venerdì 6 gennaio 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 297° pagina.


Il medico pensò un attimo prima di rispondere. Ma se le prime parole furono meditate, poi divennero un torrente in piena, che fecere fuoriuscire una serie di pensieri e sentimenti che prima aveva represso e nascosto dentro di sé per molto tempo.

«Non ho bisogno di sfidarvi. Semplicemente, non riconosco la vostra autorità. Io non sono tenuto ad obbedire a voi. Io rispondo solo alla Kyrenni del Veltyan, non a voi. Non faccio parte del vostro regno. Io sono venuto qui perché pensavo che avreste potuto dirmi qualcosa di utile su quello che stava succedendo, che poteste darmi dei consigli, non certo degli ordini. Ma vedo che voi brancolate nel buio più di me.

E in fin dei conti, voi non mi avete mai veramente aiutato a capire. Ciò che credo mi sia servito per sconfiggere Aralar, mi fu donato dal qui presente Prukhu, la Chiave d’Argento, il talismano che per un puro caso mi dette modo di fermare i folli esperimenti dell’eremita pazzo, senza che io riuscissi a capire nemmeno cosa fossi riuscito a fermare. Certo, voi mi diceste la data in cui avrei dovuto fermarlo, ma mi sembra un ben misero particolare di fronte a tutti i misteri che sono rimasti insoluti e che non mi avete aiutato a rivelare.

E adesso, senza darmi nessun aiuto su come agire di fronte a una nuova minaccia, mi venite a dire che non dovrei aiutare un bambino che ha come unica colpa quella di essere figlio di una donna misteriosa e di un uomo sconosciuto, facendomi credere che sia una sorta di mostro!

Non c’è nulla in lui che faccia pensare che sia un mostro. Il suo corpo è perfettamente normale. Gracile ed esile, ma uguale a quello di qualsiasi altro della stirpe degli Uomini.

Bene, io rifiuto questo vostro modo di pensare. I miei insegnamenti di vita, la dottrina dell’Aventry, quella che pratico da tanti anni, quella che domina la mia anima da quando ero giovane, , mi insegna che è l’ignoranza la fonte di ogni male.

Se io posso toglierlo dall’ignoranza, posso aiutarlo contro il male, se davvero il male lo minaccia. Non sono le vostre paure che ci aiuteranno, ma la luce del sapere e della ragione in cui credo, e che darò a Loraisan perché possa fugare i terrori ossessivi che lo tormentano.

Sappiate che io rifiuto la vostra dottrina di vita, rifiuto le vostre stregonerie, i vostri sedicenti poteri dell’anima, che si nutrono di oscurità e di segreti.

Se voi non potete dirmi tutto quello che sapete, se non sapete frenare le vostre assurde paure, io allora non verrò più qui, e agirò senza interpellarvi, né vi metterò mai più a parte di quello che faccio. Tanto ci sarà la vostra spia, il viscido Azyel, a riferirvi tutto!».

Ora l’ho fatta grossa, pensò subito dopo Velthur, e si sentì confermato nei suoi timori quando vide le Tre Madri alzarsi tutt’e tre all’unisono dai loro troni di pietra, lasciando cadere a terra gli strumenti del loro lavoro di filatrici e tessitrici.

Solo in quel momento, Prukhu, che era rimasto silenzioso fino ad allora, appoggiò una mano sulla spalla di Velthur e gli sussurrò nell’orecchio: «Non costringerci a dover scegliere fra te e l’obbedienza alle Tre Madri del Fato!».

Come si erano alzate all’unisono, le Tre Madri del Fato parlarono anche all’unisono, come una sola voce, scandendo le parole con tono severo e altisonante, ma non iroso.

«Hai chiarito la tua posizione, Velthur Laran, e hai fatto la tua scelta. Quella che determinerà il tuo destino, qualunque esso sia. Hai di fronte una lunga vita, ma non troverai mai le risposte definitive alle tue domande. Solo una parte del mistero si rivelerà a te. Qualcun altro svelerà il mistero legato ai Fiori dell’Ignoto, molto dopo la tua morte. Noi vediamo un futuro lontano dove gli Uomini vedranno la verità, anche se non sappiamo chi sarà a svelargliela. Quel giorno comincerà una nuova era, e anche se tu non ne vedrai l’aurora, contribuirai al suo inizio.

Ma ora che il tuo destino ci è chiaro, permettici di rivelarti una cosa che prima non ti avevamo detto. Noi ti dicemmo che tu dovevi leggere il libro maledetto di Cthuchulcha per conoscere almeno una parte del mistero, perché noi abbiamo visto nel passato l’origine di quel libro.

Anche se fu pubblicato nel regno degli Uomini circa un secolo fa, la sua origine è molto anteriore. Esso appartiene a un passato molto più remoto. Noi abbiamo visto, nelle nostre visioni, quando fu scritto, da chi e perché.

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