Ma non sarà necessario
essere troppo duri con loro. Li faremo deportare in qualche terra lontana e
deserta oltre il mare, come avanguardie della nostra grande civiltà. Essi
prepareranno il terreno di lontani paesi all’avanzata del nostro impero
mondiale.
Velthur rise di piacere e sorpresa nel leggere quel brano. Chiaramente,
stava parlando del buon Lusis Erkorekan, il quale ingenuamente era cascato
nelle trame di Aralar, che gli aveva dato l’impressione di essere semplicemente
un sacerdote riformatore e non un sovvervivo violento e fanatico. Avrebbe
voluto poter far leggere a Lusis quel diario, dimostrargli che era stato
manipolato, e che per fortuna non era caduto definitivamente nella trappola,
solo perché Aralar era morto.
Si accorse di essersi dimenticato del suo collega del
Maristevian da lungo tempo.
Dopo quel terribile Tinsi Garpen Silal del 3089, Velthur gli
aveva mandato una lettera per avvertirlo della morte di Aralar, e ne aveva
ricevuto una pronta risposta, in cui si mostrava sinceramente addolorato della
cosa, e pieno di domande su come e perché era avvenuta quella morte misteriosa,
su cui Velthur si era mostrato tanto reticente, descrivendola in modo sommario
ed evasivo.
Gli aveva però anche detto che non recedeva minimamente dal
suo sogno di fondare una colonia aventry nella Valle dei Gigli, e che comunque
lui rimaneva in contatto con gli amici di Aralar, con cui condivideva gli
stessi obiettivi dell’eremita morto.
Ora Velthur sapeva finalmente qualcosa di quegli amici, e
sicuramente Lusis avrebbe potuto rivelargli chi era il misterioso O.M. che
aveva messo in contatto per la prima volta il medico con l’eremita.
Ma dopo quella lettera, non si erano più sentiti, e cosa
fosse successo nel frattempo al medico del Maristevian gli era del tutto
ignoto.
Si maledisse per la sua pigrizia. Avrebbe dovuto mantenere i
contatti con Lusis, e pensò che sarebbe stata ora di mandargli un’altra
lettera.
Velthur continuò a leggere a caso il diario, e gli sembrò
quasi che una mano provvidenziale lo guidasse ad aprire proprio le pagine che
gli rivelavano nuovi fatti, e gli presentavano nuovi misteri.
XXI Pesci 3084 d.F.R.A., turmistin
Sto prendendo sempre
più in considerazione la possibilità di farmi sacerdote. Anche se sono figlio
di una pescivendola, ho abbastanza agganci per ottenere un ruolo importante
nella gerarchia.
Il mio amico P.A., che
è un kamethei etariakh, impetrerà a mio favore con la Shepen di P.
Sarà il mezzo con cui
potrò reintrodurre il Culto Antidiluviano di Sin nel nostro regno. Da quando ho
visitato i sotterranei delle Piramidi e le rovine delle città morte del Deserto
Rosso nella lontana isola di Edan Synair, è diventata la mia ossessione.
La scoperta della Rivelazione
di Sin nelle rovine delle antiche civiltà antidiluviane e persino pre-umane mi
ha fatto comprendere la necessità di far risorgere il passato in una nuova
forma.
Il tempo è una
spirale, e ogni spirale è simile e dissimile da quella precedente. Dopo l’impero
dei Tritoni nella notte dei tempi, quello degli Elfi della Luce nell’Era
Mediana, e quello dei Giganti nell’Era Antidiluviana, è ora che giunga l’impero
degli Uomini. Sperando che possa durare più a lungo di quanto siano durati i
precedenti. I mezzi ci sono. Li ho trovati appunto fra le rovine degli imperi
precedenti. Si tratta solo di capire come funzionano, come devono essere
applicati.
La mia amica T.A. mi
ha fatto conoscere una Fata, una certa H., che proviene da molto lontano, da
quella zona delle Montagne Albine che si trova presso la Regione dei Laghi, nel
Nord-Ovest del Veltyan, ma che è venuta qui perché si è allontanata dalla sua
gente assieme ad altre sue simili. Questa piccola comunità di Fate si è
stabilita da alcuni anni in un bosco presso il fiume che sfocia qui a P., e là
celebra il belk regolarmente.
Hanno attirato molti
contadini a partecipare alle loro feste, anche se dalle nostre parti la
stregoneria non è particolarmente diffusa, perlomeno non come in altre
province, come quelle di montagna, o dalle parti della grande E..
Chissà, forse è stata
proprio la novità di conoscere delle Fate in questa provincia, dove non ci sono
mai state, che ha attirato quei bifolchi.
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