sabato 7 gennaio 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 298° pagina.


Più di settecento anni fa, nella lontana città di Enexi, alle foci del Podu, sulla riva dell’Oceano Meridionale, fu dettato da un Saguseo a una donna che viveva in quella città, ma che veniva da qui, dalle Montagne della Luna. Una strega di grande sapienza, che non solo conosceva bene il nostro popolo, ma che aveva visitato persino lo Zerennal Baras, l’antico regno dei Nani, imparandovi molti segreti, e alla fine era giunta ad Enexi, per apprendere altri segreti dal Popolo delle Acque.

Ella cercava la Soglia dell’Altrove, e dopo aver scritto il libro e averlo affidato ai suoi seguaci, la trovò. Scomparve da questo mondo, per mai più tornare.

Noi non possiamo capire cosa c’è scritto nel libro, anzi, non dobbiamo, ma sappiamo di sicuro che in esso è contenuto il segreto della Soglia dell’Altrove, quella che anche Aralar Alpan cercava.

Ti diciamo questo, sperando che ti dia sufficienti motivazioni per insistere nella ricerca a cui hai rinunciato».

Le Tre Madri tacquero e si sedettero di nuovo.

Con un filo di voce, nel silenzio della notte, Velthur fece un’ultima domanda.

«Come si chiamava quella donna?».

Di nuovo le Tre parlarono all’unisono: «Maeliani Tular. Il suo libro fu conservato per generazioni, e tenuto segreto, fino a quando un discendente della donna decise di pubblicarlo. Pensava che le conoscenze alchemiche degli Uomini del Veltyan avessero raggiunto un livello tale che permettesse loro di applicare le dottrine insegnate nel libro. Ed è stato così. Aralar ha letto il libro, e ha cominciato ad applicare ciò che vi era scritto, grazie alle vaste conoscenze che aveva accumulato girando per la Madre Terra. Deve esistere una chiave di lettura di quel libro, da qualche parte, anche se noi non possiamo dirti dove. È una conoscenza che ci è negata, nascosta nella mente defunta di Aralar. Ma tu puoi farlo, se vuoi ci riuscirai, o almeno riuscirai a gettare le basi per la sua futura comprensione. E quel che scoprirai, o scoprirà chi ti seguirà, potrà fermare tutto questo».

Poi parlò solo la Regina Rossa.

«Ora ti lasciamo andare, Velthur Laran, ma ti ammoniamo su una cosa che possiamo vedere molto bene, e che conosciamo molto bene. La setta di fanatici che ha cercato di ucciderti oggi è ormai diffusa in molti luoghi, dalle Montagne della Luna fino ai confini dell’Oceano Meridionale.

Loro temono e odiano soprattutto la diffusione della tua religione, e il potere degli alchimisti che diventa sempre più grande nel Regno Aureo a ogni generazione, ormai da più di mille anni. Ma odiano anche i sacerdoti che governano il Veltyan, e desiderano sostituirsi a loro.

Si chiamano i Difensori della Devozione Divina, hanno alleati molto potenti, alti sacerdoti pieni brama di potere e di odio per chi non segue il Culto di Sil, che danno loro soldi e armi. Hai potuto constatarlo oggi, vedendo le potenti spade alchemiche dei pellegrini, sottratte con il furto e l’inganno ai vostri soldati. Si stanno lentamente insinuando nella vostra società, e meditano di prendere il potere nelle province più orientali del Veltyan, con una rivolta che le affogherà nel sangue di molte vittime.

E potrai anche non crederci, ma sono anch’essi una conseguenza indiretta dell’Altrove.

L’Altrove è l’ignoto, e l’ignoto genera paura, riempie di incubi il sonno di tutte le stirpi, ma in particolar modo degli Uomini, che di tutte le Sette Stirpi sono i più indifesi di fronte alle loro paure.

La paura genera rabbia e follia, e quindi terrore, rabbia e follia generano incubi che si concretizzano in violenza, odio e conflitti insensati.

Ti ho dato dunque un buon motivo per combattere le tue battaglie. Non per ubbidire a noi, o perché tu possa credere a quello che ti diciamo, ma per fermare l’odio fanatico che minaccia te, i tuoi correligionari e tutti quelli che non si conformano alle regole dei vostri governanti. E fra questi ci siamo anche noi Fate, i nostri amici Sileni e gli Uomini che sono nostri alleati, i pacifici contadini di questa terra che frequentano le nostre feste nei boschi ad ogni plenilunio.

Tu fai quello che credi, ma ricorda sempre ciò per cui stai combattendo, che è quello per cui combattiamo anche noi. Ricordatelo, per ogni cosa che tu farai. Anche quando istruirai il bambino, il Figlio dell’Ignoto. Ora vai. Domani ripartirai, e sappiamo che tu seguirai i nostri consigli. Riprenderai in mano il diario di Aralar, e lo leggerai dall’inizio alla fine. E cercherai in esso ogni possibile indizio».

Nessun commento:

Posta un commento