo Meridione, da dove guarda caso sono venuti proprio i nostri antenati quando è avvenuto il Diluvio».

«E allora, dite, potrebbe esistere ancora qualche altro popolo con grandi città, in qualche paese lontano e sconosciuto?».

«Sì, è possibile, ma io non mi faccio tante speranze che ci sia davvero. Penso che se ci fosse, ne avremmo già sentito parlare».

«Da grande mi piacerebbe diventare marinaio ed esplorare paesi lontani!».

«Prima cerca di imparare ciò che ti insegno, poi deciderai cosa fare!».

«Ma io non riesco a levarmi dalla testa le illustrazioni di quel libro che mi avete mostrato qualche mese fa…. quello con le rovine e il tempio della Dea-Serpente….».

«Ho fatto male a fartelo vedere…. e poi tu non hai mai neanche visto il mare, come puoi dire di voler diventare marinaio? Non hai la minima idea di cosa significhi diventare marinaio».

«Prukhu mi ha raccontato alcune storie di viaggi per mare, storie sull’isola di Edan Synair, l’antica città di Iubar…. mi piacerebbe vedere quei posti, nel lontano Oriente…lui ha detto che ha conosciuto dei marinai, che hanno viaggiato ad Oriente. Mi ha detto che anche i suoi antenati sono venuti dall’Oriente, dalle Montagne Celesti….».

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