La follia assoluta del più completo delirio di onnipotenza.
Credeva davvero di poter conquistare il mondo e fare dell’umanità tutto quello
che voleva.
Si domandò se, a furia di maneggiare sostanze e strumenti
alchemici, non si fosse intossicato il cervello. In fin dei conti, era capitato
a non pochi alchimisti.
Quando aveva trovato il suo cadavere sparpagliato in strani
pezzi accuratamente separati sulla neve e sui rami del bosco, sul momento aveva
provato pietà per lui. Pensava che nessun essere meritasse una fine del genere.
Ma leggendo quel diario, ora si stava convincendo che la sua morte era stata
una punizione fin troppo lieve.
In altre pagine, infatti, aveva già scoperto che quell’uomo
aveva commesso dei veri e propri delitti, per ottenere i suoi scopi. Aveva
rubato materiali alchemici che gli servivano, arrivando a volte a ucciderne i
proprietari, unendosi a bande di briganti che assalivano le carovane di
mercanti, o ad altri delinquenti dei bassifondi della città di Prini, che
penetravano nelle case di notte. E questo persino dopo aver ricevuto la
consacrazione di sacerdote.
Ora scopriva anche che aveva perseguito un delirante
progetto di conquista del Veltyan, a cui sarebbe seguito un folle massacro di
massa, in cui sarebbero morte tutte quelle persone che non si adeguavano ai
suoi canoni di vita fondati sulla conquista e la ricerca del potere. Uomini,
donne e bambini sarebbero stati sterminati magari solo perché usavano la mano
destra e perciò non potevano essere istruiti nell’alchimia.
Velthur non aveva mai sentito parlare di una follia del
genere. C’erano stati parecchi tiranni, parecchi assassini nella storia degli Uomini
di Kellur, ma non aveva mai saputo di nessun tiranno, nessun capo barbaro che
aveva voluto sterminare un popolo o una categoria di persone per inseguire il
sogno di creare un mondo nuovo.
Nemmeno aveva mai saputo di alcun Uomo che avesse inseguito il
sogno di conquistare il mondo intero, dopo la caduta dell’impero dei Giganti
con il Diluvio.
Ora, avrebbe voluto sapere con precisione quali erano i suoi
progetti politici. Voleva trasformare l’intero regno del Veltyan in un esercito
di alchimisti? E chi avrebbe coltivato la terra? Svolto i lavori umili? La
risposta gli venne dal seguito della lettura, subito ripresa da dove l’aveva
interrotta.
…. Per fortuna, O.M. e
io continuiamo a trovarci d’accordo su tante altre cose. Lì sembra avere un
atteggiamento più deciso e privo di debolezze. Concorda con me sul fatto che,
dopo che avremo stabilito il nuovo ordine, le nuove armi alchemiche dovranno
essere impiegate per conquistare tutti i territori a nord delle Montagne
Albine, fino all’Oceano Occidentale e alle coste settentrionali del Mare
Iperboreo. Tutti i popoli nordici dovranno essere sottomessi, per poter
procurare le legioni di schiavi che lavoreranno per noi quando i Thyrsenna
verranno tutti istruiti a diventare alchimisti, e anche per servire i colonizzatori
che cominceremo ad inviare in tutti i territori di Kellur, deserti o abitati
che siano. In particolar modo, dovranno servire da milizia di conquista.
Il loro carattere
nazionale di feroci guerrieri finalmente tornerà a nostro favore, dopo aver subìto
le loro invasioni e scorrerie per tanti secoli. Così nessun Thyrsen dovrà più
sacrificare la propria vita in guerra, ma solo dedicarsi a una vita di sapere,
di industrioso lavoro e di grandiose opere.
Così finalmente anche
la malefica e rozza razza dai capelli rossi troverà una sua utilità nel cammino
della civiltà.
Alla fine, dovranno
esistere due stirpi umane: una di sapienti governanti, l’altra di ubbidienti
lavoratori e combattenti.
Certo, saranno utili
anche le scarse popolazioni delle altre regioni del mondo, in particolar modo i
Sileni, che sono notoriamente una stirpe robusta e possente….
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